Caro Giuliano,
la notizia della tua dipartita ha lasciato un grande vuoto in molti Ticinesi e in particolare in chi ha avuto il piacere e l’onore di conoscerti. Un vuoto ancora più profondo, lo ha creato in chi politicamente e umanamente è cresciuto al tuo fianco. Sono tra quelli che hanno passato la seconda metà della propria vita con la tua figura politica, spesso ingovernabile e sorprendente, ma che hanno beneficiato delle tue indubbie capacità umane e di grande condottiero politico.
Hai saputo dare fiducia a molti giovani, politici e non, dando loro la possibilità di farsi la propria strada, senza preconfezionarla o imporla. Una qualità rara fondata, non dal tuo essere “Presidente a vita” della Lega dei Ticinesi, bensì dal riconoscimento nostro di questa tua funzione, che abbiamo voluto sempre ricompensare con la lealtà e l’amicizia che provavamo e proviamo per te.
Lealtà e Amicizia: due valori spesso troppo distanti dalla politica. Ma in questo la Lega dei Ticinesi e Giuliano Bignasca sono speciali; perché in definitiva il movimento della Lega dei Ticinesi assomiglia piuttosto ad una vera “famiglia allargata”, in cui ognuno – se lo desidera – trova il suo posto. In questa “famiglia” sono entrati in tanti, alcuni – forse, per fortuna – ne sono usciti, perché non rispettavano questi due fondamentali valori del movimento. Una famiglia “vera”, dicevo, che chi voleva interpretarla – e questo è avvenuto ancora in questi giorni – lo faceva con il “metro e le misure” dei partiti storici, sbagliando. “Noi non siamo come gli altri”, amavi dire, ed è la realtà.
Chi non voleva capirti affermava che eri accentratore e dittatoriale, ma, come nessun altro, hai saputo dare spazio a giovani motivati, indipendentemente dalla loro provenienza, e senza che fossero eredi e parenti delle “grandi famiglie” – anzi, meglio ancora se da queste “grandi famiglie” non provenivano. A dimostrarlo sta il fatto che sin dal 1991 il più giovane deputato al Gran Consiglio è della Lega dei Ticinesi. Nel mio caso, mi hai buttato subito nella mischia, lasciandomi fare i miei passi, concedendomi la “libertà” di compiere errori, costringendomi ad assumermi le mie responsabilità per le mie azioni od omissioni. Questioni non evidenti per un normale Presidente. Ma proprio questo tuo atteggiamento aperto, che dava fiducia al prossimo volonteroso, han fatto di te il “padre politico” di molti Ticinesi.
Un padre politico che ha voluto dare “spazio” ad un giovane vallerano, permettendogli, dopo 16 anni di esperienza tra Municipio e Gran Consiglio, di diventare – grazie al voto delle e dei Ticinesi – il secondo Consigliere di Stato della storia della “Lega dei Ticinesi”. Due mondi – la tua Lugano e la mia Leventina – tanto distanti, anche se infine ci ritrovavamo così vicini nell’affrontare con schiettezza e goliardia la vita politica e gli ostacoli della vita. Negli ultimi anni ho avuto il piacere di elaborare con te i manifesti delle campagne elettorali, dall’indiano che lotta per non finire in riserva, attraverso quelli contro l’UE e i Bilaterali, all’impagabile cartellone del 2011 che sanciva le grandi battaglie e sottolineava il tuo ruolo fondante e la tua centralità nei 20 anni della Lega.
Oggi ci troviamo più vuoti, anche se un po’ di te – caro Nano – ognuno di noi se lo porta dentro. Le idee, i valori, la gioia, la capacità di ascoltare i cittadini e di anticipare i tempi, l’umanità e soprattutto la voglia di lottare con la forza di mai mollare. Continueremo il tuo cammino per il Ticino libero e per il bene delle e dei Ticinesi, con la gioia nel cuore di aver conosciuto una persona straordinaria e di avere potuto “camminare” alcuni anni della propria vita in tua compagnia. Con Amicizia e Lealtà.
Norman Gobbi