Non basta parlare, occorrono fatti concreti
Si fa un gran parlare in queste ultime settimane del “fattore donna”, legato ai risultati elettorali delle ultime federali. Lo si è invece sempre citato – almeno negli ultimi trent’anni – per quanto riguarda la presenza nel mondo del lavoro, legato sia alle disparità salariali sia all’assunzione di ruoli di responsabilità. Spesso però i politici si sciacquano un po’ la bocca, parlando di valorizzazione della donna nel mondo del lavoro. Non così il consigliere di Stato Norman Gobbi, che alle parole ha preferito di gran lunga i fatti. “Ho sempre considerato importante che nell’amministrazione cantonale vi siano più donne in ruoli-chiave. È un valore aggiunto – sostiene il Direttore del Dipartimento delle istituzioni. “Quando ho assunto la responsabilità del Dipartimento nel 2011 i funzionari dirigenti donne costituivano appena statisticamente il 7.22% del totale dei funzionari dirigenti all’interno del DI. Stiamo parlando di 4 donne su 49 funzionari dirigenti. Ho subito posto l’obiettivo di incrementare questo numero. Non lo si può certo fare dall’oggi al domani, ma siamo riusciti a migliorare la situazione anno dopo anno. E così nel 2015 le donne dirigenti erano un paio in più, ma soprattutto adesso hanno raggiunto il 22 per cento. Sono quindi triplicate: 12 donne su 52 funzionari dirigenti”, dice il Consigliere di Stato Norman Gobbi.
Un risultato che assume maggior valore anche per il peso specifico delle funzioni occupate dalle donne nel Dipartimento delle istituzioni. “In effetti è così. Il DI è l’unico dipartimento cantonale ad avere una donna nella carica di capo Divisione (Frida Andreotti, direttrice della Divisione della giustizia, ndr). Inoltre nel corso di quest’anno Silvia Gada è stata nominata alla testa della Sezione della popolazione. Una sezione importante per il lavoro che svolge (si occupa di tutti i permessi per stranieri e dello Stato civile) e per il numero di collaboratori (sono circa 140). È un caso particolare quello della Sezione della popolazione: oltre al capo Sezione donna, anche l’aggiunto capo Sezione è una donna, così come il capo dell’Ufficio migrazione. L’obiettivo che mi sono posto è quello di valorizzare le figure che all’interno delle varie unità amministrative dimostrano capacità importanti. Non importa se siano uomini o donne. Significa che in questi ultimi anni sempre più donne hanno dimostrato di valere e quindi di meritarsi i posti di responsabilità a cui sono state chiamate. D’altronde una politica del personale corretta non può che portare a questo risultato”, afferma il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.
Per chiudere aggiungiamo che nei Consigli di amministrazione delle aziende statali tra tutte le persone proposte dai partiti l’unica donna in carica è Valeria Canova Masina in seno all’EOC voluta dalla Lega dei ticinesi. Idem come sopra: c’è chi parla e si riempie la bocca e c’è chi fa.