Lo sostiene Norman Gobbi commentando le prime conclusioni dello studio.
«L’idea di accelerare le procedure di esame delle domande di asilo, idea sulla quale si lavora da anni, non ci può che trovare consenzienti» afferma il direttore del Dipartimento cantonale delle istituzioni Norman Gobbi che fa parte del gruppo di lavoro che si sta occupando di questa riforma perseguita con decisione, sin dalla sua elezione, dalla consigliera federale Simonetta Sommaruga. «La concretizzazione delle proposte attualmente allo studio richiederà comunque qualche anno» si affretta a precisare il consigliere di Stato ticinese. Questo, anche perché, se non in minima parte, le proposte all’esame non rientrano nella revisione della Legge sull’asilo in discussione attualmente alle Camere. Del tema si è già occupato il Consiglio nazionale e del pacchetto di modifiche della legge che sta incontrando la ferma opposizione delle formazioni di sinistra deve ancora discutere il Consiglio degli Stati.
La strategia che ha in mente il gruppo di lavoro punta su un potenziamento degli attuali centri di registrazione, in alternativa alla realizzazione di uno o più nuovi centri sulla base del modello olandese sotto il cui tetto svolgere tutte le procedure, dalla registrazione all’esame delle domande di asilo. Tra i centri esistenti figura pure quello di Chiasso, la cui presenza nel centro cittadino a ridosso della stazione ferroviaria e del valico doganale stradale è contestata da tempo dalle autorità locali. «Sul caso di Chiasso ci riserviamo di discutere quando il progetto del gruppo di lavoro sarà conosciuto maggiormente nei dettagli. Solo a quel momento potremo disporre di basi sufficienti per parlarne» spiega ancora Gobbi. «È chiaro che un ampliamento del centro di via Motta, già per la sulla collocazione, non può entrare in linea di conto. Si sta rivelando problematica pure la scelta di realizzare una nuova struttura in una zona più discosta» precisa a questo proposito il direttore del Dipartimento delle istituzioni. «Non dobbiamo dimenticare» aggiunge «che attualmente un terzo delle domande di asilo che vengono presentate ogni anno in Svizzera sono presentate proprio a Chiasso. Qui bisogna essere chiari. La Confederazione non può non tenere conto di questo dato. Per questo chiederemo, tanto per cominciare, misure di compensazione a cominciare da un ‘triage’ dei richiedenti l’asilo in modo da dirottare un parte di loro verso gli altri centri che sono operativi in Svizzera».
Edy Bernasconi, LaRegione Ticino, 03.07.2012