Care e cari aspiranti, vi porgo il saluto a nome del Consiglio di Stato e mio personale a questa cerimonia di consegna dell’arma di ordinanza. È per me un piacere incontrarvi di nuovo, dopo l’incontro avvenuto lo scorso 26 aprile nella sala del Gran Consiglio, nel quale abbiamo avuto modo di conoscerci e di intavolare interessanti discussioni. Durante quell’incontro ho constatato la grande motivazione, la determinazione e l’entusiasmo che vi sta animando durante questo intenso periodo di formazione. La Scuola di Polizia 2013 annovera un gran numero di aspiranti (65), una buona rappresentanza femminile (5) e l’estensione ad aspiranti provenienti dalla Polizia militare (5).
Una scelta che a livello di risultati è stata rinfrancante: ad un aumento del numero di aspiranti non è corrisposta una diminuzione della qualità. Anzi. I risultati da voi sin qui ottenuti sono di buon livello. La vera peculiarità di questa Scuola è però rappresentata dal nuovo focus metodologico, improntato ancor più sull’operatività. Accanto all’indispensabile formazione teorica, i corsi sono stati focalizzati su una metodologia più pratica simulando il più fedelmente possibile gli scenari di impiego. Condizione quest’ultima indispensabile per essere pronti all’impiego sin da subito.
Oggi, dopo 10 mesi di formazione quali futuri gendarmi e agenti delle Polizie comunali, siamo riuniti a festeggiare un vostro primo significativo traguardo. Un traguardo che è una tappa fondamentale nel vostro percorso per diventare agenti. La cerimonia odierna sancisce la vostra abilitazione all’uso di tutti i mezzi coercitivi a disposizione: dal mezzo più lieve (ma spesso decisivo) rappresentato dal dialogo… fino a quello più estremo: l’arma da fuoco. La vostra divisa diventa oggi ancora più “pesante”: un carico dovuto al senso di responsabilità che il disporre di un’arma richiede, dalla sua messa in sicurezza e soprattutto dal suo eventuale impiego quale “ultima ratio. Nel periodo di pratica sul terreno affinerete la vostra preparazione, capendo l’importanza del ruolo sociale svolto dall’agente di polizia. Un ruolo che non può prescindere dal contatto quotidiano con i cittadini, dalla capacità di empatia e dalla responsabilità nel saper prendere sempre la giusta decisione, spesso in tempi brevissimi.
L’agente, ed anche l’aspirante, godono di un’enorme fiducia nella popolazione. Una fiducia che si alimenta ogni giorno attraverso segnalazioni, chiamate al 117 e che va coltivato da parte vostra con la cortesia, il dialogo e la professionalità. L’esperienza sul campo vi permetterà di maturare ulteriormente. La base con la quale affronterete questa nuova tappa è assai solida. Merito della vostra preparazione e degli insegnamenti impartiti dagli istruttori interni ed esterni che vi hanno trasmesso il loro entusiasmo, le loro conoscenze tecniche e pratiche acquisite con anni di esperienza professionale. Istruttori che ringrazio personalmente per la loro generosità nel mettere a vostra disposizione le loro energie, la loro passione e la loro esperienza. Alla base dei vostri buoni risultati e della preparazione esterna, ci sono questi istruttori che vi hanno formato, trasformandovi da “aspiranti” ad “aspiranti con arma” e, tra non molto, mi auguro in agenti.
Care e cari aspiranti, oggi è un’importante tappa verso un percorso formativo che sarà continuo. La professione di agente implica infatti la necessità di aggiornarsi continuamente. Un bagaglio tecnico “in progress” che ogni giorno si riempie di nuove conoscenze, anche perché non esistono casi uguali. Il mio auspicio, care e cari aspiranti, è che continuiate ad essere motivati, responsabili ma anche umili. L’umiltà di coloro che, dato il loro ruolo, non termineranno mai di apprendere. A voi va il mio personale augurio di ritrovarci nel mese di giugno a celebrare insieme la vostra nomina ad agenti.
Vi ringrazio.
Norman Gobbi, Consigliere di Stato e Direttore DI
Discorso pronunciato in occasione della Consegna dell’arma d’ordinanza agli aspiranti della Scuola di Polizia 2013