Personalmente non pensavo che il quotidiano La Regione utilizzasse la lettera di risposta che il sottoscritto ha inviato al Segretario di Stato per la migrazione Mario Gattiker per strumentalizzare la misura introdotta dal mio Dipartimento lo scorso aprile relativa all’obbligo di presentazione del casellario giudiziale e del certificato dei carichi pendenti per il rinnovo e il rilascio dei permessi di dimora B e di lavoratore frontaliere G. Innanzitutto, tengo a spegnere il taglio ironico con cui La Regione ha tendenziosamente impostato l’intero articolo pubblicato oggi. Dire infatti che “si scopre solo oggi” la natura straordinaria e temporanea della mia decisione è falso, dato che più volte ho ribadito la straordinarietà della misura, legata appunto al contesto straordinario vissuto negli ultimi mesi a livello di sicurezza. Sicurezza, un argomento messo in dubbio dal quotidiano, che cita alcuni passaggi dell’editoriale con il quale, come Direttore del Dipartimento delle istituzioni, introducevo ad inizio anno il Rapporto d’attività 2014 della Polizia cantonale.
Le cifre estrapolate dal Rapporto e riportate nell’articolo sono parziali e non dicono tutto. Ad esempio, non considerano la criminalità economica, che non è diminuita rispetto al 2013, e che danneggia fortemente l’immagine della nostra piazza finanziaria. E soprattutto ben si son guardati di indicare la provenienza degli autori di questi reati quali truffa, appropriazione indebita, amministrazione infedele e falsità in documenti: il 61% di loro sono cittadini stranieri, con oltre la metà di questi reati commessi da persone di nazionalità italiana; inoltre, non considerano che la criminalità in generale è diminuita solo grazie ai notevoli sforzi messi in campo dal nostro Cantone nel globale, e dal Dipartimento diretto dal sottoscritto nel particolare.
Non sto ad elencare le misure introdotte perché sono sicuro che tutti se le ricordano; i media le hanno riportate più volte e sono state parte integrante del dibattito politico della scorsa legislatura cantonale e dell’attuale legislatura federale. Aggiungo però che fra quelle misure è integrato anche l’obbligo di presentazione del casellario giudiziale e del certificato dei carichi pendenti. Analizzare quest’ultimo come se fosse un provvedimento a sé rappresenta un esercizio miope e fuorviante. Il provvedimento è, e così è sempre stato dichiaratamente, una misura straordinaria. Di fronte a situazioni come quelle vissute dal Ticino negli ultimi mesi, le misure introdotte devono poter essere accompagnate – e questo è un aspetto che ho ricordato alle Autorità federali – da misure straordinarie che permettano di continuare a garantire la sicurezza e l’ordine pubblico del nostro Cantone e di tutti i suoi cittadini.
Sulla sicurezza non bisogna mai abbassare la guardia. In qualità di responsabile politico e istituzionale della sicurezza nel nostro Cantone, il sottoscritto deve pensare alla tranquillità di tutti i cittadini, messa a repentaglio da persone che approfittano del contesto d’apertura – ahimè causato dagli accordi internazionali firmati dal nostro Paese – per entrare a delinquere sul nostro territorio. Sicurezza e tranquillità che, nel caso di questa misura, fanno rima con rispetto. Rispetto per tutti i Ticinesi ma anche per tutti i cittadini stranieri che vogliono dimorare o lavorare onestamente nel nostro Cantone, e che sono quindi anch’essi tutelati dalla mia decisione (prova ne è che nessuno si è lamentato, anzi). Sulla sicurezza e il rispetto dei cittadini non si può ironizzare; ed è proprio per questo che ho difeso e continuerò a difendere la mia decisione presso le Autorità federali, così come presso quelle europee e italiane.
Se questo mio comportamento non trova l’approvazione di alcune testate giornalistiche come La Regione o Il Caffé, pazienza. La sicurezza e il benessere del Popolo ticinese sono sempre state fra le mie priorità. Obiettivi a cui mi sono dedicato nella passata legislatura (durante la quale ho deciso l’introduzione di questo provvedimento, e se ne stiamo ancora discutendo significa che non si è trattato, come supposto da qualcuno, di una manovra elettorale), assicurando al cittadino che lo avrei fatto anche se mi avesse concesso un secondo mandato. Il Popolo ticinese mi ha confermato la sua fiducia, al di là di ogni dubbio. Non tenere fede a quanto detto in campagna elettorale sarebbe stato deludente e irriverente per chi mi ha sostenuto con il suo voto. È per questo che adotterò ogni provvedimento che riterrò necessario, anche se scomodo ad alcuni ambienti, per aumentare il livello della sicurezza nel nostro Cantone.
Norman Gobbi