Esequie del divisionario Roberto Fisch
Porgo le più sentite condoglianze del Consiglio di Stato e delle autorità cantonali della Repubblica e Cantone Ticino ai genitori e ai famigliari del Divisionario Roberto Fisch.
Non è facile per me rivolgere un saluto ed una testimonianza ufficiale in questa dolorosa circostanza al compianto Divisionario; e devo dire che nemmeno il protocollo era pronto a gestire un evento triste e tragico come purtroppo abbiamo dovuto apprendere domenica mattina presto. È stata una notizia improvvisa, fulminea, che ci ha lasciati attoniti e increduli, perché nessuno lo avrebbe immaginato.
La difficoltà nell’esprimere il ricordo e la riconoscenza dell’autorità cantonale è legata pure al rapporto personale con Roberto Fisch. Un generale gentiluomo ha scritto l’amico e direttore del Corriere del Ticino, Giancarlo Dillena, e credo fermamente che abbia centrato l’essenza di Roberto Fisch. Un uomo, prima di tutto, che faceva del rispetto altrui la base, benché come condottiero militare fosse molto determinato, puntiglioso ed esigente nel definire gli obiettivi e correggere gli errori di condotta, come lo era per sé stesso. L’ho vissuto personalmente e il suo modo di porsi e di confrontarsi è stato da vero gentiluomo ma anche da generale.
Sin da quando assunse a tempo parziale il comando della brigata di fanteria di montagna 9, con l’avvento di Esercito XXI, Roberto Fisch si è contraddistinto per la sua fedeltà alla missione ricevuta e soprattutto per la sua capacità di relazionarsi con i partner istituzionali. I Cantoni hanno trovato nel brigadiere prima e nel divisionario comandante della Regione Territoriale 3 poi, una persona sensibile al federalismo, un partner militare leale, ma soprattutto un amico della regione e del territorio del San Gottardo. In tal senso, posso oggi qui portare le parole ed interpretare i sentimenti univoci di stima dei cantoni di Uri, Svitto, Zugo, Grigioni e Ticino che, durante il comando della Regione ad Altdorf, hanno potuto avere con lui un contatto diretto, schietto e competente, e soprattutto un partner affidabile che rappresentasse l’Esercito al servizio delle autorità cantonali.
Nel 2010, i vertici e il Capo dell’Esercito lo proposero al Consiglio federale per la nomina a capo della Base d’aiuto alla condotta dell’Esercito. Fu una nomina importante e significativa, che portò – con Roberto Fisch – per la prima volta un ticinese e un italofono ai massimi vertici del nuovo Esercito. La funzione e il ruolo affidatogli, erano il frutto di una riconosciuta esperienza militare, capacità professionale e pure congeniale per formazione. Assunse il comando nel gennaio 2011 e da subito affrontò con massima dedizione e fedeltà la missione ricevuta, quella di porre ordine e sviluppare gli importanti progetti informatici e telematici del nostro sistema di difesa.
Ma per il Cantone Ticino e la Svizzera italiana, il suo ruolo e la sua funzione andavano ben oltre lo stretto ambito militare. Con Mauro Dell’Ambrogio, Roberto Fisch rappresentava la punta di diamante ticinese e italofona tra gli alti funzionari della Confederazione.
Una perdita quindi per il nostro Esercito, per l’ufficialità ticinese e per la Svizzera Italiana, che vengono private di una figura importante in questo periodo storico. Senza il Divisionario Roberto Fisch il nostro Esercito è meno plurilingue e quindi federalista, l’ufficialità ticinese è meno presente ai vertici del nostro Esercito, e la Svizzera Italiana si vede ulteriormente privata di propri rappresentanti nelle alte sfere dell’amministrazione federale. La nostra terra ha perso un amico, ha perso un generale gentiluomo. Ciao Roberto e grazie per tutto quello che hai fatto.
Norman Gobbi
28 agosto 2012, Lugano
Intervento di Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni
(foto C. Beutler)