In vigore dall’aprile 2011 la Lear potrebbe già essere riformata. O abrogata. Ieri incontro fra Di e associazione di categoria. Ha poco più di due anni di vita. E già si pensa a una sua “profonda revisione” o addirittura alla sua abrogazione, disciplinando con altre “leggi settoriali” anche il variegato mondo degli esercizi pubblici, come ha indicato lunedì in Gran Consiglio il capo del Dipartimento istituzioni Norman Gobb i. Il futuro della Legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione (Lear), entrata in vigore il 1° aprile del 2011, è stato uno dei temi toccati ieri mattina in un incontro, da tempo in agenda, fra Dipartimento e GastroTicino.
L’esigenza di rivedere la Lear, spiega alla ‘Regione’ Gobbi, reduce dalla riunione con la Federazione esercenti e albergatori, «è sorta anche dopo alcune recenti sentenze del Tribunale cantonale amministrativo, in particolare quella emessa lo scorso dicembre secondo cui il rilascio dell’autorizzazione alla gerenza non può più essere subordinato all’assenza di attestati di carenza beni dell’istante. Era peraltro una delle condizioni previste già dalla legge precedente». E che è stata inserita pure nella Lear. «Stando al Tram la disposizione violerebbe la libertà economica», ricorda Gobbi. Fatto sta che in seguito a quel verdetto la norma («che per noi era fondamentale») non viene più applicata. Nel frattempo il Dipartimento ha costituito al proprio interno un gruppo di lavoro «per vedere come negli altri Cantoni viene regolamentato il ramo degli esercizi pubblici». E «per esaminare un paio di scenari: la riforma della legge del 2011 oppure la sua abolizione, rinviando ad altre leggi ticinesi vigenti il disciplinamento anche del settore degli esercizi pubblici». Quali leggi? «Per esempio quelle sul commercio e sull’edilizia, la legge sulla polizia e quelle che già trattano questioni igienico-sanitarie, leggi che contemplano norme che riguardano pure bar e ristoranti». Norme «che se necessario potrebbero essere modificate». In ogni caso, assicura il consigliere di Stato, «GastroTicino nonché le altre associazioni interessate, e l’ho comunicato espressamente nell’incontro di stamattina (ieri mattina, ndr), saranno coinvolte in questa riflessione».
Per il direttore di Gastro Gabriele Beltrami «quel che conta è che il settore non rimanga senza regole». Per evitare il Far West. Gobbi «ci ha garantito che saremo coinvolti nella discussione ed era ciò che auspicavamo, ora la questione verrà approfondita dagli organi della Federazione esercenti e albergatori». Alla luce dei cambiamenti legislativi ipotizzati, ci si potrebbe domandare quale fine farà l’articolo 24 della Lear che il parlamento lunedì ha chiesto di rispettare. È l’articolo che obbliga il gerente a “fornire gratuitamente” acqua (del rubinetto) al cliente che pranza o cena. Si vedrà. Intanto nella riunione di ieri si è parlato anche, fa sapere Gobbi, di formazione e di controlli.
Da La Regione, 20.04.2013