Targhe, il no di Berna fa arrabbiare in Ticino

Targhe, il no di Berna fa arrabbiare in Ticino

La Confederazione si oppone alla personalizzazione con combinazioni di lettere e numeri L’USTRA: «La riprogettazione è molto lunga e costosa»
Gobbi: «Motivazioni poco fondate, cade un’opportunità per aumentare gli introiti»
Quadri: «Ennesima decisione sballata, il problema è la mancanza di volontà»

Niente «Spider» o «Gigio87». Le targhe delle automobili continueranno a essere composte solo da numeri, anche in quei cantoni che a seguito dell’aumento dei veicoli esauriranno presto tutte le combinazioni possibili a sei cifre. La personalizzazione delle targhe con sigle, nomi, lettere e numeri, già possibile in altri Paesi, non vedrà la luce in Svizzera. Berna (come preannunciato dal Blick) ha mostrato pollice verso all’idea di introdurre le cosiddette «vanity plates». Il tema era stato rilanciato anche dal consigliere nazionale Lorenzo Quadri in una mozione non ancora esaminata dalle Camere, nella quale si chiedeva di poter creare combinazioni casuali di nomi e acronimi, delegando ai Cantoni il monitoraggio. L’introduzione di targhe personalizzabili, sostiene il deputato leghista, sarebbe anche un’occasione per i Cantoni di aumentare gli incassi, tramite aste o prezzi fissi. Ma Berna non la vede così. «La riprogettazione completa delle targhe è un compito molto lungo e costoso», osserva il portavoce dell’USTRA (Ufficio federale delle strade) Lorenzo Quolantoni. «Oltre alla progettazione, sarebbero necessari anche adeguamenti del sistema a livello federale e in tutti i Cantoni. Poiché la sfida può essere risolta nei Cantoni interessati (ZH e BE), in considerazione dei programmi di riduzione dei costi adottati dalla Confederazione e del possibile prossimo programma di risparmio nel settore del personale, nonché dell’uso ragionevole delle risorse umane e finanziarie, nel settembre 2024 la Confederazione ha deciso di non portare avanti il progetto in questo momento. L’USTRA ha informato i Cantoni appena presa la decisione ». I Cantoni non sono autonomi. Devono applicano il diritto della circolazione stradale. Attualmente non esiste una base giuridica che consenta loro di introdurre targhe facoltative. La questione è di competenza della Confederazione, spiega l’USTRA. Resta il problema dei Cantoni che presto avranno più di un milione di veicoli immatricolati. «Il problema della prossima penuria di targhe a sei cifre riguarda attualmente solo il Canton Zurigo; in un secondo tempo, questa problematica toccherà anche il Canton Berna. L’USTRA ha previsto una soluzione a questa situazione con l’estensione della numerazione delle targhe dalle sei alle sette cifre», aggiunge Quolantoni. La nuova direttiva (per le targhe a sette cifre) dovrebbe entrare in vigore ancora quest’anno e sarà applicata nel Canton Zurigo a partire dal terzo o quarto trimestre del 2025. Il Canton Berna seguirà, quando lo riterrà necessario. Tutti gli altri Cantoni non sono ancora interessati da questa misura.

La decisione negativa suscita delusione in Ticino. La rinuncia a studiare e introdurre targhe personalizzate è stata una decisione perlomeno affrettata, dice il capo del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. «Inoltre le motivazioni addotte a mezzo stampa, non possono essere condivise e mi sembrano poco fondate. Anche perché di recente il Consiglio federale aveva aperto la porta a questa soluzione, rispondendo alla mozione Quadri che ne perora l’introduzione. Si poteva discuterne con i Cantoni, invece di decidere unilateralmente per il no. Il Ticino era favorevole a questa novità». Il Ticino non è fra i Cantoni in cui il numero di veicoli supererà presto il milione, ma «la targa personalizzata sarebbe stata acquistata volentieri dall’automobilista a un prezzo interessante anche per le casse del Cantone e la cui introduzione è realtà da anni in nazioni a noi limitrofe. Con i tempi che corrono viene a cadere una possibilità interessante per aumentare gli introiti». Non le manda a dire anche il mozionante Lorenzo Quadri. «Si tratta dell’ennesima decisione sballata di USTRA, oltretutto argomentata in modo poco credibile. Si citano questioni di costi, ma anche la creazione di combinazioni a 7 cifre ha un costo, non necessariamente inferiore. Con la differenza che le targhe personalizzate possono essere vendute a prezzi molto elevati, consentendo agli enti pubblici di incassare», afferma il consigliere nazionale. «È veramente poco credibile che una modalità che esiste da tempo in vari Paesi a soddisfazione di tutti, non possa venire introdotta anche in Svizzera. È chiaro che il vero ed unico problema è la mancanza di volontà di USTRA». Quadri rileva anche che la mozione per l’introduzione delle «vanity plates», presentata lo scorso aprile, deve ancora essere votata dal Parlamento. «Trovo fuori luogo che l’USTRA si permetta di muoversi per conto proprio senza attendere le decisioni politiche ».

Articolo pubblicato nell’edizione di mercoledì 23 ottobre 2024 del Corriere del Ticino