Trent’anni or sono come ieri. Chi c’era, quel 12 giugno 1984 ad accogliere papa Giovanni Paolo II in visita alla Diocesi di Lugano, ha avuto di che commuoversi presenziando, ieri, alla cerimonia commemorativa organizzata allo Stadio dal Municipio di Lugano. Lo stesso cielo blu, lo stesso caldo, gli stessi luoghi, ma trent’anni possono essere pochi e possono essere molti. E allora il pensiero di ognuno è andato alle persone che erano al nostro fianco quel 12 giugno e che non ci sono più, i quarantenni si sono rivisti bambini, i cinquantenni sono riandati ai tempi degli studi, gli anziani si sono ricordati di quando erano nel pieno delle energie. Trent’anni sono molti anche sul piano geopolitico: il Muro non era ancora crollato e per la sicurezza del Papa non bisognava tralasciare nessun particolare. «Penso che le forze dell’ordine abbiano controllato ogni tombino della strada che porta dall’aeroporto di Agno a Cornaredo, e questo non per puntigliosità svizzera», ha affermato il consigliere di Stato Norman Gobbi nel suo discorso. Dell’imponente apparato di polizia ha testimoniato l’allora vicecomandante della Polizia cantonale, Ivan Bernasconi, responsabile della sicurezza durante la visita del Papa a Lugano: «Disponevano di 400 uomini della Polizia e di 200 militi. Alle 4 di quel giorno ci trovammo per ripetere un’ultima volta il nostro piano d’intervento». La sua voce, rotta dalla commozione, ha ricordato il momento in cui Giovanni Paolo II uscì dall’aereo ad Agno: «Piansi nel vedere il Papa».
L’evento era di quelli eccezionali: mai si era visto un Pontefice in terra ticinese, come sottolineò nel discorso di benvenuto il vescovo d’allora mons. Ernesto Togni, presente ieri alla commemorazione assieme al vescovo Valerio Lazzeri e al vescovo emerito Pier Giacomo Grampa. Molte le autorità civili che ieri si sono date appuntamento allo Stadio – fra di esse l’allora sindaco Giudici, i consiglieri di Stato Gobbi e Beltraminelli, il sindaco Borradori, la municipale Zanini Barzaghi, il presidente del Consiglio comunale Cambrosio – unitamente ai comandanti delle Polizie comunale e cantonale e ad un nutrito gruppo di cittadini.
«Questo giorno di festa dà prova della bellezza e dell’unità della nostra città, nella diversità delle qualità e delle identità di ognuno. La storia e il futuro di Lugano sono realizzati e scritti da tutti noi, è fondamentale seguire l’incoraggiamento di papa Wojtyla “Non abbiate paura”», ha affermato il sindaco Borradori. Parlando della commemorazione, il vescovo Lazzeri ha aggiunto: «Approcci e sensibilità molteplici ci fanno trovare qualche volta su strade che appaiono divergenti. Il racconto di quello che ci è accaduto rappresenta sempre una grande opportunità di incontro».
A ricordo di quel 12 giugno 1984, la Città ha posato una targa all’entrata della tribuna principale. Inoltre, fino al 30 giugno, nel patio del Municipio è allestita una mostra fotografica che riprende tutti i momenti salienti della visita di papa Wojtyla e le testimonianze di coloro che hanno avuto la fortuna di accompagnarlo durante la sua visita a Lugano.
Giornale del Popolo, 13.06.2014