Dal Corriere del Ticino del 28 luglio 2016 | Il gruppo parlamentare chiede una serie di misure a protezione dei ticinesi – Norman Gobbi: «Ci si sveglia adesso»
«Chiediamo una reazione ferma e implacabile da parte delle autorità». Così il gruppo parlamentare del PPD, in una nota diramata ieri, ha sollecitato il Governo affinché si attivi con una serie di misure in grado di prevenire e rassicurare la popolazione ticinese a fronte delle terribili stragi terroristiche che nelle ultime settimane stanno scuotendo l’Europa. «I nemici della pace – si legge nel comunicato – quale sia la loro motivazione e la loro cittadinanza, devono essere annichiliti. Per lottare contro questa barbarie occorre inequivocabile chiarezza negli intenti». Questa la premessa a sei richieste rivolte all’Esecutivo, tra le quali citiamo l’intervento «presso il Consiglio federale affinché il Trattato di Schengen sia ridiscusso e di conseguenza vengano reintrodotti i controlli sistematici alle frontiere». O ancora la «verifica ad ampio raggio sui rischi di radicalizzazione islamista in Ticino», ma pure la «mappatura tra tutti i richiedenti l’asilo e rifugiati politici presenti sul territorio che presentano problemi di dipendenza, fedina penale sporca o problemi di tipo psichiatrico».
Alla base di questo passo, ci spiega il capogruppo PPD Fiorenzo Dadò, v’è il timore che «se non si prende sul serio l’altissima preoccupazione della gente, presto o tardi i nostri valori di solidarietà, uguaglianza e libertà verranno minati». Per Dadò «non si può più tergiversare e perdersi in scaramucce. Serve intervenire senza paura con delle misure attuabilissime che non recheranno danno a nessuno ma aumenteranno la percezione della sicurezza».
Da parte sua il deputato Giorgio Fonio, presidente della Commissione petizioni e ricorsi, si esprime in merito alla proposta di subordinare, prima che venga discussa in Parlamento, la concessione delle cittadinanza cantonale a una nuova ulteriore verifica di sicurezza da parte del Dipartimento delle istituzioni. «Alla prima seduta commissionale in settembre – annuncia – proporrò ai miei colleghi di convocare il direttore Norman Gobbi per valutare l’applicabilità delle diverse misure da noi avanzate».
«Lista di consigli già evasa»
Chiamato in causa dal PPD, il direttore delle Istituzioni – da noi contattato – non nasconde il proprio scetticismo: «La lista dei consigli se non già evasa è sicuramente in corso». Per poi accogliere con riserva l’azione intrapresa in casa PPD: «Chi si sveglia nel luglio del 2016 avanzando tali richieste, forse si è dimenticato gli spezzoni precedenti del tragico film iniziato un anno e mezzo fa con la strage di Charlie Hebdo». In merito a quanto fatto a sud delle Alpi, Gobbi tiene poi a illustrare due casi concreti: «Sul nostro territorio abbiamo avuto alcuni passaggi di questo filmato, fortunatamente senza strisce di sangue. Penso all’identificazione e all’espulsione dal Ticino del simpatizzante dell’ISIS Oussama Khacia, e questo su richiesta dell’autorità cantonale. Rispettivamente all’arresto in Italia del presunto jihadista Abderrahim Moutaharrik, a riprova di come le antenne sul territorio a livello di intelligence, la collaborazione fra Cantone e Confederazione e quella con le autorità italiane, hanno dimostrato di funzionare». Sulla revisione di Schengen, invece, Gobbi specifica: «Già oggi c’è chi critica il rafforzamento dei controlli alla frontiera degli ultimi mesi, dimenticando che la nostra sovranità doganale ci permette di andare più in profondità, e oltre a Schengen. E il fatto che settimanalmente due terzi dei circa 300 arrivi giornalieri siano respinti significa che il controllo c’è ed è efficace. In più, coloro che chiedono l’asilo sono registrati e sistematicamente verificati dal punto di vista della sicurezza, a differenza di quanto fatto in Italia o nella stessa Germania». L’attuazione di misure straordinarie è a sua volta già contemplata, ma – indica Gobbi – cercando di non spaventare il cittadino: «In generale viene fatta una costante verifica della minaccia, e penso a come abbiamo gestito, discretamente e senza allarmare la popolazione, il dispositivo di sicurezza per l’inaugurazione di AlpTransit».