Norman Gobbi dice la sua sul futuro assetto del Canton Ticino
Il Ticino si prepara a un cambiamento storico che modificherà la sua geografia politica e amministrativa. Il prossimo 6 aprile 2025, infatti, le cittadine e i cittadini dei comuni di Lema, Giornico e Quinto eleggeranno le Autorità politiche locali decretando la nascita ufficiale delle loro realtà comunali e riducendo il numero dei comuni ticinesi da 106 a 100. Si tratta di un traguardo importante nel lungo percorso di riforma avviato dal Consigliere di Stato Norman Gobbi, volto a rafforzare il federalismo e a rendere i comuni più efficienti e vicini alle esigenze dei cittadini.
I processi aggregativi che hanno portato alla creazione di questi tre nuovi Comuni sono il frutto di un cambiamento nella politica delle aggregazioni, che nel corso degli ultimi anni ha visto una progressiva evoluzione. Come sottolinea Gobbi, «il mio Dipartimento ha sempre cercato di promuovere una politica aggregativa che lasciasse ampio spazio all’autonomia dei comuni, incentivando un percorso che partisse dal basso e che consentisse a ogni singola realtà di decidere se aggregarsi, in un momento in cui le fusioni sono viste come un’opportunità e non come una necessità».
«Quando è iniziato il processo delle aggregazioni, più di trent’anni fa, non era immaginabile e nemmeno scontato pensare di raggiungere un Ticino a 100 comuni» ha dichiarato il Direttore del DI. Questo cambiamento è la logica conseguenza di un percorso che ha saputo adattarsi alle esigenze e alle peculiarità dei territori. Gobbi ha sottolineato come in queste ultime aggregazioni sia emerso il coinvolgimento delle comunità locali, con i comuni stessi che hanno preso l’iniziativa, sostenuti da una visione politica condivisa: «si tratta di progetti nati dai comuni stessi e sono stati promossi a livello locale, come prevede la strategia del mio Dipartimento: promuovere le iniziative che arrivano dal basso».
Un aspetto cruciale di questo processo, secondo il Consigliere di Stato leghista, è la consapevolezza che la dimensione comunale può giocare un ruolo determinante per la risoluzione di alcuni problemi. Spiega in questo senso Norman Gobbi «in alcuni comprensori risulta molto difficile reclutare persone che abbiano voglia e tempo di mettersi a disposizione per assumere una carica pubblica negli Esecutivi e nei Legislativi locali. E poi non possiamo non citare la necessità che hanno sempre più le nostre realtà locali di servire meglio la popolazione e le aziende presenti sul territorio garantendo un numero sempre maggiore di servizi di una certa qualità».
La nascita di un Ticino a 100 comuni rappresenta quindi una nuova era per il Cantone, che guarda a un futuro in cui le aggregazioni non sono solo un modo per razionalizzare i servizi, ma anche un’opportunità per rafforzare il federalismo svizzero. Come afferma il responsabile del Dipartimento delle istituzioni i comuni sono la «forza del federalismo elvetico», e solo attraverso un’adeguata gestione delle risorse e dei servizi, sarà possibile continuare a garantire un buon livello di qualità della vita per i cittadini.
Guardando alle elezioni del 6 aprile 2025, che porteranno alla nascita dei nuovi comuni di Lema, Giornico e Quinto, il Consigliere di Stato Gobbi evidenzia come il percorso sia stato gestito con grande attenzione e trasparenza, cercando di garantire che ogni decisione fosse frutto di un coinvolgimento reale dei cittadini. «La democrazia parte dal basso, e dobbiamo dare agli abitanti la possibilità di scegliere come vogliono essere governati, mantenendo il più possibile il contatto diretto con le loro esigenze. A questo proposito ringrazio le candidate e i candidati della Lega dei Ticinesi che si sono messi a disposizione in questa mini tornata elettorale. Sosteniamoli perché grazie al loro contributo possono fare la differenza nel soddisfare concretamente i bisogni della popolazione di questi comprensori», ha concluso Norman Gobbi.
In definitiva, il Ticino sta attraversando una fase di grandi cambiamenti, che segneranno il futuro del Cantone e dei suoi abitanti. Le aggregazioni comunali, promosse dal Dipartimento delle istituzioni, sono una risposta alle sfide moderne, ma anche un modo per rafforzare la democrazia e il buon governo a livello locale. Un Ticino a 100 comuni potrebbe essere la chiave per un futuro più coeso, efficiente e in grado di rispondere alle esigenze della popolazione in modo sempre più tempestivo e mirato.
Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 16 marzo 2025 de Il Mattino della domenica