Il Gran Consiglio segue il governo; proteste del PS. Il Gran Consiglio ha bocciato, con 47 voti contro 25 (e 7 astenuti) la richiesta di naturalizzazione di un candidato incappato in un’infrazione delle norme della circolazione, al termine di una intricata vicenda amministrativa.
Atteggiamento definito provocatorio.
Tutto il dibattito verteva sull’integrazione dello stesso alla luce dell’iscrizione della condanna a 10 aliquote giornaliere (sospese) nel casellario giudiziale e della successiva richiesta dello stesso candidato, ritenuta provocatoria, di una decisione formale da parte del parlamento, dopo che la commissione petizione e ricorsi gli aveva suggerito di attendere l’imminente scadenza della condizionale per concludere l’iter.
Ottenuta infatti l’attinenza comunale e l’autorizzazione federale l’uomo era incappato in un radar mentre viaggiava a 75 km/h in zona urbana, dove vigeva il limite di 50 km/h (infrazione ritenuta grave) ed è quindi scattato il blocco della procedura. Dopo il coinvolgimento del Dipartimento istituzioni i commissari hanno invitato lo straniero a sospendere il tutto, in attesa che venisse cancellata l’iscrizione al casellario giudiziale. Ma lo stesso ha invece insistito per avere una decisione di merito del Gran Consiglio, suscitando reazioni sfavorevoli.
Posizioni divergenti in parlamento e battibecco PS-Gobbi
In questo senso Orlando Del Don (UDC) ha criticato “l’atteggiamento che mette in evidenza caratteristiche comportamentali provocatorie e temerarie” mentre il gruppo socialista, per bocca di Carlo Lepori, ha criticato il Consiglio di Stato. “La commissione ha chiesto all’unanimità di sospendere la pratica, in attesa della scadenza del periodo condizionale” ma “il governo ha voluto sconfessare il parlamento” mantenendo il suo messaggio e rinunciando a prorogare il termine dell’autorizzazione federale.
Questo messaggio è figlio di una prassi consolidata voluta dal parlamento, ha replicato il titolare del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi che ha difeso i funzionari cantonali coinvolti. “L’autorizzazione federale – ha precisato – non implica automaticamente la concessione della naturalizzazione e chi ha un’iscrizione nel casellario giudiziale non può, in base alla prassi ticinese, ricevere la cittadinanza”. Orientamento che è stato accolto dalla maggioranza del plenum e ora per il candidato al passaporto non resta altro che ricominciare tutto daccapo.
Leonardo Spagnoli (RSI Online)
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