Questo fine settimana i cittadini del Canton Ticino sono stati chiamati alle urne per esprimersi su tre oggetti in ambito federale e due temi a livello cantonale.
Il Popolo ha approvato con 45’785 voti favorevoli (56.85%) la modifica della Legge sull’organizzazione e la procedura in materia di tutele e curatele dell’8 marzo 1999. I voti contrari sono stati invece 34’749 (43.15%). Dei 215’904 iscritti in catalogo si sono recati alle urne il 40.38% dei votanti.
La riforma della legge si era resa necessaria in seguito alla revisione del Codice civile svizzero, in particolar modo del nuovo diritto di protezione degli adulti, entrato in vigore il 1° gennaio 2013. I cittadini hanno votato sulle modifiche legislative approvate dal Parlamento ticinese il 26 settembre 2012.
Contro la modifica di legge, della quale si contestano in particolare alcune norme controverse, era stato in seguito promosso il referendum da parte di 68 Comuni, sostenuto anche da una ventina di altri Comuni. Essendo riuscita la domanda di referendum il popolo è stato chiamato a decidere.
Il referendum aveva sospeso l’entrata in vigore della revisione legislativa votata dal Gran Consiglio lo scorso mese di settembre. Per evitare una lacuna nel diritto cantonale il Parlamento aveva adottato un decreto legislativo in via di urgenza, le cui disposizioni sono entrate in vigore il 1° gennaio 2013 in contemporanea al nuovo Codice civile svizzero.
Conseguentemente ai risultati della votazione odierna – che rispecchiano quanto auspicato dal Gran Consiglio – entra immediatamente in vigore la riforma legislativa del 26 settembre 2012. Le disposizioni adottate in via d’urgenza diventano pertanto superflue e decadono. Gli emendamenti votati dal Parlamento e contestati dai promotori del referendum, entreranno in vigore il 1° luglio 2013. Tra questi vi sono in particolare:
. Il grado di occupazione minimo all’80% del Presidente delle Autorità regionali di protezione.
. L’esame di idoneità da parte del Consiglio di Stato per l’assunzione della funzione di Presidente.
Si rammenta infine che, al più tardi entro il 2018, l’Esecutivo cantonale ha prospettato al Legislativo di trasferire le competenze in materia di protezione del minore e dell’adulto dalle Autorità di protezione alle Autorità giudiziarie. Tale approccio è già stato condiviso anche dal Gran Consiglio.