Il rinnovato Pretorio accoglierà pure polizia e Pretura civile
Corte d’appello federale, servizi della Polizia cantonale e Pretura civile del distretto diBellinzona. Questi i contenuti che includerà lo stabile dell’ex Pretorio una volta ristrutturato attraverso un’operazione da oltre 50 milioni di franchi. Ieri mattina in cima a viale Franscini si è tenuto un momento simbolico per celebrare l’inizio dei lavori di costruzione dell’opera che dovrebbe essere inaugurata fra tre anni.
Fino a una decina di anni fa il progetto di ristrutturazione e ampliamento prevedeva il collocamento all’ex Pretorio anche del Tribunale penale cantonale, della Corte di appello e di revisione penale e della Pretura penale. Tuttavia le nuove esigenze della Confederazione hanno portato il Consiglio di Stato ticinese a cambiare rotta, optando per una loro centralizzazione a Lugano. A Bellinzona l’intervento andrà in particolare a garantire nuovi spazi per l’adiacente Tribunale penale federale (Tpf): nell’ex Pretorio sarà collocata la Corte d’appello federale, che lascerà l’adiacente sede del Tpf (che un tempo ospitava la Scuola cantonale di commercio) dove gli spazi non sono più sufficienti. La Polizia cantonale centralizzerà invece i suoi servizi regionali dei reparti Gendarmeria e Giudiziaria. Spazio anche per le celle per la carcerazione preventiva e altri servizi di polizia come l’assunzione di informazioni preliminari, analisi strategiche e contrasto a fenomeni gravi. Troverà posto anche la nuova sede della Pretura civile del distretto, attualmente collocata in piazza Governo. Lo stabile (realizzato con standard Minergie e allacciato alla rete di teleriscaldamento) sarà composto da sei piani, due interrati, tre sopraelevati più il pianterreno. Nei due livelli interrati saranno inseriti parcheggi, depositi, locali tecnici, spazi dedicati alla polizia. La Corte d’appello federale sarà insediata principalmente su due piani, mentre gli spazi al secondo e al terzo piano saranno dedicati alla Pretura civile e alla polizia.
Accumulato un po’ di ritardo
L’investimento complessivo ammonta a poco più di 50 milioni di franchi (3,8 milioni per la progettazione e 46,7 per la realizzazione, di cui 3 a carico della Confederazione). «A oggi – ha informato il direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia Christian Vitta – sono già stati deliberati oltre 28 milioni di franchi a ditte ticinesi per lavori e appalti, proprio in un momento in cui il settore dell’edilizia reclama maggiori investimenti». Come indicato dal capo della Sezione della logistica Giovanni Realini, i lavori – cominciati nel 2021 con le opere preliminari seguite dalla demolizione di gran parte dell’edificio – hanno accumulato un po’ di ritardo a causa di due ricorsi che sono però nel frattempo stati respinti. Tuttavia la consegna dell’opera è ora prevista nell’autunno del 2026 (e non a fine 2025 come ipotizzato dal messaggio approvato dal Gran Consiglio nel 2021). Riferendosi all’arrivo a Bellinzona del Tpf nel 2004 e all’imminente ampliamento dei suoi servizi, il direttore del Dipartimento delle istituzioni (Di) Norman Gobbi ha parlato di «una rivendicazione di questo cantone per far vivere il liberalismo e la parità di trattamento tra tutte le regioni linguistiche. Far capire che anche la giustizia federale fa parte della coesione nazionale – ha proseguito il consigliere di Stato – è stato sicuramente uno dei motivi che ha poi portato la Confederazione ad accogliere la richiesta del Ticino, che ricordo non era il solo e abbiamo quindi dovuto combattere. Non nego poi che qualche anno fa, qualcuno sotto la cupola di Palazzo federale si chiedeva perché mantenere in Ticino anche la Camera d’appello. Fortunatamente, grazie all’impegno di tutti e alla forte volontà del Cantone, si è riusciti a togliere dal tavolo queste velleità». Gobbi ha poi accennato al progetto per la nuova ‘Cittadella’ della giustizia a Lugano che prevede nuovi spazi con l’acquisto dello stabile dell’ex Banca del Gottardo e la ristrutturazione completa dell’attuale Palazzo di giustizia in via Bossi. Un annoso e controverso dossier che, come noto, è ancora pendente sul tavolo della Commissione della gestione. Vitta ha infine sottolineato come l’edificio del Pretorio e del Tpf siano «strettamente legati alla storia e alla memoria collettiva della città di Bellinzona». Piace al Direttore del Dfe l’attenzione posta dalla Sezione della logistica alla flessibilità degli spazi e al mantenimento del carattere storico dell’edificio. I corpi di testa del Pretorio che si affacciano su viale Franscini non sono stati abbattuti e verranno integralmente conservati.
Articolo pubblicato nell’edizione di sabato 2 settembre de La Regione
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«Un’opera strategica per il Ticino»
A Bellinzona è stata posata la prima pietra – L’edificio vedrà la luce nel 2026
La cerimonia per l’inizio dei lavori si è svolta di fronte a numerose autorità politiche e giudiziarie – La consegna dell’edificio che accoglierà anche la Corte d’Appello del Tribunale penale federale è prevista nel 2026 – «L’occasione per ribadire l’indirizzo cantonale in materia di polizia e giustizia»
Una bilancia, la Costituzione federale e una bandiera del Canton Ticino. Tre oggetti consegnati ai posteri attraverso una capsula del tempo collocata al centro del grande cantiere dove, a partire dall’autunno del 2026, sorgerà il nuovo Pretorio di Bellinzona. La cerimonia di posa della prima pietra si è svolta ieri alla presenza di numerose autorità politiche e giudiziarie cantonali, federali e comunali. Un momento «simbolico » con cui il Consiglio di Stato ticinese ha ufficialmente dato il via ai lavori di ristrutturazione, ribadendo nello stesso tempo l’indirizzo strategico che si intende dare a giustizia e polizia attraverso questo nuovo insediamento.
«Rivendicazione federalista»
Una volta ristrutturato e ampliato, lo stabile, situato in cima a viale Franscini, accoglierà la Corte d’Appello indipendente del Tribunale penale federale (TPF), oltre alla Pretura civile del distretto di Bellinzona e alla Polizia Cantonale (Gendarmeria, Polizia giudiziaria, celle e altri servizi). Nel suo intervento, il direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi, ha ricordato il significato politico di quest’opera: «Vent’anni fa il Ticino rivendicava a Berna l’arrivo a Bellinzona del Tribunale penale federale. Oggi celebriamo l’ultimo tassello di questa rivendicazione con l’insediamento della Corte d’Appello indipendente». Una vittoria (contro quei Cantoni che negli anni si sono messi di traverso) conquistata all’insegna del federalismo e della parità di trattamento tra le regioni linguistiche.
Il direttore del Dipartimento delle finanze dell’economia (DFE), Christian Vitta, dal canto suo, ha ripercorso il lungo iter istituzionale che a portato all’inizio dei lavori con l’approvazione dal parte del Gran Consiglio del messaggio per il credito di ristrutturazione e ampliamento dello stabile. Un progetto da 50 milioni (43 finanziati dal Cantone) per il quale ne sono già stati deliberati più della metà a favore di ditte ticinesi, ha detto Vitta. «Un sostegno al settore dell’edilizia cantonale in un momento di rallentamento e di diminuzione degli ordini».
Ex Banca del Gottardo
Da ultimo Vitta ha sottolineato il valore strategico del progetto in ottica di una riorganizzazione cantonale in materia di giustizia e polizia. Un tema caro anche al consigliere di Stato Norman Gobbi, il quale è tornato a ribadire l’importanza dell’acquisizione dello stabile dell’ex Banca del Gottardo a Lugano per insediarvi la cosiddetta cittadella della giustizia. Un polo dove concentrare tutte le autorità penali giudicanti, ovvero le sedi del Tribunale d’appello cantonale, del Ministero pubblico unificato, della Corte di appello e di revisione penale, della Pretura penale e del Tribunale penale cantonale. «Una soluzione definitiva e rappresentativa della giustizia ticinese che il Governo intende ribadire davanti al Parlamento », ha detto Gobbi. «Per questo progetto però, oltre al sostegno politico, occorre il convincimento delle autorità giudiziarie» (vedi box a lato).
Novità in Gestione
Pendente oramai da diverso tempo in Commissione gestione e finanze del Gran Consiglio, il dossier prossimamente potrebbe tuttavia conoscere nuovi sviluppi: « A metà settembre è prevista un’audizione con il Consiglio di Stato e i funzionari dei dipartimenti coinvolti», ha commentato da noi sollecitato a margine dell’evento il presidente della commissione Michele Guerra. «È previsto un aggiornamento sul tema. Pare vi siano importanti novità. Non sappiamo quali, ma possiamo immaginare che riguardino alcuni degli aspetti maggiormente divisivi, ossia il prezzo di compravendita e l’importo degli investimenti necessari per rendere lo stabile adeguato agli scopi previsti ».
Tempistiche e restauro
Tornando al cantiere del nuovo Pretorio, per un punto finale sullo stato dei lavori la parola è passata a Giovanni Realini, capo della Sezione della logistica del DFE. «I lavori di demolizione e scavo sono iniziati come da programma nell’agosto del 2022, per poi subire un’interruzione a causa di due ricorsi, nel frattempo respinti. A giugno sono ripresi e pertanto prevediamo di essere a tetto nell’autunno del 2026». I preventivi di spesa approvati dal Gran Consiglio, al momento, dopo aver deliberato circa il 60% dei lavori, sono interamente rispettati, ha precisato Realini. In conclusione, il consigliere di Stato Christian Vitta ha ricordato che il Pretorio di Bellinzona è strettamente legato alla storia cittadina e pertanto protetto come bene culturale d’importanza comunale. «Per questo, i volumi principali e la facciata dell’edificio saranno integralmente conservati».
Articolo pubblicato nell’edizione di sabato 2 settembre 2023 del Corriere del Ticino
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Prima pietra per il Pretorio di Bellinzona
Ospiterà la Corte di appello del Tribunale penale federale, la Pretura penale e la polizia cantonale
È stata posata venerdì mattina a Bellinzona la prima pietra del nuovo Pretorio di Bellinzona. Lo stabile, una volta ristrutturato e ampliato, ospiterà la Corte di appello del Tribunale penale federale, la Pretura penale e la polizia cantonale. La cerimonia si è tenuta alla presenza dei consiglieri di Stato Christian Vitta e Norman Gobbi, del presidente del TPF Alberto Fabbri, del presidente della Corte di appello del TPF Olivier Thormann e dei rappresentanti della magistratura ticinese.
Architettonicamente, verrà conservato il corpo di testa che si affaccia su Viale Stefano Franscini, mentre verrà ricostituito quello retrostante.
Il progetto era stato approvato dal Gran Consiglio nel settembre del 2021 e prevede un investimento di 50,25 milioni di franchi. Si inserisce in un quadro più ampio, che, come ha ricordato Gobbi, comprende la ritrutturazione del Pretorio di Locarno a partire dal 2025 e l’acquisto dello stabile Botta a Lugano per creare la “cittadella della giustizia”, ancora da sottoporre al Legislativo.
Da www.rsi.ch/news