Di Michele Foletti, Mattino della domenica 05.04.2015
Per anni questo Cantone non è stato capace di proporre nuovi modelli e nuove visioni a livello di amministrazione, di gestione e di sviluppo. Solo un Governo a maggioranza leghista potrà dare un futuro al Ticino.
L’ultimo quadriennio prima della rivoluzione del 2011 con il cambiamento della maggioranza relativa in Consiglio di Stato è risultato praticamente inutile. E’ stato un quadriennio di attesa e preparazione al pensionamento dei tre consiglieri uscenti. Tempo perso per cittadini e aziende, ma tempo guadagnato per i tre partiti storici che lo hanno utilizzato per consolidare il proprio potere nell’amministrazione in attesa del sorpasso leghista.
E’ sufficiente ricordarsi di tante nomine e tante promozioni per capire che i partiti storici hanno solo cercato di piazzare le proprie pedine nei punti nevralgici dell’amministrazione in modo da evitare il peggio.
L’attuale Consiglio di Stato – a maggioranza relativa leghista – con tre consiglieri nuovi su cinque, ha dovuto tentare di recuperare il tempo perso, praticamente in tutti gli ambiti: pianificazione ospedaliera, riforma Cantone-Comuni, nuova giustizia, riforma territoriale (PCA), riforma della scuola media, riforma della polizia, riforma del settore amministrativo (esecuzione fallimenti, ecc.), riforma della mobilità, riforma della logistica, riforma della gestione del personale, riforma dei sussidi e via dicendo.
E questo non perché il nuovo Governo a maggioranza relativa leghista fosse impazzito di colpo e si fosse messo in testa che era tutto da cambiare; no, unicamente perché il tempo perso con l’ultimo governo a maggioranza liberale-radicale aveva portato il Canton Ticino in fondo a tutte le classifiche di competitività intercantonale: dagli studi PISA sulla scuola, ai dati sulla criminalità, dalla competitività insediativa, alla capacità di trattenere pazienti ospedalieri sul proprio territorio. E molto altro.
Non lo dico io: lo dicono i dati, purtroppo.
L’attuale Consiglio di Stato (a maggioranza relativa leghista) è stato capace a proporre le prime riforme in questa legislatura, mentre l’attuale Parlamento (a maggioranza dei partiti storici) le ha avversate sistematicamente.
Noi cittadini non possiamo permetterci di tornare indietro di quattro anni o continuare come nella precedente legislatura: abbiamo bisogno di persone che guardano avanti e che pensano al futuro di questo Cantone. Abbiamo bisogno di Consiglieri di Stato coraggiosi e visionari e di parlamentari capaci di concordare le migliori soluzioni. Il Cantone deve cercare di essere competitivo e di essere autonomo nelle sue scelte.
Se crediamo nel nostro futuro di ticinesi dobbiamo votare per un Consiglio di Stato a maggioranza leghista e per un Parlamento in grado di sostenere l’azione di governo. Ce lo insegna la storia recente degli ultimi otto anni.
E scrivo queste cose con tutta l’umiltà possibile, di chi due anni fa si è assunto la responsabilità di riformare una Città che era sul baratro della bancarotta e che con tanto lavoro, senza promesse e senza avere il solo desiderio di compiacere i propri elettori, sta mettendo in ordine i conti, sta creando gli strumenti necessari per una sana gestione e contenere i debiti: tutto questo, allo scopo di dare un futuro ai nostri cittadini.