Non esiste un coordinamento generale in modo da creare un fronte comune?
“In questo momento direi di no dal punto di vista politico”. ha risposto Gobbi, “a livello tecnico i vari medici cantonali si confrontano e si confrontano anche sulle misure da prendere. Per quanto riguarda il Canton Ticino a livello di calcio ci siamo confrontati con il medico cantonale che al momento non raccomanda di adottare ulteriori misure rispetto a quanto già previsto. Proprio perché non vediamo dei grossi focolai in questo momento e non sarebbe proporzionale mettere limitazione. Se dovesse emergere un problema dallo sport da contatto, si prenderebbero anche misure importanti, come avevamo fatto a suo tempo anche per l’hockey chiedendo di giocare a porte chiuse. In questo momento mi permetto di dire che è più problematico il post partita passato assieme davanti alla griglia o in discoteca”.
Restando in tema sport, il Chiasso domani andrà ad affrontare il Grasshopper, squadra zurighese che, nonostante la situazione dello Zurigo, non è stata posto in quarantena. Non si teme che al ritorno in Ticino si possano creare dei problemi?
“Qui sta anche alla responsabilità dei singoli club che devono comunque garantire la protezione dei propri giocatori, che sono anche lavoratori a contratto. Dall’altra parte c’è la prudenza a cui bisogna richiamare: la generalizzazione dei controlli potrebbe essere una misura? Beh, a questo punto, pensando alla protezione sul posto di lavoro e ai piani che ogni azienda deve avere, quindi anche un club sportivo, credo sia nell’interesse del club evitare una quarantena dei propri giocatori con il rischio di lasciare punti sul campo. Credo che alla fine, come il resto dei cittadini, anche i club sportivi debbano avere una buona dose di responsabilità nel rispetto della collettività”
Ma com’è la situazione in Ticino?
“Abbiamo visto come soprattutto i rientri sono un problema in questo momento. Rientri da zone di vacanza o da situazioni che possono comunque esporre le persone che si recano oltreconfine al virus. Bisogna continuare a monitorare la situazione, lo stiamo facendo in maniera molto critica ma dobbiamo anche qui prendere le misure adeguate, passo dopo passo, proprio per evitare un secondo lockdown, visto che come già detto più volte non sarebbe più sostenibile dal punto di vista umano, economico e sociale”.
Dobbiamo aspettarci misure particolari per i prossimi giorni?
“Per il momento non posso annunciare quanto decideremo nei prossimi giorni, posso pronunciarmi solo sul prolungamento delle misure già decise, ovvero di limitare il numero di frequentazioni dove ci sono consumazioni in piedi e le limitazioni sul numero dei contatti, visto che la decisione governativa aveva scadenza domenica”.
L’obbligo delle mascherine nei luoghi pubblici sarà uno degli argomenti in agenda?
“È un elemento che stiamo valutando, ovviamente d’intesa con l’ufficio del Medico cantonale”