Undici celle per donne in espiazione di pena

Undici celle per donne in espiazione di pena

Una sezione al Penitenziario: undici celle per le donne condannate a una pena detentiva
Una sezione femminile all’interno del Penitenziario cantonale della Stampa: dovrebbe essere aperta nell’autunno 2023. Lo ha annunciato Gobbi in parlamento.

È prevista per «l’autunno 2023» l’apertura, al Penitenziario della Stampa, di una sezione femminile: undici celle, di cui una per detenuta con bambino. Undici posti destinati alle donne che devono espiare una pena detentiva o che sono in esecuzione anticipata di una pena. È quanto ha reso noto ieri il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi intervenendo in Gran Consiglio nel dibattito sul Preventivo 2022 del Cantone. C’è dunque un orizzonte temporale per la messa in funzione di una struttura – la sezione femminile verrà ricavata all’interno del carcere penale – chiesta a più riprese dalla commissione parlamentare preposta alla sorveglianza delle condizioni di detenzione in Ticino. Una richiesta ribadita in aula da più deputati e di partiti diversi. La sezione aprirà nell’autunno del 2023 «a condizione di disporre del personale (agenti di custodia, ndr) necessario», ha puntualizzato Gobbi.
In passato alla Stampa c’era una sezione femminile, ma nel 2006 è stata chiusa in quanto non vi erano praticamente più detenute. Negli ultimi anni si è però registrata un’inversione di tendenza: i casi sono tornati a salire, nel nostro cantone come nel resto della Svizzera, ha rilevato Gobbi. Fatto sta che oggi, in assenza di una sezione specifica all’interno del Penitenziario luganese, le donne condannate in Ticino a pene detentive di lunga durata vengono trasferite in prigioni femminili di altri cantoni, con conseguente allontanamento dalla famiglia e in generale dagli affetti: per la precisione a Hindelbank (Berna) e a La Tuilière (Vaud). Le donne condannate a pene di breve durata vengono invece rinchiuse nel carcere giudiziario della Farera, sempre sul Piano della Stampa, attiguo a quello penale. Queste detenute in espiazione, o in esecuzione anticipata, devono pertanto sottostare alle restrizioni imposte da un carcere giudiziario, riservato di regola alla detenzione preventiva e quindi alle persone che sono in attesa di giudizio o dietro le sbarre per esigenze d’inchiesta.

Personale carcerario: 13,5 unità in più
Nell’autunno 2023 il Dipartimento istituzioni conta dunque di aprire alla Stampa la sezione femminile. Sezione, ha spiegato Gobbi, dove tra l’altro saranno garantite «attività lavorative e di formazione simili a quelle offerte agli uomini». Per quanto riguarda i costi logistici, si stimano fra gli 800mila e i 900mila franchi, ha aggiunto il consigliere di Stato. A livello di personale carcerario saranno necessarie 13,5 unità in più. I costi supplementari, ha tenuto a chiarire Gobbi, «verranno in gran parte assorbiti dal risparmio ottenuto dal non dover più pagare i posti cella oltre Gottardo» per le donne condannate a pene detentive di lunga durata.

Articolo pubblicato nell’edizione di mercoledì 26 gennaio 2022 de La Regione

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Detenute, novità nel 2023
Detto del DECS, il plenum ha pure affrontato i ‘‘conti’’ del Dipartimento delle Istituzioni (DI) e del Dipartimento sanità e socialità (DSS). Sotto la lente per il DI i grandi progetti, come la riforma ‘‘Ticino2020’’ e la sezione femminile al carcere della Stampa. Sul fronte del DDS, invece, si è discusso di pianificazione ospedaliera e personale sociosanitario. Insomma, i cantieri aperti in Ticino non mancano, alcuni procedono più rapidamente e sono quasi
in dirittura d’arrivo, altri, invece, hanno subito un marcato rallentamento. Come nel caso di ‘‘Ticino 2020’’:«I tempi sono lunghi: non è un lavoro su un binario, bensì su più binari, con più locomotive e più macchinisti, non tutti con le stesse idee. Si va avanti e si va indietro». Replicando alle sollecitazioni sullo stato della riforma, il direttore del DI Norman Gobbi ha ammesso che i lavori non sono dei più semplici. Ossia: i tempi per concretizzare questo tassello sono ancora lunghi. E non mancano visioni discordanti. Oltre alla riforma dei rapporti tra Cantone e Comuni, la discussione si è concentrata pure su un altro macro-tema: la situazione delle detenute incarcerate in Ticino, ossia la creazione della tanto attesa sezione femminile. Su questo punto, i deputati Giorgio Galusero, Roberta Passardi (PLR), Tamara Merlo (Più donne), Carlo Lepori (PS) e Luca Pagani (PPD) hanno evidenziato il «limbo» in cui vivono le detenute e la «disparità di trattamento rispetto ai carcerati maschi» (ossia una sola ora d’aria e visite limitate), senza contare la carcerazione oltrecantone. A questo proposito, Gobbi ha replicato spiegando che sì, oggi le donne espiano le pene di breve durata alla Farera, una struttura pensata per il carcere preventivo, «ma si cerca di dare loro più formazione e momenti d’incontro». Per le pene più lunghe, ha aggiunto, «anche noi come il resto del Paese facciamo capo alle uniche due strutture a livello svizzero, a Berna e nel canton Vaud». Tuttavia, con la dismissione della sezione dei detenuti condannati per reati sessuali sono state ricavate undici celle e la messa in funzione della sezione femminile «è dunque prevista per l’autunno 2023». I costi logistici ammontano a circa 900 mila franchi e a livello di personale saranno necessarie 13,5
unità in più.

Articolo pubblicato nell’edizione di mercoledì 26 gennaio 2022 del Corriere del Ticino