Dal Corriere del Ticino l In tutto il mondo, quest’oggi, viene celebrata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un appuntamento che merita la giusta attenzione, su una piaga ancora presente nella nostra società. Un disagio che si manifesta all’interno dei nuclei famigliari e sfocia negli atti di violenza fisica e sessuale ma anche in quelli di violenza psicologica – che spesso logora le donne più di quella che lascia ferite ben visibili – e quella economica. I fatti di cronaca degli ultimi mesi purtroppo ci ricordano che la violenza tra le mura domestiche è una realtà anche alle nostre latitudini. E i dati della Polizia cantonale lo confermano: se nei primi sei mesi del 2016 gli interventi per lite domestica erano 399, nei primi sei del 2017 erano 529. 130 in più.
Per sconfiggere questo male, il primo passo è uscire allo scoperto: bisogna parlarne e denunciare questi vili episodi. Per questo motivo non posso che incoraggiare le iniziative in corso oggi e in questi giorni sul nostro territorio per sensibilizzare e discutere del problema. Ma poi ovviamente, non bisogna restare con le mani in mano. E infatti con i servizi del mio Dipartimento, in particolare grazie alla Divisione della giustizia, ci stiamo muovendo. A inizio primavera di quest’anno, il mio Dipartimento ha formulato al Consiglio di Stato una serie di proposte per accrescere la sicurezza delle persone vittime di episodi di violenza domestica. In questo senso abbiamo postulato una modifica della legge sulla polizia, cercando di snellire le procedure burocratiche per accelerare i tempi e tutelare maggiormente le vittime. Oltre a ciò, abbiamo chiesto di prevedere la trasmissione automatica della decisione di allontanamento all’Ufficio dell’assistenza riabilitativa, che si occuperà in questo modo di prendere contatto con tutti gli autori di violenza domestica per offrire loro supporto e consulenza. Il Parlamento ha fatto sue queste proposte vidimate il marzo scorso dal Governo e di recente ha approvato all’unanimità le modifiche legislative, che entreranno in vigore all’inizio del prossimo anno.
Ma non è tutto. Grazie alla sensibilità e alla determinazione del mio Dipartimento, e nello specifico della Direttrice della Divisione della giustizia, ancor prima che la violenza domestica tornasse al centro del dibattito pubblico – evidenziando in ogni caso il pieno sostegno sul tema da parte del Parlamento – stiamo agendo anche su altri fronti, con il supporto della Commissione permanente in materia di violenza domestica. In quest’ottica stiamo elaborando una legge specifica sulla violenza domestica, su modello delle esperienze maturate negli altri Cantoni, proprio per intervenire legislativamente su questo importante problema sociale che merita la giusta rilevanza a livello normativo. Una legge che si prefigge altresì un riordino legislativo, con l’introduzione di nuovi strumenti volti a migliorare la protezione delle vittime, tenendo conto del diritto federale e della sua evoluzione, segnatamente la ratifica da parte del nostro Paese il prossimo anno della “Convenzione sulla prevenzione della violenza contro le donne e la lotta contro la violenza domestica” sottoscritta ad Istanbul il 15 maggio 2011. A titolo di esempio, forti dell’esperienza maturata attraverso il progetto pilota nazionale per la sorveglianza elettronica, intendiamo proporre l’uso di questa tecnologia anche come forma di prevenzione per evitare la recidiva di chi ha già commesso violenze, una proposta che nel frattempo è divenuta parte integrante del Messaggio licenziato dal Governo federale l’ottobre scorso che prevede delle modifiche del diritto penale e civile volte a salvaguardare le vittime di violenza domestica e stalking. Le Istituzioni si stanno quindi adoperando per arginare la violenza domestica. Ma per essere davvero efficaci, ognuno deve fare la propria parte. Prima di essere un Consigliere di Stato e il responsabile della sicurezza ticinese, sono un marito e un padre di famiglia. Mi rivolgo quindi a tutte le donne che hanno subito o che subiscono violenze ma anche a chi è vicino alle vittime: non abbiate paura, rivolgetevi alle Autorità. A livello politico ci siamo mossi e ci stiamo muovendo per migliorare il nostro ordinamento giudiziario alfine di tutelare le vittime. La violenza sulle donne non è un fatto privato. Tocca le famiglie, il nucleo della nostra società minandone la coesione. Dobbiamo reagire, non dobbiamo rimanere in disparte come spettatori inerti. Facciamo sentire la nostra voce e denunciamo gli atti di violenza sulle donne. Non stiamo a guardare ma agiamo. Facciamolo per il bene di tutta la nostra comunità.
Norman Gobbi,
Direttore del Dipartimento delle istituzioni