È stata una vera e propria battaglia, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Fu poco più di un anno fa che la SRIP – la sezione della Polizia cantonale che si occupa dei reati contro l’integrità delle persone fra cui figurano pure quelli di stampo pedofilo – mi mise al corrente della situazione nella quale era costretta ad operare. Oltre a svolgere i compiti di polizia, questa speciale sezione era pure chiamata a prendersi cura delle vittime. Ecco allora che il bambino vittima di un pedofilo, che la donna abusata dal marito, che la giovane ragazza violentata da uno sconosciuto dovevano essere seguiti dal profilo psicologico e sociale da un gruppo di agenti che, per quanto capaci, non erano certo le persone più indicate per occuparsene poiché formati per accertare i fatti e ricercare gli autori. Una situazione decisamente problematica che, oltre a non garantire un sostegno adeguato alle vittime, sottoponeva gli agenti a pressioni psicologiche inimmaginabili e ad orari di lavoro impossibili.
Vista la gravità della situazione è stata mia premura attivarmi immediatamente, col supporto del Comandante della Polizia cantonale, coinvolgendo tutti i servizi interessati.
Con grande soddisfazione, posso finalmente affermare che un rimedio a questa grave lacuna è stato trovato. Da quest’oggi le vittime di reato godono di un servizio all’altezza, in grado di accompagnarle di fronte a qualsiasi forma di disagio, 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. Ora il bambino vittima del pedofilo, la donna abusata e la giovane violentata potranno saranno immediatamente accolti, in qualsiasi momento del giorno e della notte, da professionisti specialmente formati, in grado di comprenderli e di sostenerli attivamente nel migliore di modi.
Desidero concludere questa mia riflessione con un semplice “Grazie!”, ovvero con la stessa unica parola scrittami a caratteri cubitali da Marco Mombelli, commissario della SRIP, l’indomani della concretizzazione del nuovo servizio di picchetto. Un “Grazie!” che vorrei reindirizzare a tutti i collaboratori che hanno permesso di giungere a un risultato tangibile. Infine rivolgo un ultimo pensiero alle vittime; bisogna essere realisti e ammettere che i reati contro l’integrità delle persone non potranno mai essere totalmente eliminati, questo non deve però indurre chi governa a restare con le mani in mano. Sulla scorta di questa considerazione, il mio Dipartimento ha proposto una misura concreta che colma una grave lacuna nell’ambito del sostegno alle vittime, bambini in particolare, e questo è il più bel traguardo che si potesse raggiungere.
Norman Gobbi, Consigliere di Stato e Direttore DI