Ancora consigliere nazionale, lei ha sottoscritto l’iniziativa del ginevrino Reymond che chiedeva il potenziamento in agenti del Corpo delle Guardie di Confine. Ritiene che il Ticino sia confrontato con una situazione d’emergenza come quella che denuncia Ginevra?
«Il problema è d’impellente attualità anche nel nostro Cantone e mi pare molto positivo che la Commissione del Nazionale abbia dato seguito a questa iniziativa. La carenza di effettivi è stata ancora di recente al centro delle discussioni lo scorso 24 ottobre in occasione della presentazione del nuovo dispositivo operativo mobile della Polizia cantonale e delle Guardie di confine, in presenza dei sindaci dei Comuni della fascia di confine. Questi ultimi ci hanno segnalato una volta di più la necessità di presidiare maggiormente la frontiera, in quanto molte delle attività criminali della regione sono di matrice transfrontaliera. Senza contare il crescente fenomeno dell’immigrazione irregolare, che fa del Ticino uno dei principali punti di approdo per gli immigrati dell’Africa del nord diretti verso l’Europa del nord. Poter dunque disporre d’un numero maggiore di effettivi lungo la frontiera permetterebbe al nostro Cantone di filtrare maggiormente gli spostamenti delle persone aumentando la sicurezza interna».
Di quanti effettivi in più ritiene che necessiterebbe oggi il Ticino?
«È difficile da quantificare. Bisogna infatti anche tener conto del parziale disimpegno negli ultimi anni dell’esercito in questo tipo d’impiego, che gioco forza richiede una compensazione sul fronte delle guardie di confine. È un fatto che sempre più i nostri uomini della Polizia cantonale e quelli del Corpo delle guardie di confine sono chiamati a lavorare in condizioni di grande stress e ciò non giova certo all’adempimento dei loro compiti. Ritengo inoltre che anche in virtù dell’importante flusso migratorio da sud che sta conoscendo il nostro Cantone, la Confederazione debba considerare in maniera particolarmente attenta il bisogno di rinforzi a sud delle Alpi. Quello di Reymond non è certo il primo atto parlamentare a chiedere un aumento degli effettivi. La stessa deputazione ticinese alle Camere si era già parecchio prodigata in tal senso. Mi auguro dunque che il Consiglio federale non tergiversi oltre». D.V.