I primi 100 giorni di attività del nuovo Direttore delle Strutture carcerarie sono l’occasione per scattare una fotografia attuale sullo stato delle Strutture carcerarie cantonali.
Ma facciamo un po’ di storia. Nel 2007, un rapporto specialistico rilevò la necessità di procedere a delle riorganizzazioni per rendere più efficiente, oltre che più sicuro, l’operato nelle carceri. La gestione del personale era la situazione che destava particolare preoccupazione. Elevato tasso d’assenteismo, cronica mancanza di motivazione e stress psicologico generalizzato derivante dal continuo contatto con delinquenti e criminali, sono solo alcuni sintomi del disagio che regnava fra gli agenti di custodia.
Immediatamente dopo il mio insediamento in Consiglio di Stato nel 2011, recependo le legittime lamentele del personale, proposi al Governo di realizzare una perizia esterna. Il verdetto non fu dei più clementi, anzi. Urgeva un intervento efficace da parte della Direzione in particolare nella gestione del personale. La scelta di dar fiducia nuovamente all’allora Direttore Fabrizio Comandini si rivelò col passare dei mesi inadeguata. Motivo per cui, con l’accordo del Consiglio di Stato, incaricai del gravoso compito, ad interim, Marco Zambetti. Quest’ultimo, in pochi mesi, improntò un nuovo tipo di conduzione delle Strutture carcerarie che portò a dei buoni risultati, in particolare considerando il clima di lavoro.
Dal 1. novembre scorso, la direzione delle Strutture carcerarie è stata assunta da Stefano Laffranchini. Dopo 100 giorni dalla sua entrata in servizio e ad un anno dal cambiamento delle modalità di condotta, posso affermare che i disagi che si sono manifestati negli anni tra gli agenti di custodia, sono solo un ricordo. Nonostante le difficoltà di questa importante e sensibile professione – che oltre a simboleggiare la dignità e la legalità dello Stato, ha un ruolo importantissimo per la nostra sicurezza – il tasso d’assenteismo (indicatore del livello delle condizioni di lavoro e della motivazione) è quasi dimezzato rispetto al 2008. In aggiunta, le esigenze degli agenti hanno guadagnato importanza, essendo divenute un elemento integrante del processo decisionale, ciò che ha restituito dignità alla professione. In questo senso, rappresentativa del nuovo assetto gestionale è l’introduzione del “management by wandering around”, principio secondo il quale le decisioni importanti vengono prese solo dopo aver operato al fronte in prima persona, così da considerare ogni singola problematica cui il personale è confrontato.
Felice del notevole miglioramento intervenuto nel settore carcerario per merito della dirigenza ad interim e della nuova dirigenza, tengo a rivolgere i miei più vivi ringraziamenti al Direttore Stefano Laffranchini, capace di concretizzare con successo tutti gli obiettivi che avevo fissato nei miei primi mesi in Consiglio di Stato.
Norman Gobbi