Norman Gobbi: “Occorre proteggere la Svizzera e il ruolo dei Cantoni”
Dopo aver interrotto nella primavera del 2021 la trattativa con l’UE per la sottoscrizione di un “accordo istituzionale”, il Consiglio federale ha deciso di elaborare un nuovo mandato negoziale con l’Unione europea. Prima però di avviare i lavori, il mandato sarà sottoposto al Parlamento e alla Conferenza dei Governi cantonali (CGC). “Vedremo quale sarà il contenuto di tale mandato – afferma il Consigliere di Stato Norman Gobbi – certo è che dalle prime informazioni avute sugli indirizzi del Consiglio federale le critiche non mancheranno. Come Governo cantonale faremo avere le nostre osservazioni per il tramite della CGC. Alcuni punti sono per noi irrinunciabili. E qui penso in particolare alla difesa dei posti di lavoro e quindi alle misure di accompagnamento che devono essere messe in campo per proteggere le lavoratrici e i lavoratori residenti in Ticino contro, soprattutto, il dumping salariale che ci affligge ormai dall’introduzione della libera circolazione. Lo stesso discorso vale per scongiurare quello che viene chiamato “il turismo dell’assistenza sociale”, legato all’arrivo di persone che non danno un valore aggiunto alla nostra economia o ai nostri servizi, ma che anzi pesano sui conti degli aiuti sociali”.
C’è però un altro aspetto che il Direttore del Dipartimento delle istituzioni mette in evidenza. “Personalmente ritengo pure che dovremo essere fermi nei confronti dell’UE per quanto riguarda la salvaguardia della nostra sovranità nazionale. Non potremo quindi accettare una ripresa del diritto dell’UE. Oggi l’Unione europea vuole definire tutti gli aspetti che toccano per esempio il mondo dell’economia, come pure della socialità. Il rischio è quello di vedere decisioni prese al Parlamento federale e spesso anche dal popolo svizzero venire annullate perché l’UE ha deciso di fare altrimenti. La nostra democrazia diretta verrebbe pesantemente messa in discussione. Personalmente sarebbe un passo inaccettabile. Su questo fronte, qualora le trattative portassero agli stessi risultati visti nel precedente round negoziale – poi fortunatamente interrotto – non ci sono discussioni che tengano. Sarebbe un secco no”, sottolinea Norman Gobbi.
C’è almeno un aspetto positivo nella recente evoluzioni della politica estera del Consiglio federale. “I Cantoni vengono finalmente informati e consultati con regolarità. Ciò mi porta a ribadire l’importanza di dare ai Cantoni – in particolare a quelli di frontiera – maggiori compiti nelle trattative di tipo bilaterale con gli Stati o le regioni confinanti. In Ticino, per esempio, conosciamo bene sia le istituzioni italiane sia i temi prioritari da sviluppare con la controparte italiana. In questo contesto dobbiamo rafforzare le potenzialità dei Cantoni. Perché molte soluzioni concrete su diversi temi – penso alla sicurezza, al lavoro, all’approvvigionamento energetico per fare solo alcuni esempi – potrebbero trovare migliori riscontri in un rapporto in cui il Ticino può giocare le sue carte”, conclude il Consigliere di Stato Norman Gobbi.
Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 19 novembre 2023 de Il Mattino della Domenica