Per motivi a me non noti, il Locarnese è stato considerato “litigioso e diviso”. Questa immagine sostanzialmente negativa, si scontra con le grandi possibilità che questo territorio ha da offrire al suo sviluppo e a quello del Cantone. Come uscirne? Dando una nuova visione per il Locarnese, quella dell’aggregazione dei Comuni di sponda sinistra della Maggia.
Una nuova visione non significa certo rinnegare il passato, ma bensì trarre da esso i giusti insegnamenti e le indicazioni di sviluppo futuro. Un territorio fino a pochi decenni fa ben suddiviso nelle sue singole frazioni e località, oggi è diventato viepiù un’omogenea struttura urbana, ormai impercettibile nelle sue divisioni territoriali. Si pensi alla riva da Locarno a Tenero, oppure alla collina da Orselina a Contra, dove piccole rogge fanno da confini all’unità territoriale.
Una realtà che osservata con adeguata equidistanza pone chiari quesiti di ordine economico, sociale e territoriale. In questo senso, la politica cantonale delle aggregazioni affronterà sulla scorta della esperienza positiva dello “Studio strategico del Locarnese” il Piano Cantonale delle Aggregazioni. Lo Studio del Locarnese ha infatti offerto l’opportunità di misurare le dinamiche reali e oggettive dell’agglomerato urbano della sponda sinistra della Maggia, identificando le vere e proprie caratteristiche di una città unica, suddivisa in diversi quartieri. Questa constatazione ha portato, ed è questo il vero senso del progetto aggregativo, a voler dare un nuovo ordine istituzionale ad un territorio che condivide molte esperienze ed è molto interconnesso.
Questo nuovo ordine istituzionale è l’obiettivo del progetto di aggregazione posto votazione consultiva e che coinvolge i Comuni di Brione s/Minusio, Locarno, Mergoscia, Minusio, Muralto, Orselina e Tenero-Contra. Infatti, con la creazione di una sola entità comunale in questo agglomerato si darà un nuovo ordine istituzionale, quale conseguenza delle dinamiche misurate a livello economico, sociale e territoriale. Chi si oppone all’aggregazione considera solo un quarto della dinamica d’agglomerato, dimenticando che il tutto procede nella direzione opposta: unità e interconnessione.
Il voto del prossimo 25 settembre ha una valenza cantonale, più che locale. Infatti, guardassimo unicamente alla visione locale della tematica troveremmo motivi per essere critici od opporci al progetto d’aggregazione. Così facendo, ribadiremmo però il concetto di “Locarnese litigioso e diviso”.
Si tratta quindi di fare un atto di fiducia verso le future classi politiche di questo territorio già unito a livello sociale e territoriale, puntando sullo sviluppo economico coordinato e innovativo, ricercando la connessione del Locarnese al resto del Cantone e del Paese, rafforzando il Locarnese con un’unità istituzionale capace di creare la “seconda Città del Cantone Ticino”.
La valenza cantonale del voto è confermata dagli impegni assunti in passato, nel presente e in futuro dal Consiglio di Stato per realizzare la dinamica di agglomerato.
Oltre agli investimenti infrastrutturali passati e futuri, il Governo ha deciso di mettere a disposizione 10 Milioni di franchi a fondo perso per consolidare le finanze del futuro Comune di sponda sinistra della Maggia. Questo contributo diretto a fondo perso costituisce un unicum nella politica aggregativa ticinese, ma è pienamente giustificato dall’importanza che il progetto ricopre per il Locarnese, il Sopraceneri e il Ticino tutto. Gli ulteriori 20 Milioni di franchi per progetti puntuali sono un contributo allo sviluppo del futuro Comune, che si vuole dinamico e capace di raccogliere le sfide dello sviluppo che nascerà con il collegamento stradale A2-A13 e l’apertura di Alptransit. Il lato economico riguardante i contributi del Governo non dev’essere però l’unico aspetto da tenere in considerazione. L’unione dei Comuni permetterà altresì di rafforzare la gestione finanziaria del futuro nuovo Comune.
Dobbiamo dunque offrire una nuova visione per il Locarnese e decidere di dare una nuova immagine al Locarnese. Da un lato credere in un futuro di unità istituzionale, che permetta di meglio gestire e affrontare le sfide future di questo territorio; dall’altro sfatare il concetto di “Locarnese litigioso e diviso”. Il tutto passa attraverso il voto del prossimo 25 settembre sul progetto d’aggregazione del Locarnese sponda sinistra della Maggia. Un voto difficile per le sue componenti emotive, ma decisivo per il futuro del Locarnese, del Sopraceneri e di tutto il Ticino.
Il Consiglio di Stato passato e presente crede nel polo urbano locarnese, crede nei potenziali di questo territorio e conseguentemente ha partecipato e partecipa in maniera marcata alla sua realizzazione. Si tratta di guardare lontano, di essere lungimiranti migliorando così il presente e consegnando il logico domani alle generazioni future.
Ora sta ai cittadini di questi Comuni credere in questo progetto e decidere del proprio destino, ossia se diventare “grandi insieme” oppure restare divisi e piccoli. Dimenticando i personalismi e gli errori di ieri, conto sulla capacità delle cittadine e dei cittadini di fare un atto di fiducia verso il futuro, dando la possibilità alle future classi politiche di raccogliere questa sfida importante e vitale per il Locarnese e per tutto il Cantone.
Vi ringrazio.
Norman Gobbi
Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni