Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 18 gennaio 2019 de La Regione
Imposte di circolazione, si cambia. Dal 2020 il calcolo terrà conto al 70% delle emissioni, al 30% del peso
Norman Gobbi: ‘Sistema più stabile e ci allinea alla media nazionale’
Il progetto inviato in consultazione dal Dipartimento istituzioni a partiti e associazioni
Addio al sistema bonus/malus per calcolare le imposte di circolazione. A partire dal 2020, è questa la formula inviata ieri in consultazione dal Dipartimento delle istituzioni, si terrà conto al 70% delle emissioni di CO2 del veicolo, e per il 30% del suo peso.
Su www.laregione.ch/nuovocalcolo è possibile determinare la futura imposta. Gli obiettivi erano tre, rileva da noi raggiunto Norman Gobbi, direttore del DI.
Il primo “allineare le imposte di circolazione prelevate in Ticino alla media nazionale. Il secondo era quello di offrire un sistema più stabile, perché il sistema bonus/malus era completamente instabile e ogni volta richiedeva degli adeguamenti”. E il terzo? “Renderlo più prevedibile, il fatto che gli importi sono fissati anche dal parlamento fornisce ai proprietari di veicoli molta più stabilità rispetto a una delega al Consiglio di Stato”.
Questi tre elementi sono al centro delle novità in vigore dall’anno prossimo, quindi. Ma – continua Gobbi – si è puntato molto “a una semplificazione del calcolo che passa attraverso la massa e l’emissione di CO2. Non dobbiamo dimenticarci che l’aspetto ambientale è un elemento importante la cui cura, ricordo, è stata già avviata con l’attuale imposta di circolazione”. Ed è un Gobbi allo stesso tempo soddisfatto e fiducioso. Soddisfatto, “perché allinearci alla media nazionale è un fatto positivo, come lo è il riconoscere come dopo dieci anni di vita il sistema attuale ha ormai raggiunto e palesato tutti i suoi limiti”. Fiducioso perché, “posto che tutto dipenderà da come verrà recepita”, questa novità va incontro anche alle due iniziative popolari lanciate dal Ppd: “Gli automobilisti non sono bancomat” e “Per un’imposta di circolazione più giusta”. Oltre alla diminuzione dell’importo globale, chiedevano di semplificare ulteriormente la formula di calcolo, basandola esclusivamente sulle emissioni di CO2, in modo da non penalizzare chi acquista, e sono soprattutto le famiglie, veicoli più grandi e quindi più pesanti. Se il Ppd chiede il ristorno dei quasi 30 milioni di imposte di circolazione incassati in più negli ultimi anni, Gobbi replica che “il governo ha agito in due step: il primo con un ristorno di 5 milioni già da quest’anno, con il taglio del 5 per cento lineare per tutti i veicoli immatricolati dopo il 1° gennaio 2009”. Il secondo step è nel nuovo sistema che “in maniera naturale e automatica andrà a ridurre progressivamente il prelievo, migliorando il parco veicoli e l’emissione di CO2”. È un discorso di prospettiva, “evidentemente far uscire 30 milioni significava doverli compensare altrove a livello di finanze statali. Col nuovo sistema di calcolo, è questo l’auspicio, si andrà a mettere fuori circolazione i vecchi veicoli proprio perché non performanti ambientalmente, a favore di nuovi veicoli che costeranno meno dal punto di vista delle imposte di circolazione. Raggiunto dalla ‘Regione’ per un commento a caldo, il vicepresidente del Ppd e primo firmatario delle due iniziative di cui sopra Marco Passalia precisa che “si tratta di un progetto in consultazione, stiamo ancora aspettando il messaggio che arriverà sui banchi del parlamento. Le nostre due iniziative fino all’ultimo minuto rimarranno ovviamente sul tavolo, e non cambierà assolutamente nulla”. Ad ogni modo, “va detto che per quanto riguarda il cambiamento del metodo di calcolo, che per noi deve necessariamente essere più semplice, giusto e adeguato ai tempi, dobbiamo fare ancora un lavoro di analisi”. Quello che per Passalia si può definire da subito “insoddisfacente” è il fatto che “ora si vuole dare un contentino di cinque milioni di sconto, dimenticandosi che nel 2017 rispetto all’anno precedente c’è stato un prelievo su più di 130mila automobilisti di oltre 9 milioni di franchi. E se andiamo a prendere gli ultimi nove anni, c’è stato un incremento complessivo di oltre 27 milioni se rapportato all’aumento annuo di veicoli”. La consultazione terminerà il 15 febbraio.
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Nel 2019 si pagheranno quasi 133 milioni. 3,4 in meno rispetto al 2018
Novità che entreranno in vigore a partire dal 2020. Per l’anno appena iniziato, si applica ancora il calcolo basato sul sistema degli ecoincentivi, con la conferma della riduzione complessiva del gettito di cinque milioni di franchi annunciata nel luglio 2018. Per il 2019, annota da noi interpellato Aldo Barboni, capo della Sezione della circolazione, “l’importo totale fatturato è di 132,8 milioni di franchi, di 3,4 milioni inferiore rispetto al 2018”. Nel totale, lo ricordiamo, figurano tutti i generi di veicoli, immatricolati prima e dopo il 2009. Al 31 dicembre 2018, continua Barboni, “le automobili in circolazione erano 159mila immatricolate a partire dal 1° gennaio 2009, e 69’500 prima del 1° gennaio 2009”. Il fatto interessante è che “rispetto all’anno scorso il parco veicoli sia migliorato di 10mila auto, e rispettivamente sono diminuite di 10mila unità le immatricolazioni precedenti al 2009. C’è stato questo travaso, che conferma un trend ormai consolidato e ci fa molto piacere. Con la nuova tassazione l’abbiamo visto ripetersi ed è motivo di soddisfazione, soprattutto per la questione ambientale”. Ma le novità per quanto concerne le targhe non si fermano al nuovo sistema di calcolo. Innanzitutto gli sportelli della Sezione della circolazione a Camorino, dal 1° febbraio, vedranno 15 minuti di apertura in più. “L’orario continuato – informa Barboni – è garantito a partire dalle 7.30 di mattina fino alle 16.15. Abbiamo sperimentato questo cambiamento nei mesi scorsi e abbiamo notato come, complice anche l’introduzione del ticket, i tempi di attesa si siano drasticamente ridotti”. Tempi di attesa che si ridurranno ancora di più, perché “sul sito internet www.ti.ch/circolazione è possibile trovare tutti i formulari che fino a poco tempo fa andavano richiesti a Camorino e, sempre online, è possibile modificare la data del collaudo, il proprio indirizzo, fissare l’appuntamento per l’esame pratico di guida e procedere al pagamento delle e-fatture”. L’invito della Sezione della circolazione è semplice, quindi: “Usare e sfruttare tutte le potenzialità offerte dal nostro sito internet accorcia i tempi di attesa e aumenta l’efficienza”.
Da www.rsi.ch/news
https://www.rsi.ch/news/ticino-e-grigioni-e-insubria/Gli-automobilisti-risparmiano-11323863.html
Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 18 gennaio 2019 del Corriere del Ticino
Strade: lo sconto aspettando il nuovo sistema
Imposta di circolazione più leggera del 5% per i proprietari di un’automobile immatricolata dopo il 2009
Ecco quanto si pagherà nel 2020 con la formula rivista – Ad incidere saranno le emissioni e il peso del veicolo
Nelle bucalettere dei ticinesi è in arrivo l’imposta di circolazione e, per molti automobilisti, la fattura sarà meno dolorosa che in passato. Sì perché dopo il rincaro giunto a sorpresa nel 2017 e che aveva sollevato non pochi malumori, lo scorso luglio il Consiglio di Stato ha deciso di ricalibrare il calcolo, applicando uno sconto del 5% per tutti i veicoli immatricolati dopo il 2009. Ovvero 158.935 automobili sulle 228.361 in circolazione con la targa «TI».
Sconto che, in termini assoluti, comporterà “una riduzione complessiva del gettito di 5 milioni di franchi”, precisa l’Esecutivo evidenziando come “il risparmio medio per ogni proprietario si attesterà al 5% rispetto all’imposta 2018”. Per dirla in soldoni, il fatturato medio passerà così dai 478,32 franchi del 2018 a quota 460,43. Importo questo che – ad eccezione del 2016 quando si erano toccati i 451,30 franchi – risulta il più basso dal 2012. Per contro, nelle casse del Cantone entreranno “132,8 milioni, pari a un calo di 3,4 milioni rispetto all’anno scorso, ai quali si aggiungono 3,6 milioni per le imposte di circolazione”.
Ma ad essere state inviate non sono solo le cedole di pagamento.
Il Dipartimento delle istituzioni ha infatti posto in consultazione il nuovo sistema di calcolo che, salvo colpi di scena, andrà a sostituire l’attuale modello basato sui bonus/malus, divenuto ormai non più sostenibile visto il progressivo aumento sulle strade di automobili efficienti. In tal senso, la nuova formula “è stata allestita tenendo conto dell’impatto che le automobili hanno sull’ambiente – per incentivare l’acquisto di vetture ecologiche – e dell’usura che ogni veicolo causa all’infrastruttura stradale».
In sintesi, se passerà l’esame del Gran Consiglio il futuro calcolo dell’imposta di circolazione si baserà “nella misura del 70% sulle emissioni di CO2 e per il restante 30% sulla massa a vuoto del veicolo”. Un cambio di paradigma dall’attuale sistema di bonus/malus che non solo “permetterà di favorire le vetture meno inquinanti e più leggere”, ma altresì di “allineare l’imposta di circolazione ticinese alla media nazionale, riducendo in particolare l’imposta in quei casi ove la differenza con gli altri Cantoni era importante”. Sì perché negli scorsi anni non erano mancate le polemiche e i malumori dovuti al maggior onere che i ticinesi sono chiamati a sostenere rispetto ai confederati. Tanto che nel 2017 il PPD aveva lanciato due iniziative popolari denominate “Gli automobilisti non sono bancomat” e “Per un’imposta di circolazione più equa” – che avevano raccolto 23.116 sottoscrizioni – chiedono non solo la restituzione dell’aumento deciso dal Governo per il 2017, ma anche di instaurare un’imposta di circolazione “più semplice ed equa”. A mente del Governo, la proposta posta in consultazione “rappresenta un deciso miglioramento rispetto all’attuale sistema di ecoincentivi, centrando tutti gli obiettivi nonché il raggiungimento totale o parziale di quanto chiesto dalle iniziative pendenti”. A titolo di esempio, i proprietari di una Skoda Octavia C 4×4 che oggi pagano un’imposta di circolazione di 619 franchi nel 2020 si vedranno recapitare una fattura più dolce, di 414,7 franchi. Pari a un calo del 33%.
Parola al Gran Consiglio
Ma il nuovo modello di calcolo non è l’unica novità prevista dal Governo. “Tenendo però in considerazione che l’ente pubblico deve poter contare su risorse a sua disposizione per assolvere i compiti assegnati, si ritiene opportuno introdurre un coefficiente di adeguamento del gettito, la cui applicazione sia di competenza del Parlamento e che permetta – in caso di necessità – di ottenere il gettito stabilito”, aggiunge il Consiglio di Stato. In quest’ottica, il Gran Consiglio “potrà decidere se e in quale misura il citato coefficiente, analogamente alla procedura per la definizione del moltiplicatore comunale d’imposta, dovrà generare un aumento o una diminuzione del gettito risultante dall’imposta di circolazione”. Una soluzione che l’Esecutivo definisce “semplice e pratica”, nonché “proporzionata su tutto il parco automobili dato che l’eventuale modifica dell’imposta risulterebbe molto limitata nel singolo caso, rispondendo soprattutto alla generalizzata esigenza di assegnare questa competenza al Parlamento. Sarà quindi compito del Gran Consiglio adeguare o meno il gettito, intervenendo sul coefficiente”.
Sempre più verdi
Avviata la consultazione, associazioni di categoria, partiti e enti interessati avranno tempo fino al 15 febbraio per far pervenire le proprie osservazioni. Nell’attesa, la Sezione della circolazione osserva come “il parco veicoli in Ticino sta diventando sempre più verde e questa è sicuramente una buona notizia” rileva Aldo Barboni, aggiunto e sostituto caposezione. “Assistiamo a un netto calo dei veicoli più inquinanti che sono passati da 4.750 unità nel 2017 a quota 1.155 l’anno scorso. Significa che gli sforzi messi in campo fino ad oggi per incentivare i cittadini a scegliere delle vetture meno inquinanti sono stati ripagati”.