Il Cantone Ticino ha avviato da diversi anni ormai la politica delle aggregazioni e le esperienze fatte hanno permesso di constatare una sostanziale soddisfazione per le scelte compiute e un apprezzamento per i cambiamenti qualitativi vissuti dai cittadini dei nuovi Comuni aggregati. Un fattore non indifferente, in quanto in ogni processo di aggregazione comunale si sa cosa si lascia, mentre le certezze su quanto si andrà ad avere non sono complete.
Oggi con la vostra festa per i 10 anni dall’aggregazione di Cadenazzo con Robasacco siete la migliore dimostrazione dei risultati ottenuti.
La volontà politica dell’autorità cantonale di seguire la via del riordino istituzionale dei Comuni ticinesi ebbe inizio alla fine degli anni Novanta da una parte in risposta alle difficoltà di molti comuni con finanze deficitarie, strutture amministrative carenti e quindi servizi inadeguati; dall’altra dalla necessità di attuare una strategia di rilancio competitivo a livello regionale all’insegna di uno sviluppo sostenibile.
Voi tra i primi avevate capito che nella politica delle aggregazioni e dei flussi tra Cantone e Comuni, non si deve perdere di vista un aspetto centrale: il servizio alla cittadinanza. In questo senso piccole realtà comunali, benché ben organizzate, non possono garantire medesimi servizi di qualità e quantità paragonabile a istituzioni comunali più strutturate. Ognuno con le proprie peculiarità, ma con una convergenza di vedute sui temi regionali e sulla necessità d’affrontare i problemi in maniera unita per realizzare una regione più dinamica sul piano economico, sociale e culturale.
Alla ricerca di una maggiore efficienza nella gestione delle risorse territoriali, finanziarie ed umane, il vostro progetto ha assunto una spiccata valenza di solidarietà intercomunale.
Il Municipio di Cadenazzo, ritenuto che l’aggregazione non avrebbe portato alcun
pregiudizio finanziario ai suoi cittadini visto il risanamento di cui avrebbe beneficiato Robasacco, ritenne infatti che fosse assolutamente necessario poter aiutare i cittadini di questo Comune a mantenere o ritrovare i diritti che gli devono essere garantiti.
Anche per Cadenazzo esistevano dei vantaggi come una razionalizzazione nell’accompimento di alcuni servizi tuttoggi svolti in comune, nonché la possibilità di gestire un territorio più ampio e con maggiori potenzialità.
In conclusione, ciò che accomunava i due Enti era la convinzione che fosse necessario mirare ad un Comune moderno, dotato della forza necessaria per affrontare con maggior dinamismo e razionalità le sfide poste da una società sempre più esigente e da un territorio sempre più complesso da gestire. Senza perdere l’identità locale perché una realtà comunale più vasta non annulla comunque le piccole e vitali identità di paese, ma anzi le rafforza.
Come Consiglio di Stato e Dipartimento delle istituzioni abbiamo continuato a credere che il progetto di aggregazione sia un passo concreto per il raggiungimento di un nuovo e competitivo Cantone in grado di difendere gli interessi e le priorità della sua popolazione e del suo territorio elaborando un Piano cantonale delle aggregazioni (PCA) ed al contempo sviluppando la riforma dei rapporti fra Cantone e Comuni. Una riforma che non sia soltanto prerogativa dei Comuni, ma che consenta di estendersi al Cantone stesso attraverso l’alleggerimento dell’apparato statale, con riduzione dei relativi compiti e dei corrispettivi oneri. La stessa si ripercuoterà sui Comuni, ma sarà al tempo stesso ampiamente compensata localmente dal sostanziale recupero in competenze, autonomia, e posti di lavoro.
In questo importante processo di riforma istituzionale rientrano anche i Patriziati che, nei nuovi Comuni aggregati, devono giocare e in taluni casi già giocano sempre più un ruolo di collante territoriale, profilandosi anche quali aggregatori sociali. Una funzione sempre più determinante e complementare al Comune.
Con la revisione parziale della Legge organica patriziale, in vigore il 1° gennaio 2013, si è creato il nuovo Fondo per la gestione del territorio, tramite il quale, per la prima volta si è introdotto un meccanismo di collaborazione diretta fra Comuni e Patriziati per interventi di gestione e manutenzione dello stesso. Il Governo ha così voluto riconoscere ai Patriziati, oltre al tradizionale ruolo legato al senso di appartenenza, al legame con il territorio e alle tradizioni locali, anche un ruolo sussidiario in collaborazione con i Comuni.
In questa visione rientra il pieno appoggio che il Governo ha appena confermato al progetto dell’aggregazione del Bellinzonese, progetto in cui anche voi come Comune di Cadenazzo vi rimettete nuovamente in gioco, convinti, ancora una volta, che sia la politica giusta.
Saranno sempre i Cittadini a dover decidere il prossimo autunno, ma i primi passi sembrano essere di buon auspicio.
Mi complimento quindi con tutti voi per l’atto di fiducia compiuto con lungimiranza 10 anni fa verso il futuro in cui le incognite erano molte e per la nuova sfida che avete scelto.
Un Ticino forte deve poter contare su Comuni sempre più in grado di ottimizzare ed ampliare la competenza amministrativa e l’offerta di strutture e di servizi a beneficio dei propri cittadini.
Le aggregazioni comunali hanno sin qui avuto il pregio di ridare più forza e più autonomia al Comune, riequilibrando parzialmente i rapporti fra Cantone e Comuni.
Vi ringrazio dell’attenzione.
Norman Gobbi Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni
Discorso pronunciato dal Consigliere di Stato Norman Gobbi in occasione dei 10 anni dall’aggregazione di Cadenazzo con Robasacco. 21 marzo 2015 – Cadenazzo
– Fa stato il discorso orale –