«Tanti sono arrivati ai vertici anche grazie all’esercito»

«Tanti sono arrivati ai vertici anche grazie all’esercito»

Intervista a Marco Mudry, comandante del Centro di competenza sport dell’esercito di Macolin

Dal 1. gennaio 2021, il colonnello SMG Marco Mudry, di Bellinzona, dirige il Centro di competenza sport dell’esercito di Macolin. Martedì 18 ottobre terrà una conferenza a Lugano (organizzata dalla Rivista militare) sulla promozione dello sport di punta. Lo abbiamo intervistato.

Ci fu un tempo in cui un grado nell’esercito favoriva la carriera civile. Oggi l’obbligo di servire e l’esercito di milizia viene giudicato da molti un ostacolo per le aziende e per chi vuol avere un buon posto. Non è cosí?
«C’è stato un momento in cui si è dubitato dell’utilità della carriera militare per la società e l’economia. Ma oggi si constata che quelle che sembravano essere evidenze a svantaggio del servizio militare in realtà non lo sono: possono invece dimostrarsi un valore aggiunto per la formazione e la carriera dei giovani e anche delle giovani che sempre più numerose scelgono di fare il servizio militare. L’esperienza di direzione e conduzione di decine di persone che fa un(a) sottufficiale superiore o un(a) ufficiale dell’esercito gli permette infatti di acquisire un capitale di conoscenze pratiche che molte formazioni teoriche non offrono. Non è un caso che molte scuole universitarie accreditino punti ECTS per la formazione militare di condotta ricevuta. Oggi, in un curriculum, le esperienze sul terreno valgono quanto e a volte di più della formazione teorica pura. L’esercito sostiene il binomio praticateoria: ufficiali o sottufficiali superiori che svolgono servizio a capo di una truppa possono infatti beneficiare, se lo desiderano, di un buono di formazione di 10.600 franchi pagato dall’esercito per consolidare la loro formazione civile».

Il Dipartimento federale della difesa non poteva scegliere miglior ambasciatore per riconciliare economia ed esercito dell’attuale capo dell’Esercito, Thomas Süssli, che è stato il CEO di grandi aziende…
«L’attuale capo dell’esercito Thomas Süssli è presente regolarmente agli incontri delle associazioni economiche svizzere. Non è facile per dei dirigenti aziendali – in particolare per quelli provenienti dall’estero che non conoscono il sistema di formazione svizzero e le virtù del binomio pratico-teorico – capire il valore aggiunto del sistema di milizia elvetico. Thomas Süssli non perde occasione per illustrare quali opportunità rappresentano per l’economia elvetica i quadri formati dall’esercito e perché è preziosa una sinergia fra esercito ed economia».

Lei è a capo del Centro di competenza Sport dell’esercito a Macolin. L’obbligo di servire non è un andicap per i giovani sportivi svizzeri d’élite che già devono conciliare studi e sport?
«La miglior risposta sono i fatti. Dario Cologna, Marco Odermatt, Jolanda Neff o Ricky Petrucciani sono arrivati ai vertici grazie, certo, al loro talento ma non malgrado l’esercito, bensì anche grazie al sostegno attivo dell’esercito durante la formazione specialistica di cui hanno potuto godere durante il servizio militare. Sarà interessante ascoltare le testimonianze di Ricky Petrucciani (vicecampione europeo dei 400 m piani), Linda Indergand (bronzo olimpico in mountain bike) o Michelle Heimberg (vicecampionessa europea di tuffi) all’evento organizzato dall’Associazione per la rivista militare svizzera di lingua italiana ARMSI il 18 ottobre a Lugano. Tenga presente che delle 15 medaglie della Svizzera alle Olimpiadi invernali di Pechino, 7 sono state vinte da soldati sportivi in servizio».

In cosa consiste questo sostegno attivo agli sportivi da parte dell’esercito?
«È la realizzazione di un’intuizione lanciata negli Anni Novanta dal Consigliere federale Adolf Ogi, che voleva rendere lo sport elvetico competitivo ai massimi livelli internazionali. Si trattava di trovare delle soluzioni “win win” per i giovani chiamati a svolgere il servizio militare e in possesso delle qualità per eccellere nello sport. Il Consiglio federale ha istituito dapprima i percorsi di istruzione speciale per sportivi d’élite; poi la Scuola reclute per sportivi di punta. Il consigliere federale Ueli Maurer ha successivamente introdotto i cento giorni di servizio volontario pagato dopo la scuola reclute, che permettono non solo a campioni ma anche a centinaia di grandi talenti di svolgere un servizio militare specifico per sportivi, godendo delle infrastrutture per un allenamento di assoluta eccellenza rispondente alle esigenze di una preparazione atletica ottimale (a Macolin, Andermatt o Tenero) ».

Come si svolge concretamente la scuola reclute per sportivi di punta?
«La durata è di 18 settimane, come per tutti. Tutto si svolge al Centro nazionale dello Sport di Macolin. Le prime tre settimane prevede mezza giornata di formazione militare di base senza l’arma e mezza giornata di sport. La struttura offre ad atleti e atlete massaggi da parte di professionisti o fisioterapisti. In seguito viene impartita la formazione di monitore sport militare e quindi, per 13 settimane, il focus verte sulla loro attività agonistica specifica: campi di allenamento e/o partecipazione alle gare se sono in calendario. La formazione comprende anche questioni rilevanti per gli sportivi: comunicazione con i media e il pubblico; antidoping; pianificazione di carriera. Corsi tenuti da specialisti e docenti della Scuola universitaria federale dello sport che garantiscono un livello di eccellenza rispondente agli standard internazionali ».

Immagino esista una collaborazione con Swiss Olympic. Gli standard sono definiti e coordinati con l’organizzazione mantello delle federazioni sportive elvetiche?
«Certamente. Swiss Olympic partecipa d’altronde alla selezione dei partecipanti alla Scuola reclute per sportivi di punta, un processo che dura 14 mesi prima della scuola reclute. Noi sosteniamo gli atleti delle discipline ritenute più importanti da Swiss Olympic, ad esempio lo sci o la mountain bike, le discipline olimpiche ma anche quelle di importanza nazionale (Lotta svizzera). Gli atleti – oltre ad essere abili al servizio – devono avere un potenziale non solo nazionale ma internazionale, riconosciuto dalle federazioni. La scelta viene fatta dall’Esercito e da Swiss Olympic sulla base di una short list inviata dalle Federazioni. Non fissiamo contingenti di nessun tipo ma scegliamo l’eccellenza degli sportivi in modo da favorire il raggiungimento al meglio degli obiettivi fissati: risultati sportivi d’eccellenza di atleti che hanno un grande potenziale».

Gli sportivi maschi hanno l’obbligo di servire; le atlete la libera scelta. Anche le sportive mostrano interesse?
«Direi proprio di sì. I nomi di Corinne Suter, Michelle Gisin, Jolanda Neff parlano da soli… ne potrei citare molti altri. C’è grande interesse anche perché durante le pause stagionali fra le competizioni, poter godere di infrastrutture di sostegno professionali al massimo livello è prezioso. Esiste una volontà politica dichiarata da parte della responsabile del Dipartimento difesa e sport di incentivare il servizio femminile e il fatto di poter sostenere le atlete di punta rappresenta un contributo che va in questa direzione».

Stiamo parlando di atlete e atleti di punta. Che costano. Quando gli atleti partecipano – magari durante la scuola reclute – a campi di allenamento all’estero o a competizioni, chi paga?
«Pagano le Federazioni e non la Confederazione. L’esercito offre le infrastrutture, i servizi e la formazione specifica fornita nei centri di Macolin, Andermatt e Tenero. Paga la scuola reclute con alcuni servizi specifici per questi militi, sapendo che con loro – che non hanno una formazione militare armata – si risparmia su altre voci di spesa».

Quanti sono gli atleti e le atlete che fanno la scuola reclute per sportivi di punta?
«Dal 2023, sono 140 all’anno, scelti come detto sulla base dell’eccellenza e non per quote e suddivise in due scuole reclute: una primaverile-estiva (cui partecipano in genere gli atleti che fanno competizioni invernali) e una autunnale-invernale per gli altri (ad esempio una centometrista ad ostacoli come Ditaji Kambundji)».

E terminata la scuola reclute restano in servizio?
«Sì. Vengono incorporati nei Corsi di ripetizione dello Stato maggiore specialistico Sport. Oggi sono 703 fra atlete e atleti attivi, cui si aggiungono 145 fra allenatori e tecnici e 33 massaggiatori. Tutti possono fare fino a un massimo di 130 giorni di servizio ogni anno. O nei centri in Svizzera, oppure all’estero a dipendenza delle competizioni. A Pechino, le atlete e gli atleti svizzeri che hanno vinto le 7 medaglie erano in servizio, con un ordine di marcia. Su 167 atleti svizzeri partecipanti, la metà erano soldati sport. Ovviamente il viaggio e i costi di permanenza erano a carico di Swiss Olympic, ma Odermatt, Gisin e gli altri soldati sport erano di fatto in servizio di truppa».

Con l’ordine di rientrare in caserma alle 22?
«L’ordine di rientro non veniva da me… (ride)».

Per gli sportivi d’élite che non hanno fatto ancora il salto verso risultati di importanza internazionale cosa fate?
«Anzitutto fra i 703 soldati sport citati, sono diversi ad avere già raggiunto il vertice. Gli altri approfittano delle nostre infrastrutture e sostegno, assai utile proprio per poter fare il salto di qualità. Oltre a questi, abbiamo introdotto lo statuto specifico di “sportivi di punta contrattuali” con un impiego a metà tempo. Fra donne e uomini (scelti a partire dal potenziale e non per quote), sono 18. A questi atleti particolarmente promettenti si garantisce uno statuto di impiegato della Confederazione con un salario (per un metà tempo) di 2.000-2.500 franchi al mese netti, oltre all’assicurazione militare ».

Qual è il ruolo del Centro di Tenero in questo sistema di promozione degli sportivi d’élite?
«Macolin e Tenero sono le due perle dell’Ufficio federale dello sport. Il Centro di Tenero – che ha una lunga e proficua tradizione al servizio dell’esercito e dello sport su scala nazionale – offre infrastrutture d’eccellenza preziose per i militari sportivi svizzeri. Un solo esempio: per il nuoto è riconosciuto come centro di prestazione da Swiss aquatics. Ma anche per molti altri sport, parte della scuola reclute dei soldati sport si svolge in Ticino, nel Centro nazionale sportivo di Tenero».

Perché un Paese dovrebbe sostenere i propri sportivi più talentuosi?
«Il motivo che mi sta più a cuore è che sono dei modelli positivi per i giovani. Non solo per i successi sportivi che ottengono. Ma perché per raggiungere una vetta è necessario saper affrontare la fatica, avere tenacia, superare situazioni difficili, battute d’arresto. Saper ripartire guardando in alto per realizzare il meglio di sé».

Intervista pubblicata nell’edizione di martedì 11 ottobre 2022 del Corriere del Ticino

(Immagine: www.vtg.admin.ch)
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A Lugano si parlerà anche di sicurezza con Thomas Süssli

Il 18 ottobre al LAC

L’Associazione per la Rivista militare svizzera di lingua italiana, editrice dell’omonima rivista, organizza per martedì 18 ottobre, al LAC di Lugano, con inizio alle 18, la sua conferenza annuale. L’evento sarà diviso in due parti. Nella prima parte, il colonnello SMG Marco Mudry presenterà il Centro di competenza sport nell’Esercito. Seguirà una tavola rotonda con i soldati sport Ricky Petrucciani (vicecampione europeo dei 400m), Linda Indergand (bronzo olimpico in mountain bike a Tokyo) e Michelle Heimberg (vicecampionessa europea di tuffi).

Ci sarà il capo dell’esercito
Nella seconda parte, il comandante di corpo Thomas Süssli, capo dell’esercito, terrà una relazione dal titolo «Impegno Sicurezza Svizzera» e risponderà alle domande del pubblico.

Per motivi organizzativi è richiesta l’iscrizione: manifestazioni@rivistamilitare.ch oppure via telefono/SMS allo 079/704 39 05.