Dalla stagione 2015-2016 una tassa a carico delle società sportive per finanziare il servizio della polizia Norman Gobbi: «Soluzione minima e sostenibile» – L’invito a vendere birra a bassa gradazione alcolica.
L’aumento dei casi di violenza fuori dagli stadi in occasione di partite di calcio e hockey, unitamente ai costi che genera alla collettività il servizio d’ordine della polizia cantonale, sono al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e della politica da anni. Ora il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi ha comunicato alle società sportive la decisione di prelevare una tassa di un franco a spettatore per coprire parzialmente quel milione di franchi all’anno che viene speso per gli eventi sportivi che animano gli stadi ticinesi. La decisione di Gobbi figura nero su bianco in una lettera del 5 giugno trasmessa alle società sportive di hockey, il Lugano e l’Ambrì Piotta, unitamente a tre di calcio: Chiasso, Locarno e Lugano. «Alla società – si legge – verrà richiesto di ristornare al Cantone un contributo per i costi di sicurezza pubblica a margine degli incontri sportivi nella forma di un importo di franchi uno per ogni spettatore che presenzia alle partite casalinghe sull’arco della stagione». All’interno del perimetro dell’impianto sportivo, per contro, il servizio d’ordine è di esclusiva competenza dei club che sono chiamati ad affidarsi a società di sicurezza private.
La nuova proposta di Gobbi è stata discussa lo scorso 22 maggio in un incontro con i vertici dei singoli club, durante il quale, puntualizza il direttore delle Istituzioni, «è stato possibile ottenere un consenso di principio in merito alla proposta dipartimentale».
Gobbi, interpellato dal Corriere del Ticino, ha ribadito trattarsi di «una soluzione minima e sostenibile per tutti. Il mio obiettivo non è di certo mettere in ginocchio le società sportive e credo sia una buona cosa muoversi così prima che arrivino soluzioni anche più invasive». Ma la novità non scatterà immediatamente, bensì dalla stagione sportiva 2015-2016.
Oggi al Cantone il servizio d’ordine organizzato dalla Polizia cantonale con il supporto di quelle comunali, costa al contribuente circa un milione di franchi. Con il prelievo di un franco a spettatore «prevedo riusciremo a coprire un quarto dei costi sostenuti, ovvero circa 250.000 franchi».
La direttiva parla di «ogni spettatore che presenzia alle partite», mentre attualmente, almeno nell’hockey, le statistiche degli spettatori vengono stilate in base agli spettatori paganti. In sostanza chi ha un abbonamento, anche se non è fisicamente presente, viene considerato come nel conteggio. «Vedremo di trovare una soluzione con le società, non credo che sia un problema insormontabile» conclude Gobbi.
Nella lettera si ricorda che dalla stagione ormai alle porte le partite di hockey e calcio sottostanno ad autorizzazione da parte delle autorità cantonali per evitare la concomitanza di incontri a rischio, come era accaduto la scorsa stagione a Lugano tra calcio e hockey.
Gobbi e i responsabili dei club hanno parlato anche di alcol negli stadi. Il Concordato intercantonale, in casi estremi, può anche permettere la vendita di alcol all’interno degli impianti. Gobbi ribadisce di «essere stato sempre contrario ai divieti». E scrive che «nel rispetto degli accordi già presi con le ditte fornitrici, preghiamo le società di prevedere la vendita di birra senz’alcol (come indicato anche dalle norme federative) e di orientarsi – a favore della sicurezza, anche stradale – verso la vendita di birra a bassa gradazione alcolica».
Corriere del Ticino, Gianni Righinetti – 13.06.2014