Discorso pronunciato dal Consigliere di Stato Norman Gobbi in occasione dell’Assemblea generale dell’Alleanza patriziale (ALPA) |
Signor Presidente,
Signore e signori membri del Comitato direttivo,
Gentili signore, Egregi signori,
Cari concittadini patrizi,
vi saluto a nome del Consiglio di Stato e vi ringrazio per il cortese invito a partecipare anche quest’anno alla vostra assemblea generale. Ringrazio in particolare i Patriziati di Ludiano, Malvaglia e Semione, che quest’anno ci accolgono nella splendida cornice della Valle di Blenio. Quella dei patriziati bleniesi è una realtà molto presente, vivace e dinamica. Lo si vede nei progetti proposti, con un grande impegno a livello di risorse umane e finanziarie. Questa è la dimostrazione di quanto sia importante la vostra attività per la comunità locale.
È sempre un piacere per me partecipare a questo momento d’incontro con voi, che mi permette di affrontare da vicino le questioni che vi stanno più a cuore e che ci permette di portare avanti il nostro rapporto, tra Patriziati e Cantone, nel migliore dei modi, come abbiamo sempre fatto.
Poco più che un mese fa, domenica 30 aprile, hanno avuto luogo le elezioni patriziali in tutto il nostro Cantone. Un rinnovo delle cariche patriziali che è andato a buon fine nella gran parte dei 202 Patriziati ticinesi. Solo in alcune infatti si sono dovute fissare delle elezioni prorogate. Abbiamo quindi dato da poco il via alla nuova legislatura patriziale che si protrarrà fino al 2021: a tutti gli amministratori patriziali auguro un buon lavoro, continuando sull’onda di quanto fatto negli ultimi anni. L’obiettivo è quello di rendere sempre più efficiente l’amministrazione dei Patriziati: solo in questo modo sarà possibile confermare l’importanza del vostro ruolo quali attori protagonisti nella gestione del territorio cantonale e quali partner affidabili e privilegiati di Comuni e Cantone.
Fortunatamente il Ticino può contare su Patriziati con un importante dinamismo che si conferma di anno in anno. Con piacere vedo Patriziati propositivi e innovativi nella promozione di numerosi progetti di gestione e valorizzazione del territorio, in ambiti classici come quello agricolo o quello forestale, ma sempre più anche nel turismo, in ambito sociale e culturale. Quello offerto dai patriziati è un servizio essenziale per la comunità locale, e che quindi ha una grande importanza per il Cantone. Anche a livello comunale la collaborazione reciproca tra Patriziato e Comune innesca un circolo virtuoso dal quale a trarne vantaggio è la collettività.
Un’importanza che viene ripagata con la disponibilità dei servizi del mio Dipartimento per la consulenza, ma anche con l’aiuto finanziario tramite il Fondo di aiuto patriziale (FAP) e il Fondo per la gestione del territorio (FGT). Noto con piacere come anche nella gestione delle istanze di sussidio ai Fondi state acquisendo la necessaria dimestichezza con le necessarie procedure – che da parte nostra cerchiamo di semplificare il più possibile -, ciò che è un segno tangibile di un miglioramento generale dell’efficienza amministrativa della quale ho parlato poco fa.
I Patriziati diventano sempre più un vero e proprio “quarto livello” che si aggiunge al nostro sistema federalista assicurando, assieme ai Comuni, la vicinanza con ogni cittadino. L’importanza del funzionamento delle amministrazioni patriziali è quindi in costante crescita. A questo proposito il mio Dipartimento, tramite la Sezione degli enti locali, si impegna ad accompagnare i Patriziati verso la progressiva introduzione generalizzata della contabilità a partita doppia e del nuovo piano contabile armonizzato (MPA2). Sono cosciente che si tratta di una sfida impegnativa, che forse ha lasciato perplesso qualcuno, ma è un passo necessario per garantire una gestione finanziaria equilibrata, consapevole e lungimirante dei Patriziati.
Fortunatamente il mio Dipartimento può contare sulla collaborazione dell’Alleanza patriziale ticinese nel sostenere le attività dei nostri Patriziati. Una collaborazione che è sempre stata eccellente e che sono certo si consoliderà anche nei prossimi anni, con il Consiglio direttivo e il presidente che saranno nominati durante quest’assemblea. Un ringraziamento va a chi ha amministrato in maniera ottimale l’Alleanza in questi anni, in particolare al presidente Tiziano Zanetti, mentre auguro buon lavoro a chi entrerà in carica oggi.
Colgo inoltre l’occasione per ringraziare Elio Genazzi, Capo della Sezione degli Enti locali, che dal mese di aprile dell’anno prossimo beneficerà del pensionamento, ed è quindi alla sua ultima assemblea con l’Alleanza Patriziale Ticinese in questo ruolo. Dal 2006 ha lavorato con professionalità e dedizione all’interno del mio Dipartimento, e sono certo che abbiate avuto modo più volte anche voi di apprezzare le sue competenze e la sua disponibilità. Con il Dipartimento e i miei collaboratori, e con il futuro Capo della Sezione enti locali, continueremo a impegnarci per dare il nostro contributo a favore dei Patriziati ticinesi. Solo attraverso una struttura amministrativa al passo con i tempi, adeguata alle necessità attuali, potremo garantire ancora per anni e anni un’attività essenziale alla collettività, svolta con la passione e la tradizione che sono il tratto distintivo dei nostri Patriziati.
Le rovine del Castello di Serravalle, che oggi distano solo pochi metri da noi, fanno correre la mia mente al 1182, anno in cui i vallerani di Blenio e Leventina prestarono giuramento di aiuto reciproco, e in quell’occasione in cui decisero di distruggere il castello e tutte le fortificazioni nelle Valli ambrosiane. Ma l’aspetto centrale è l’aiuto reciproco allo scopo di scacciare i signori e il loro dominio. Storicamente il Patto di Torre si inserisce nella scia dello spirito comunale lombardo, che rivendicò nel XXII secolo una piena autonomia delle comunità locali da signori e vassalli. Questo è sostanzialmente lo spirito viciniale, fondamento nell’arco alpino e quindi in Ticino e nelle sue Valli delle ampie libertà godute dai nostri antenati. Oggi voglio richiamare questo spirito viciniale, poichè noi – figli dei tempi globalizzati – subiamo spesso inermi le decisioni superiori, venendo meno al nostro essere “vicini” e soprattutto liberi. Liberi di autodeterminarci, liberi di scegliere quali regole applicare per controllare – ad esempio – l’immigrazione. Torniamo allo spirito viciniale, diamo nuova forza alla fiamma patriziale, teniamo alta la bandiera della nostra autodeterminazione e della nostra libertà.
Vi ringrazio.
Norman Gobbi
Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni