Dal Corriere del Ticino | L’Ufficio federale dello sviluppo territoriale ha diviso la Svizzera in dodici aree d’intervento sovraregionali Rivisti i confini fra i cantoni – Bellinzona «acquisisce» la Moesa – Gobbi: «L’idea lascia il tempo che trova»
La cosa che salta subito all’occhio è la completa ridefinizione dei confini interni. Ai 26 Cantoni si sovrappongono 12 aree di intervento funzionali: quattro attorno ai principali centri urbani, cinque basate su una rete di città medio-piccole e tre nello spazio alpino. L’attuale Ticino diventerebbe Città Ticino, acquisirebbe la regione grigionese della Moesa ma perderebbe i distretti di Blenio e Leventina, inglobati in un’area definita Gottardo, comprendente il Canton Uri, parte dei Grigioni occidentali e la valle di Goms, in Vallese. I confini della regione Gottardo, delimitati dagli accessi ai valichi alpini e dalla morfologia del massiccio montagnoso, si estenderebbero fino ai territori di Nidvaldo, Obvaldo e Berna.
Il tutto rientra nel quadro del «Progetto territoriale Svizzera», avviato da alcuni anni dall’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE), Cantoni, Comuni e Città. Questi spazi sono stati ridisegnati in base alle loro affinità in termini di mobilità, di relazioni economiche e sociali e di mercati del lavoro. Alla base non ci sono propositi di riorganizzazione politica, ma la volontà di affrontare le sfide territoriali in una nuova dimensione, da considerare poi nelle rispettive pianificazioni cantonali. Il tutto ha ancora contorni molto teorici: lo scopo ufficiale è di elaborare una strategia comune a favore di uno sviluppo territoriale sostenibile, tramite una riflessione e un’azione in termini di aree di intervento. A spingere in questa direzione c’è tuttavia un problema concreto: le attività e le interazioni umane travalicano i ristretti confini politici cantonali e comunali, risalenti al Medioevo. Per motivi legati al luogo di domicilio, al posto di lavoro, alla formazione, agli spostamenti e al tempo libero, molti svizzeri oltrepassano ogni giorno i confini comunali e cantonali. Di qui l’esigenza di pianificare in termini sovraregionali.
Ma sullo sfondo resta l’interrogativo se la struttura politica svizzera, frammentata e decentralizzata (26 Cantoni, 148 circondari, 2.255 Comuni) in uno spazio di per sé già molto limitato, è ancora in grado di rispondere efficacemente ai problemi. E se non sia opportuno, per questo, cambiare dimensione. Come ha rilevato mercoledì la NZZ, per affrontare le questioni di natura sovraregionale è stata creata una fitta (e costosa) rete di organizzazioni che comprende 15 conferenze dei direttori cantonali, 6 conferenze regionali dei Governi, 750 concordati e, per quanto riguarda i Comuni, 23 mila consorzi. Un parziale rimodellamento istituzionale è già in corso. Dal 2000 sono stati eliminati 641 Comuni e 36 circondari.
Un domani questa tendenza potrebbe davvero travalicare i confini cantonali?
Il concetto di dodici aree d’intervento è praticabile, anche a soli fini pianificatori? Norman Gobbi, consigliere di Stato leventinese, è lapidario. «Un’idea stramba e per giunta nemmeno la prima. Non dimentichiamo che quando l’ARE aveva avviato il discorso di Progetto territoriale prevedeva “zone di spopolamento”, riferite alle regioni di montagna. Un concetto che aveva provocato una giustificata levata di scudi». Ma non c’è solo l’ARE dietro all’idea delle 12 regioni. «Ci sono state discussioni, ma non condivisione. Abbiamo già un progetto Gottardo (avviato da Ticino, Uri, Vallese e Grigioni. n.d.r.). Questo progetto incontra grosse difficoltà solo a funzionare come tale. Dal punto di vista di area funzionale sarà ancora più difficile se si pensa alla zona Gottardo come proposta dall’ARE». Un Ticino senza Leventina e Blenio? «Sono riflessioni che lasciano il tempo che trovano. Noi siamo sempre stati molto critici sulle nuove concezioni territoriali. Tant’è che rispetto all’idea iniziale messa in consultazione da parte dell’ARE è uscito un concetto molto diverso. Le loro visioni scientifico-intellettuali sono ben distanti dalla realtà territoriale e istituzionale». Ma sullo sfondo non c’è un’analogia con quello che si sta facendo, anche in Ticino, attraverso le fusioni comunali, creando organi più forti e coerenti? «Le aggregazioni devono avere uno scopo funzionale e portare a un miglioramento. Non mi sembra che questa proposta, salvo una riflessione sul Moesano, possa avere un senso, né nel caso del Gottardo né in quello, tanto per fare un esempio, dell’unione fra Vallese germanofono e Oberland bernese. Le collaborazioni fra Cantoni restano uno strumento migliore rispetto a queste ipotesi».
le zone
Spazio metropolitano Zurigo Zurigo, Sciaffusa e Zugo, parti di Turgovia, San Gallo, Argovia, Lucerna e Svitto. 2,14 milioni di abitanti.
Spazio metropolitano Basilea Basilea Campagna e Città, una parte del Giura, di Argovia e di Soletta. 566 mila abitanti.
Spazio metropolitano lemanico
Ginevra e Vaud, con porzioni di Vallese e Friburgo. 1,22 milioni di abitanti.
Regione della capitale
Canton Berna, con parti di Vaud, Friburgo e Soletta. 1 milione di abitanti.
Lucerna Ci sono Lucerna, Obvaldo, Nidvaldo e parti di Svitto e Argovia. Gli abitanti sono 466 mila.
Città Ticino Sottoceneri, Bellinzonese, Locarnese, Vallemaggia e Riviera. 320 mila abitanti.
Arco giurassiano Giura, Neuchâtel, Giura bernese e vodese. 394 mila abitanti.
Aareland Parti di Argovia e Soletta. 333 mila abitanti.
Nord-Est Appenzello Interno ed Esterno, parti di San Gallo e Turgovia. 588 mila abitanti.
Gottardo Uri, Leventina, Blenio, parti dei Grigioni e Valle di Goms. 126 mila abitanti.
Alpi occidentali Vallese, Alpi vodesi e Oberland bernese. 442 mila abitanti.
Alpi orientali Grigioni e valli limitrofe (in direzione Ticino e San Gallo). 250 mila abitanti.
(Articolo di Giovanni Galli)