La politica delle aggregazioni comunali ticinesi è una realtà da oltre un decennio. Un progetto politico il cui scopo è quello di avere attori sul territorio capaci di rispondere alle aspettative del cittadino moderno, la cui mobilità è molto alta, così come la sua necessità di servizi. In questo, il Consiglio di Stato attuale è convinto che la politica delle aggregazioni vada ulteriormente sviluppata e nei prossimi mesi presenterà un “Piano Cantonale delle Aggregazioni”, figlio della nuova Legge sulle Aggregazioni votata dal Parlamento e non impugnata in sede di referendum. In questo discorso generale del riordino istituzionale del nostro Cantone, rientra anche il vostro progetto d’aggregazione comunale.
Le “Tre Terre” costituiscono uno splendido giardino residenziale, posto tra l’agglomerato urbano di Locarno e le valli del Locarnese. Una piccola zona del Canton Ticino la cui caratteristica residenziale è innegabile dal punto di vista territoriale, ma anche confermata dalla prevalenza di soggetti fiscali fisici rispetto ai giuridici. Ne consegue che questo giardino alle porte di Locarno ha già beneficiato delle ricadute positive generate dalla vicinanza ad un polo regionale. Una gestione del territorio attenta ha permesso poi di avere uno sviluppo equilibrato e strutturato, nonostante la pressione immobiliare.
Sentite queste parole ci si potrebbe chiedere: perché aggregarci? Una domanda non nuova qui nei Comuni di Cavigliano, Tegna e Verscio, dato che nel 2002 vi siete già espressi su un progetto d’aggregazione comunale. Sono passati esattamente 9 anni dal voto consultivo, che sfociò in un abbandono a seguito dell’esito negativo registrato nel solo Comune di Tegna.
Oggi, l’auspicio dell’autorità cantonale è che gli anni passati abbiano permesso di far maturare la consapevolezza delle opportunità offerte da un’aggregazione. Qui si tratta di fare il riordino di un giardino residenziale che è frastagliato; la prima opportunità è dunque quella di una gestione del territorio ancor più consapevole e una valorizzazione residenziale di questo comprensorio, con opere di miglioramento in particolare lungo la strada cantonale. Oggi i tre Comuni sono gestiti da tre amministrazioni comunali, 15 municipali e numerosi Consiglieri comunali; la seconda opportunità è quella di gestire una zona che condivide aspetti particolari sotto un unico governo, formato da un’amministrazione, 5 municipali e 25 Consiglieri comunali. Le finanze comunali del comprensorio delle “Tre Terre” sono deboli, in confronto ad altre zone residenziali alle porte di un agglomerato; la terza opportunità data è quella del sostengo cantonale all’aggregazione, per un totale di 2.88 Milioni di franchi.
Su quest’ultima opportunità ho letto e percepito diverse critiche dal fronte dei contrari. Può darsi che 2.88 Milioni siano pochi. Se teniamo però conto che il Consiglio di Stato ha destinato 2 Milioni di franchi straordinari per il rafforzamento delle finanze del futuro Comune e prolungato di 4 anni i contributi di livellamento, si può altrettanto affermare che senza dubbio il Cantone partecipa alla realizzazione di questo progetto di riordino istituzionale. Una partecipazione commisurata alla rilevanza strategica del progetto, che – come indicato anche nello studio strategico regionale – è una tappa verso la creazione del grande agglomerato del Locarnese.
Chi teme che con l’aggregazione si perda l’identità locale, credo sottovaluti il proprio orgoglio e le capacità dei suoi concittadini nel ribadire la loro identità. Infatti, penso solo al caso che mi riguarda personalmente: quando mi dicono che sono di Quinto, preciso le mie origini piottesi, a dimostrazione di come una realtà comunale vasta non annulli le piccole e vitali identità di paese, ma anzi le rafforzi. In questo senso, non temo la sparizione di pregevoli attività e associazioni a sostegno dei singoli villaggi; sono invece convinto che l’aggregazione permetta di rafforzare quest’attenzione posta localmente, proprio perché sarà compito del futuro Comune ribadire l’importanza di ogni futura frazione nel nuovo contesto comunale.
Il Cantone Ticino ha avviato da diversi anni ormai la politica delle aggregazioni e le esperienze fatte hanno permesso di constatare una sostanziale soddisfazione per le scelte fatte e un apprezzamento per i cambiamenti qualitativi vissuti dai cittadini dei nuovi Comuni aggregati. Un fattore non indifferente, in quanto in ogni processo di aggregazione comunale si sa cosa si lascia, mentre le certezze su quanto si andrà ad avere non sono complete. Come più volte affermato nelle vivaci serate di informazione nei Comuni di sponda sinistra della Maggia – che sta vivendo una sfida epocale nel progetto che potrà dar vita alla seconda città del Cantone e al primo polo urbano unificato del Sopraceneri – l’aggregazione è un atto di fiducia verso le future classi dirigenti. Infatti guardassimo unicamente il livello locale, troveremmo diversi motivi contro quel o tal sindaco, oppure questa o quella incapacità gestionale; ma alla fine cosa otterremmo? Nulla.
Credo invece che si debba fare un atto di fiducia ai giovani che potranno domani raccogliere un territorio unificato. Dobbiamo credere in loro e dare loro l’occasione di raccogliere le sfide di domani. Un partita tutta da giocare e soprattutto da giocare assieme.
Ora sta a voi, cittadini dei Comuni di Cavigliano, Tegna e Verscio, raccogliere questa sfida verso il domani. Una sfida che deve far dimenticare i personalismi e gli errori di ieri, proprio perché orientata ai giovani. Non dobbiamo condizionare il voto dal rancore verso chi ieri ed oggi si oppone democraticamente al progetto; il voto a favore di questo progetto deve essere convinto, perché animato dalla vostra capacità di fare un atto di fiducia per un futuro di unità e condivisione in questo splendido territorio.
Vi ringrazio.
Norman Gobbi
Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni