Il direttore del Di Gobbi: ‘Noi e la Sezione della circolazione abbiamo fatto, facciamo e faremo tutto il possibile’. Il nodo dei cicli di omologazione.
Se approvata dal popolo, «il nostro obiettivo è introdurre la nuova formula per il calcolo delle imposte di circolazione il 1° gennaio 2023». Raggiunto da ‘laRegione’, il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi sgombra il campo e – nonostante il ginepraio causato dai due cicli di omologazione per rilevare le emissioni di CO2 – conferma che il tema è sul tavolo del Consiglio di Stato.
Le “assicurazioni ricevute negli ultimi giorni dal consigliere di Stato Gobbi, in merito al fatto che il testo di legge verrà applicato nel rispetto della volontà dell’iniziativa di diminuire l’imposta di circolazione in maniera equa e giusta” sono state uno dei motivi portati dai firmatari dell’iniziativa al voto il prossimo 30 ottobre (assieme al controprogetto targato Ps e Verdi) per motivare la scelta di non inoltrare ricorso al Tribunale federale sull’opuscolo informativo dopo che la Cancelleria dello Stato ha modificato alcune parti del loro testo. Le parti, detto in breve, dove viene indicato a quanto ammonterebbe il risparmio per i cittadini. Ma le “assicurazioni” erano richieste anche per un altro motivo: vale a dire la girandola di calcoli e prese di posizione di alcuni attori riguardo al reale impatto sul portafoglio degli automobilisti.
Direttore Gobbi, di quali assicurazioni parla il comunicato del Centro/Ppd?
In questo caso il nocciolo della questione riguarda i due cicli di omologazione per il rilevamento delle emissioni di CO2, denominati rispettivamente Nedc (New european driving Cycle) e Wltp (Worldwide harmonized Lightduty vehicles test procedures). A partire dal settembre del 2017 in Svizzera e nell’Unione europea è stato introdotto gradualmente un nuovo ciclo di omologazione (il Wlpt), in sostituzione del Nedc. Il ciclo Wltp è stato adottato in particolare poiché permette di rilevare, e omologare, valori di consumo ed emissioni più simili alla realtà; il Nedc è stato infatti sovente criticato in quanto rilevava valori di consumo di carburante ed emissioni più bassi rispetto a quelli che avrebbe poi riscontrato il consumatore finale alla guida del veicolo. A partire da settembre del 2018 tutti i veicoli di nuova immatricolazione dispongono di valori calcolati secondo il Wltp. In alcuni casi vi sono veicoli che dispongono sia del valore Nedc che del valore Wltp. A partire dal 1° gennaio 2021 i veicoli di nuova immatricolazione dispongono solo del valore Wltp. Poiché il ciclo Wltp è stato concepito per omologare valori di consumi ed emissioni maggiormente simili alla realtà, sottoponendo la stessa vettura a entrambi i cicli di omologazione verranno rilevati tendenzialmente valori di consumo ed emissioni più alte con il ciclo Wltp. Anche per questa ragione l’Ustra ha modificando le sue prescrizioni sul CO2, mi riferisco agli obiettivi ambientali, innalzando da 95 a 118 g CO2/km la media massima delle emissioni per le vetture immatricolate in Svizzera. Dal momento che entrambe le formule proposte dal Gran Consiglio si basano in maniera preponderante sulle emissioni di CO2, il Dipartimento sta attualmente valutando alcune possibilità per “correggere” la formula stessa (o la sua applicazione) affinché i proprietari delle vetture più recenti – e tendenzialmente più rispettose dell’ambiente – non vengano svantaggiati unicamente perché la loro automobile è stata omologata secondo un nuovo ciclo, il Wltp.
Quali possibilità sono sul tavolo ora?
Tra quelle attualmente individuate vi è quella di aumentare – per le vetture con omologazione Wltp – la soglia della formula da 95 a 118 g CO2/km, allineandoci alle prescrizioni federali in materia.
Il Consiglio di Stato come può, operativamente, agire affinché la questione dei cicli di omologazione sia chiarita una volta per tutte e gli scopi dell’iniziativa vengano garantiti?
Per quanto riguarda gli aspetti tecnici agendo come ho detto in precedenza. Per quanto concerne invece le possibilità di applicazione di un’eventuale modifica, sono attualmente in corso approfondimenti di natura giuridica e procedurale. Ho informato in questo senso i miei colleghi nel corso della riunione odierna (di ieri, ndr) del Consiglio di Stato.
Forse con un messaggio dopo la votazione?
Come detto, sono in corso approfondimenti.
Ma nel caso sarebbero sufficienti i tempi tecnici per garantire che il nuovo calcolo entri in vigore già a partire dal 2023, e che quindi gli automobilisti paghino di meno?
L’obiettivo del Consiglio di Stato è quello di poter introdurre entro il 1° gennaio 2023 la nuova formula per l’imposta di circolazione che verrà approvata dal popolo. Il Dipartimento delle istituzioni e la Sezione della circolazione hanno fatto e faranno tutto il possibile affinché ciò possa avvenire.
Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 13 ottobre 2022 de La Regione