Dal Giornale del Popolo | Il bilancio 2016 dell’attività della Polizia conferma la tendenza a una diminuzione dei reati/ Meno furti con scasso, più persone controllate. Gobbi: «Risultati frutto di scelte ben precise». Cocchi: «Sono contento»
I reati in Ticino nel 2016 sono aumentati, ma non in maniera così importante, se si guarda agli ultimi 8 anni, periodo nel quale sono sempre stati in diminuzione e, soprattutto, non così tanto come negli altri Cantoni svizzeri. A dirlo sono stati ieri i vertici della Polizia cantonale e del Dipartimento delle istituzioni (DI), convocando a Bellinzona la stampa per il bilancio 2016 d’attività della Polizia cantonale Nel “mare magnum” dei dati sui reati 2016, che saranno resi noti nei prossimi giorni in dettaglio, alcuni numeri saltano però all’occhio. E sono quelli relativi ai furti con scasso, «scesi del 14% rispetto al 2015 – ha precisato il comandante della Polizia Matteo Cocchi – e diminuiti del 60% se si confrontano i dati 2016 con quelli 2013». Non a caso «i furti con scasso – ha precisato Cocchi – erano una problematica quando sono arrivato, cinque anni fa, mentre oggi, grazie alla riorganizzazione interna, alla presenza più massiccia sul territorio di agenti e alla rinnovata collaborazione con le Guardie di confine e con le Polizie comunali», lo sono molto meno e per questo «sono contento». Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso il direttore del DI, Norman Gobbi. «Il successo della diminuzione dei furti con scasso, soprattutto nel Mendrisiotto – ha riferito – è ascrivibile a una migliore presenza della Polizia sul territorio, resa possibile anche dall’adeguamento degli effettivi ». «Nonostante un leggero aumento delle infrazioni – ha rilevato Paolo Bernasconi, collaboratore scientifico della Polizia – il 2016 è in linea con una riduzione degli stessi a livello storico». Sì, perché accanto alla citata diminuzione dei furti, v’è da registrare «una lieve diminuzione degli incidenti stradali – ha evidenziato il comandante –, una forte diminuzione delle vittime stradali (-19%) e un aumento dei nominativi controllati (+10%)». Particolare non trascurabile, a brillare l’anno scorso è stata anche la gestione di alcuni eventi, situazioni ed emergenze del tutto nuovi, «come la sicurezza garantita in occasione dell’inaugurazione della galleria ferroviaria di AlpTransit il 2 giugno scorso – ha rimarcato Gobbi – resa possibile grazie a un’unica condotta d’impiego tra Polizia cantonale e Polizia urana», una vera e propria «primizia a livello svizzero», ha precisato Cocchi, o «l’esercitazione “Odescalchi”, qualcosa di davvero nuovo ed eccezionale – ha continuato il direttore del Dipartimento delle Istituzioni – con cui sono stati perfezionati i meccanismi di collaborazione tra Italia e Canton Ticino nell’ambito di vari partner di primo intervento». O ancora «la gestione dei flussi migratori, che, grazie alla preparazione degli enti coinvolti (esercito, polizia e uffici della migrazione) – ha aggiunto il ministro – ha permesso di evitare bivacchi all’aperto come in Italia, e assorbire al meglio una situazione davvero critica». Non meno rilevante, ha affermato il consigliere di Stato, è stata inoltre «la gestione di eventi internazionali, come il Festival del Film di Locarno », in piena emergenza terrorismo, cioè quando si era appena verificato l’attentato a Nizza e «le attenzioni e le misure di prevenzione sono state accresciute». Tutto questo, quando l’evoluzione della minaccia terroristica, ha indicato dal canto suo il comandante Cocchi, potrebbe creare problematiche anche in Ticino e per questo «deve obbligare le forze di polizia a trovare soluzioni». Come? Attraverso «un miglioramento dell’analisi del fenomeno e con un adeguamento dei dispositivi di sicurezza », ha puntualizzato Cocchi. Tra le novità in cantiere, vi è poi quella di arginare meglio la violenza domestica, attraverso un messaggio governativo ad hoc, ora sul tavolo del Consiglio di Stato, così «da abbassare il rischio recidiva ed evitare aggravi formali ai Pretori», ha affermato il direttore del Dipartimento delle Istituzioni.
Per la criminalità vita dura anche nel resto del Paese
Il 2016 in Svizzera si è distinto per un calo del 4,1% dei reati al Codice penale (CP). La diminuzione più sensibile riguarda i furti che hanno fatto segnare un -11% rispetto al 2015. Il trend positivo prosegue dal 2009 quando nella Confederazione si contavano 201 furti al giorno, contro 127 l’anno scorso. L’evoluzione è analoga per la criminalità minorile: rispetto al 2009 gli imputati di meno di 18 anni sono due volte meno numerosi. Questi i principali dati che emergono dalla statistica criminale di polizia (SCP) dell’Ufficio federale di statistica (UST) pubblicata ieri. La statistica non si limita alle violazioni del CP, che hanno raggiunto il livello più basso dal 2009, ma riguarda anche le infrazioni alla legge sugli stupefacenti (LStup), diminuite del 3,3%, quelle alla legge sugli stranieri (LStr, -0,7%) e quelle al codice della strada (stabili). Una tendenza inversa si registra riguardo alle calunnie e ingiurie. Le denunce sono aumentate del 16,5% da un anno all’altro e raddoppiate dal 2009, passando da 667 nel 2009 a 1.384.
Reati contro il patrimonio
Tra le infrazioni al CP, il 67,5% ha riguardato i reati contro il patrimonio. Un po’ meno della metà sono stati furti: circa 147mila nel 2016, che addirittura salgono a 189mila se si considerano anche i furti di veicoli. Un’altra percentuale importante di reati patrimoniali è rappresentata dai danneggiamenti alla proprietà: circa 44mila non in combinazione con furti. Con un nuovo calo di circa 20mila reati (-6,1%) tra il 2015 e il 2016, quelli contro il patrimonio registrano i valori più bassi dall’introduzione della nuova SCP nel 2009 (2016: circa 316mila; 2015: circa 336mila). Il calo più marcato riguarda i furti con scasso: -12,8% a circa 37mila.
Reati violenti
Per quanto concerne i reati violenti l’UST ha distinto quelli con una «violenza grave» dagli altri. Lo scorso anno i primi sono stati il 3,3% (3,2% nel 2015). Tra questi rientrano ad esempio gli omicidi (45 compiuti e 187 tentati), le lesioni personali gravi (573) e la violenza carnale (588). Complessivamente ne sono stati compiuti 1.407, 49 in più (+3,6%) rispetto all’anno prima. Rispetto al 2015 sono leggermente aumentate anche le lesioni semplici (+406, +5,5%), le coazioni (+260, +11,6%) e le vie di fatto (+275, +2,3%), mentre si è osservato un calo della partecipazione ad aggressioni (-106, -7,7%) e della partecipazione alle risse (-28, -3,0%).
Violenza domestica
Nel 2016 sono stati registrati 17.685 reati di violenza domestica (2015: 17.297, +2,2%). Nella maggior parte dei casi si trattava di violenza all’interno di una coppia. Il 42,2% (2015: 63,2%) degli omicidi consumati ha avuto luogo nella sfera domestica (ovvero 19 omicidi, 2015: 36). Questo dato è inferiore rispetto alla media degli ultimi anni (2009-2015: 26). Dalla statistica emerge che 18 delle 19 vittime sono state donne. Dato che i reati in relazione con la violenza domestica non danno sempre luogo a una denuncia, tali cifre non corrispondono alla violenza domestica nel suo insieme, ma soltanto ai reati segnalati e registrati dalla polizia, avverte l’UST.
Integrità sessuale
Lo scorso anno sono stati registrati 7.329 reati contro l’integrità sessuale. Le denunce hanno registrato un nuovo aumento, dell’8,5% (+573 reati rispetto al 2015), principalmente dovuto a un incremento dell’esercizio illecito della prostituzione (+211, +18,6%), della pornografia (+174, +15,6%), delle molestie sessuali (+132, +12,5%), della violenza carnale (+56, +10,5%) e del promovimento della prostituzione (+51, +39,2%).
Per il comandante servono analisi e dispositivi adeguati
«Terrorismo da tenere sott’occhio»
Per combattere la minaccia terroristica fondamentalista islamica occorre dialogare e collaborare maggiormente tra tutte le forze di polizia (cantonali e federali), anche perché l’evoluzione di questa minaccia potrebbe arrecare problemi anche al Ticino. Matteo Cocchi, comandante della Polizia cantonale ticinese, non ci è andato giù leggero ieri, commentando gli attacchi internazionali che si sono verificati attorno ai nostri confini. Anche perché, forse, l’inchiesta della Polizia federale, partita proprio da un’indagine degli inquirenti ticinesi, che ha portato all’arresto di un presunto reclutatore dell’ISIS nell’ambito della vicenda Argo 1, qualche attenzione l’ha sollevata.
Dialogo e collaborazione però non bastano. È corretto comandante?
Certamente, servono anche un miglioramento della capacità di analisi e dispositivi adeguati. Inoltre, visto che non è possibile sapere quando un attentato terrorista si verifica, occorre aumentare anche la celerità d’intervento. Non da ultimo, è altresì importante anche la formazione e la sensibilizzazione del personale di polizia.
Un’altra sfida citata ieri in conferenza stampa rimane quella del flusso di migranti.
Sì, giacché il flusso non terminerà nel 2017 e neppure nel 2018. Grazie però a una pianificazione a lungo termine, già attivata nel 2015, abbiamo raggiunto risultati lungimiranti, tant’è vero che l’anno scorso siamo stati in grado di reagire velocemente non appena la situazione è diventata più critica. Molto importante e centrale in questo ambito è il lavoro di collaborazione tra i vari Stati Maggiori di Polizia.
Un risultato di tutt’altro tipo, ma comunque vincente, l’anno scorso l’avete raggiunto con la formazione delle Guardie pontificie.
In effetti, va sicuramente fatto un plauso a chi ha visto più in là, permettendoci di arrivare per primi. L’accordo di formazione sottoscritto con la Guardia pontificia è stato sicuramente un ottimo risultato.
La manifestazione non autorizzata di sabato scorso a Berna, in cui sono rimasti feriti otto agenti di polizia, ha riportato alla ribalta il tema della violenza nei confronti della Polizia.
Questo fenomeno c’è e deve preoccupare, tanto più che è in aumento. Sono situazioni che allarmano e devono far pensare. È importante che le Istituzioni reagiscano. Occorre insomma dare una risposta anche a livello normativo e mi sembra che si stia andando in questa direzione.