Il Consiglio di Stato ticinese ha preso posizione sulla proposta di modifica del concordato sulle misure contro la violenza in occasione di manifestazioni sportive. Il nuovo testo è in consultazione presso la Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia. Una volta consolidato, il Concordato sarà ratificato da parte dei Parlamenti cantonali.
Il fenomeno della violenza correlata al tifo sportivo costituisce da qualche tempo, osserva il Consiglio di Stato, un fatto non più sporadico. Per questa ragione, e per tutelare la popolazione e il normale svolgimento delle competizioni sportive, il Governo condivide l’implementazione di nuove misure per la lotta alla violenza in occasione di manifestazioni sportive e l’obiettivo di migliorare l’efficacia del concordato mediante l’aggiornamento delle norme.
“Si rileva tuttavia che l’azione dello Stato non deve limitarsi alla sola repressione ma deve avere finalità anche preventive e pedagogiche”. Devono essere gli stessi club sportivi, le relative istituzioni, i media e le varie associazioni private, nonché i privati cittadini, ad operare quel cambiamento culturale necessario. “Sensibilizzare i ragazzi – tifosi del domani – nelle scuole già a partire dai primi anni di insegnamento potrebbe essere un’ulteriore soluzione al problema”.
Il concordato si applica a tutte le manifestazioni sportive indistintamente, anche se i problemi derivanti dal calcio e dall’hockey sono molto diversi tra loro, così pure il tipo di pubblico che vi assiste nonché i requisiti organizzativi e strutturali. “Per tale motivo per il Consiglio di Stato sarebbe opportuna una chiara distinzione dei provvedimenti adottati”. Il Governo ritiene che il Concordato debba far riferimento unicamente alle autorità cantonali, le quali potranno poi delegare compiti alle autorità cittadine e comunali.
Per gli incontri di calcio e di hockey delle categorie superiori, prevede il concordato, vige l’obbligo di autorizzazione che va richiesta ogni volta all’autorità competente. Per l’Esecutivo andrebbe tuttavia valutata un’altra ipotesi, giudicata meno onerosa amministrativamente per le autorità competenti e i club sportivi: quella di concedere un’unica autorizzazione generale per l’intera stagione che potrebbe essere legata alla concessione della licenza sportiva al club. “Ciò permetterebbe di garantire per tutto il campionato un livello di sicurezza costantemente alto, anche a beneficio di spettatori e club sportivi, rispettando nel contempo il denso calendario previsto fin da inizio stagione. Qualora l’autorità competente dovesse ritenere una partita ad “alto rischio”, si potrebbe comunque sempre prevedere la facoltà di richiesta al club di oneri supplementari”.
Il Consiglio di Stato reputa poi utile, in analogia a quanto previsto per l’accesso alle aree vietate, fissare la durata massima della misura anche per l’obbligo di presentarsi alla polizia e per il fermo preventivo di polizia. Il concordato non indica in modo esplicito un limite temporale per tali misure, né se esse debbano essere adottate singolarmente per ogni partita o se possano essere adottate per tutte le partite a rischio in un determinato periodo.
Un altro punto da analizzare è quello che valuta l’obbligo di presentarsi alla polizia nel caso di partite in trasferta. Spesso per le forze dell’ordine è difficile individuare le persone provenienti da altri Cantoni, contro le quali è stato emesso un divieto di accesso a un’area. “Per risolvere il problema, sarebbe opportuno esaminare la possibilità di obbligare tali persone a presentarsi alla polizia del proprio Cantone durante le partite in trasferta più a rischio della squadra che sostengono. Se da un lato tale misura colpisce la libertà personale, dall’altro mira a impedire che alcuni tra i tifosi più violenti seguano la squadra in trasferta per scontrarsi con i tifosi locali”.
Il Consiglio di Stato ha sentito preventivamente la Commissione della legislazione che ha dato la sua adesione ai contenuti del Concordato, ritenute le proposte di completamento e modifica proposte dal Governo.