Un Comune in evoluzione

Un Comune in evoluzione

Il Comune ticinese ha assunto un ruolo sempre più impegnativo e l’attività è diventata più complessa ed articolata tale da richiedere maggiori responsabilità da parte sia dei politici che dei funzionari che lo amministrano. In quanto livello più prossimo al cittadino, costituisce un tassello fondamentale del sistema e come tale deve mantenere un ruolo vivo e dinamico, capace di assolvere adeguatamente i suoi compiti.

Per questi motivi da oltre un decennio è oggetto di un’importante riforma istituzionale, volta ad adeguarlo alle esigenze di una società in sostanziale evoluzione.

Un Ticino forte deve poter contare su Comuni sempre più in grado di ottimizzare ed ampliare la competenza amministrativa e l’offerta di strutture e di servizi a beneficio dei propri cittadini.

Le aggregazioni comunali hanno sin qui avuto il pregio di ridare più forza e più autonomia al Comune, riequilibrando parzialmente i rapporti fra Cantone e Comuni. 

Di pari passo al processo delle aggregazioni comunali, elemento cardine dei cambiamenti in atto, traspare la necessità di adattamento e di miglioramento delle organizzazioni amministrative legate alle nuove realtà.

Oltre quindi alla riorganizzazione istituzionale, si è riservata particolare attenzione all’adattamento della legislazione alle nuove esigenze: con la Legge sulla perequazione finanziaria intercomunale (LPI) si è attuata una importante azione verso la responsabilizzazione dei Comuni nell’ambito di un sistema intercomunale di solidarietà finanziaria e con la nuova Legge sul consorziamento dei Comuni si è ottenuto un più efficace controllo dei Comuni sulla gestione consortile. Mentre le successive revisioni della Legge organica comunale hanno progressivamente dotato i Comuni di moderni strumenti di gestione, aprendo in particolare al partenariato.

Appartiene al citato processo anche la revisione parziale della Legge organica patriziale del 28 aprile 1992, entrata in vigore il 1° gennaio 2013.

La revisione ha dato luce al nuovo Fondo per la gestione del territorio, tramite il quale, per la prima volta si è introdotto un meccanismo di collaborazione diretta fra Comuni e Patriziati per interventi di gestione e manutenzione dello stesso. Nella revisione, il Governo ha voluto riconoscere ai Patriziati, oltre al tradizionale ruolo legato al senso di appartenenza, al legame con il territorio e alle tradizioni locali, anche un ruolo sussidiario in collaborazione con i Comuni. Nei nuovi Comuni aggregati, i Patriziati giocano sempre più un ruolo di collante territoriale profilandosi anche quali aggregatori sociali. Una funzione sempre più determinante e complementare al Comune.

Inoltre la recente modifica dell’art. 171b della Legge organica comunale (LOC) ha introdotto il principio di qualità nella gestione dei Comuni ticinesi, favorendo così un ulteriore miglioramento delle prestazioni fornite dalle Amministrazioni comunali.

Malgrado le differenze che lo contraddistinguono dall’economia privata mirante al profitto, la gestione del Comune, predisposta all’erogazione di servizi al Cittadino in base ai principi di causalità, dal punto di vista gestionale si rivela essere sempre più simile a quella di una normale azienda. Ne consegue che le attività comunali vanno fissate, controllate e migliorate in continuazione, assicurando un equilibrio e sapendo percepire le aspettative della popolazione. Perché al centro c’è sempre il cittadino di oggi e di domani.

Per favorire il raggiungimento di un servizio qualitativamente performante è essenziale definire e perfezionare i metodi di lavoro ed i relativi processi, in modo da poterli valutare, ma anche migliorare ed ottimizzare. 

La gestione dell’amministrazione pubblica sta ormai acquisendo in tutto e per tutto la concezione di New Public Management (NPM), fondata sulla qualità del prodotto e sulla soddisfazione dei bisogni degli utenti, che nel caso specifico si identificano nei cittadini-utenti. 

Quest’ultima concezione presuppone il monitoraggio continuo del servizio erogato e del grado di soddisfazione dell’utenza, in modo tale di garantire un miglioramento della qualità. 

La chiave per raggiungere tale obiettivo passa dai modelli di qualità e si concretizza con la certificazione dei relativi processi. 

Questa innovazione favorisce la ricerca dell’efficienza e consente l’ottimizzazione del rapporto prestazione/costo e la razionalizzazione della spesa pubblica, agevolando il politico nell’assunzione delle proprie responsabilità. Allo stesso tempo permette una maggiore trasparenza nei confronti del cittadino-utente facilitando un avvicinamento alle istituzioni ed alla politica e previene il rischio di malversazioni all’interno dell’amministrazione pubblica. 

Per accompagnare i comuni in questa impegnativa sfida, il Cantone ha messo a disposizione un modello di strumento per una nuova “cultura” gestionale del Comune, sotto forma di Sistema di gestione qualità (SGQ).

E’ di un anno fa la presentazione di un manuale elaborato dal Dipartimento delle istituzioni attraverso la Sezione degli enti locali (SEL), d’intesa con il Team Qualità della Divisione della formazione professionale (DECS) ed in collaborazione con altri servizi dell’Amministrazione cantonale, tra cui il Controllo cantonale delle finanze (CCF): uno strumento di supporto creato per focalizzare l’introduzione della qualità nelle Amministrazioni comunali.

Nel frattempo una decina di Comuni hanno già intrapreso un percorso formativo, offerto in collaborazione tra la SEL ed il Centro di formazione degli Enti locali (CFEL) volto a dotare il comune di un proprio sistema di qualità.

Inoltre, una fase così delicata per le finanze pubbliche può diventare anche uno stimolo a ripensare le modalità tradizionali di funzionamento degli enti pubblici.

E il tema che oggi affrontate nella vostra tavola rotonda può diventare uno di questi.

Per raggiungere certi obiettivi e realizzare opere di interesse pubblico si potrebbe guardare con maggiore interesse anche alle possibilità di PPP (Partenariato Pubblico Privato), strumento che al di fuori dei nostri confini sta già avendo un interessante applicazione. Finora il PPP ha stentato a imporsi in quanto in passato le difficoltà finanziarie non erano tali da giustificare una seria ricerca di modalità alternative di finanziamento e acquisti pubblici. A fronte del calo delle risorse finanziarie disponibili, a lungo termine il Comune non sarà in grado di svolgere da solo attività sempre più varie. Si renderanno pertanto necessarie nuove forme di collaborazione, come quella tra pubblico e privato, finalizzate al raggiungimento di una maggiore efficienza o allo svolgimento di complesse attività di interesse collettivo. Esempi come la costruzione degli stadi di calcio di Berna, Basi¬lea e Neuchâtel sono concrete e positive realizzazioni di PPP.

Qui a Lugano, ad esempio, se ne parla per il progetto di realizzazione del nuovo stadio Cornaredo, che dovrebbe avvenire in collaborazione con partner privati. 

In questi casi comunque l’amministrazione pubblica deve continuare a gestire le scelte strategiche più importanti senza perdita di potere decisionale, rimanendo il vero motore dello sviluppo economico e sociale locale, per promuovere dei cambiamenti nell’interesse del cittadino che deve rimanere sempre al centro delle riforme in atto. Il partenariato potrebbe poi non esaurirsi con la costruzione e il finanziamento di un’infrastruttura, ma continuare per tutto il ciclo di vita di quest’ultima.

Tanti strumenti quindi per il progetto di riorganizzazione del ruolo dei comuni per conseguire obiettivi di servizio alla popolazione e di crescita economica e per rendere il potere locale più capace di essere partecipe con nuovi ruoli e competenze.

L’auspicio del Dipartimento delle istituzioni è favorire e sviluppare una sempre maggiore efficienza per un continuo e migliore servizio di prossimità ai cittadini, la più importante sfida per la costruzione del Ticino di domani.

 

Discorso pronunciato dal Consigliere di Stato Norman Gobbi, Direttore del Dipartimento delle istituzioni in occasione della Giornata del Comune 2014 

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