Un piano da attuare con volontà e responsabilità  reciproca

Un piano da attuare con volontà e responsabilità reciproca

Vi porgo il saluto a nome del Consiglio di Stato e Vi ringrazio per la vostra folta presenza alla Presentazione del “Programma di integrazione cantonale 2014-2017”. 
 
La Legge federale sugli stranieri (LStr, articolo 53) esplicita chiaramente come la promozione all’integrazione sia un compito da adempiere da parte dei tre livelli istituzionali (Confederazione, Cantone e Comuni) in modo da “creare le condizioni quadro favorevoli alla parità di opportunità e alla partecipazione della popolazione straniera alla vita pubblica”. La Confederazione nel 2010, con la presentazione del progetto di “Programma federale di integrazione 2014-2017”, ha richiesto ad ogni Cantone di declinare questo Programma alle proprie esigenze specifiche in materia di integrazione. È stato questo un approccio pragmatico e proattivo. Approccio che ha coinvolto in modo sinergico tutti i Cantoni e tutti gli Uffici federali interessati alla tematica, la cui importanza è anche testimoniata dall’importante aumento di fondi stanziati nel perseguire una politica di integrazione efficace e modellata sullo spirito federale. Il rapporto federale ha infatti funto da punto di riferimento ai Cantoni, i quali lo hanno poi rimodellato in funzione delle specificità regionali e della composizione della popolazione straniera.
 
Il “Programma di integrazione cantonale 2014-2017” è dunque il frutto di un intenso lavoro durato quasi quattro anni. Ringrazio in tal senso il Delegato cantonale Francesco Mismirigo ed i due Gruppi di lavoro per l’encomiabile lavoro svolto nel saper adeguare le disposizioni federali alle nostre necessità locali. Il risultato è un documento strategico che coordina in maniera pragmatica e snella tutte le attività di integrazione garantendo, a tutti gli attori (fornitori di prestazioni) le medesime opportunità. 
 
Il Programma ticinese tiene in considerazione quanto già attuato attraverso il “Programma 2008-2011”, riconvertendo però alcuni dettagli su focus più chiari. Non si è fatto “tabula rasa” con quanto precedente costruito. Al contrario, si sono valorizzati gli elementi di maggior successo con le nuove indicazioni federali, adattandoli alle nuove realtà migratorie, ai nuovi bisogni ed al contesto socio-economico in cui verrà applicato. 
 
Sono stati ritenuti prioritari quattro campi d’azione:

  • la prima informazione sul nostro Paese ai nuovi arrivati; 
  • la prevenzione delle discriminazioni; 
  • la promozione della formazione e delle capacità professionali dei nuovi arrivati; 
  • il miglioramento della percezione del migrante nella nostra società.

L’accento è stato posto sull’apprendimento della nostra lingua,  quale strumento indispensabile per attuare quanto elencato e per favorire una reale integrazione, non solo sociale ma anche professionale. Da rimarcare la priorità data dal Dipartimento delle istituzioni nel voler garantire ai nuovi arrivati un’informazione uniforme sul funzionamento del nostro sistema politico, sui nostri valori e ben inteso sulle norme in vigore nel nostro Paese. La pubblicazione in 12 lingue de “Il Ticino in breve” di fine 2012 – e la relativa distribuzione a 20 Comuni pilota – è già una prima e concreta attuazione di questo Programma, il cui spirito si fonda sull’impegno di tutti, chi accoglie echi deve essere accolto. È questa una dimostrazione della volontà politica di garantire ai nuovi arrivati, ma anche ai nostri Comuni, tutti gli strumenti necessari per favorire una politica cantonale d’integrazione di successo. 
 
I Comuni, che è bene ricordarlo, sono i primi ad accogliere i nuovi arrivati: a loro spetta un’importante responsabilità e le attività di prima informazione sostenute, direttamente dal Cantone e dalla Confederazione. Attività volte soprattutto a prevenire ed anticipare i disagi, e a migliorare il senso di responsabilità e la conoscenza reciproca fra stranieri e cittadini svizzeri, come pure chiarire i compiti che anche chi giunge da noi si deve assumere.
 
Il “Piano cantonale di integrazione 2014 – 2017” è dunque uno strumento, da utilizzare con senso di responsabilità e volontà, a disposizione dei Comuni e dei partner della società civile coinvolti nel rafforzamento dell’informazione agli stranieri sul nostro Paese. Essendo l’integrazione un processo sociale e dinamico, ciò presuppone che il medesimo senso di responsabilità e volontà sia garantito da ogni parte, per garantirne l’esito. Se è infatti indiscutibile che la nostra politica di integrazione riconosce la diversità come un valore, analogamente i nuovi arrivati devono riconoscere la nostra
diversità. Un riconoscimento che deriva dall’ossequio alle nostre Leggi, dal rispetto verso il nostro Paese e nel perseguire – attraverso gli strumenti messi a disposizione – anche la loro indipendenza economica.
 
Il Dipartimento delle istituzioni ringrazia tutti coloro che hanno contribuito e contribuiranno all’attuazione concreta, pragmatica e priva di ideologie di questo Piano cantonale. Il cammino è ancora lungo e probabilmente non mancheranno gli ostacoli, ma la nostra determinazione saprà appianare le difficoltà, trasformandole in opportunità.
 
Vi ringrazio.
 
 
Discorso pronunciato dal Consigliere di Stato Norman Gobbi
in occasione della Presentazione degli obiettivi e delle misure del “Programma di integrazione cantonale 2014-2017” 
Martedì 15 ottobre 2013, Bellinzona, Hotel Unione

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