Il Governo ha aderito alle modifiche del Concordato sulle misure contro la violenza in occasione di eventi sportivi.
Introduzione dell’obbligo di autorizzazione per gli incontri di calcio e di disco su ghiaccio di club di categorie superiori; introduzione di una norma unica a livello svizzero sulle perquisizioni; estensione a tre anni della durata massima della misura di divieto d’accesso alle aree in cui si svolgono manifestazioni sportive; aumento a tre anni della durata massima dell’obbligo di presentarsi in polizia. Queste le modifiche al Concordato intercantonale sulle misure contro la violenza in occasione di manifestazioni sportive. Il Consiglio di Stato ha dato il suo benestare e ha presentato un messaggio nel quale, per adeguare le norme cantonali, propone anche una serie di modifiche della Legge sulla polizia. Spetterà infatti a quest’ultima rilasciare in futuro le autorizzazioni per le partite di calcio e disco su ghiaccio.
«L’adeguamento del Concordato costituisce un ulteriore passo nella lotta alla violenza durante le manifestazioni sportive», commenta il capo del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. «Per poter disputare un incontro di introdurrà il principio dell’autorizzazione. Si tratta però di una misura preventiva, perché all’inizio della stagione, con i vari club interessati viene effettuata una valutazione del rischio di ogni partita e adeguiamo il dispositivo di sicurezza di conseguenza. Sappiamo che a meno di casi veramente eccezionali è difficile annullare una partita.
D’altra parte in Ticino, grazie all’intelligenza dei nostri club questa eventualità non si è mai presentata. Questa misura è destinata soprattutto a mettere sotto pressione quelle società che non intendono adeguare i loro dispositivi». La misura ha quindi scopi di responsabilizzazione, anche se in presenza di determinati rischi per la sicurezza pubblica l’autorità (nel caso specifico la polizia cantonale) ha comunque la facoltà di vietare lo svolgimento di un incontro. Già oggi c’è un’autorizzazione che vale per tutta la stagione, vincolata alla messa in atto di misure puntuali da verificare incontro dopo incontro. Il capo del dipartimento lascia comunque intendere che in Ticino, dove la collaborazione con i club funziona, all’atto pratico cambierà poco o niente. «La nuova regola serve essenzialmente come obbligo morale nei confronti dei club, affinché facciano di più per garantire la sicurezza negli stadi», ribadisce Gobbi. «Per fortuna da noi il problema non si presenta. Altrove talvolta si pone». La misura, come detto, riguarda le società delle categorie superiori di hockey e di calcio. Le categorie inferiori di queste due discipline e gli altri tipi di sport potranno essere soggetti all’obbligo di autorizzazione cantonale se si temono minacce per la pubblica sicurezza.
Anche altri aspetti della legge sono stati resi più severi. Il divieto di accesso alle aree è stato portato da uno a tre anni. Avrà una validità di tre anni anche la durata massima dell’obbligo di presentarsi in polizia per i tifosi diffidati. Quanto alle norme sulle perquisizioni sono state uniformate e precisate per evitare derive a carattere molesto.
Il Concordato era stato concepito in funzione dei campionati europei di calcio del 2008 ed il Gran Consiglio non aveva fatto mancare la sua adesione. Anche stavolta il Parlamento sarà chiamato a dare il suo consenso, dopodiché, una volta approvato da un certo numero di Cantoni il Concordato entrerà in vigore dappertutto.
Con le norme attualmente in vigore, la prima misura che scatta contro i violenti è la diffida privata di accesso allo stadio, emessa dalla società sportiva stessa. Stando alla banca dati federale sull’hooliganismo, in Svizzera ce ne sono più di ottocento. Dopo la diffida, scatta il divieto di perimetro: significa vietare a qualcuno di entrare in una determinata area che va oltre l’accesso allo stadio o all’infrastruttura sportiva. Il divieto d’accesso ad un’area tocca oggi 926 persone in tutta la Svizzera. Scatta poi l’obbligo di presentarsi in polizia, che può trasformarsi in fermo preventivo. Stando alle statistiche di fine 2011, in Ticino sono state comminati una trentina di diffide, 15 divieti d’area e 3 obblighi di presentarsi in polizia durante gli incontri.
Giovanni Galli, Corriere del Ticino