Trend al ribasso in tutto il Dipartimento
Di recente il Consiglio di Stato, in risposta a una mozione sull’assenteismo negli uffici dell’Amministrazione cantonale, ha evidenziato che ci sono dei settori con livelli d’assenza superiori ad altri ma che non si può parlare di fenomeno radicato.
Mi piace però sottolineare che – mentre gli altri Dipartimenti sono stabili – il mio è l’unico Dipartimento che dimostra un trend al ribasso a partire dal 2012, poco dopo il mio arrivo alla direzione. Un dato che mi rallegra e che dimostra come, in particolare le riorganizzazioni, hanno contribuito a migliorare anche le condizioni di lavoro dei miei collaboratori, con conseguente beneficio in termini di efficienza dei vari uffici.
Non è un segreto che un clima favorevole incide positivamente sulle persone, rendendole più motivate sul posto di lavoro e meno soggette alle assenze.
La soddisfazione è ancora maggiore se penso che tra i servizi del mio Dipartimento ci sono delle realtà lavorative sensibili e difficili. Penso in particolare alle strutture carcerarie, un settore alquanto impegnativo per le mansioni assegnate e per il contesto in cui si opera. Nonostante ciò, le cifre dimostrano una regolare diminuzione delle assenze da tre anni, in parallelo alla profonda riorganizzazione da me voluta e condotta dal nuovo Direttore delle strutture carcerarie Stefano Laffranchini.
Un ambiente di lavoro più sereno
Quella degli agenti di custodia è indubbiamente una delle professioni più onerose perché ogni errore può avere delle gravi ripercussioni. Una priorità è stata di mettere tutti i collaboratori nelle condizioni ideali per svolgere la propria attività, creando un ambiente di lavoro più disteso, favorito da una maggiore vicinanza dei quadri al personale. Si è cercato di favorire la comunicazione tra le parti, ascoltando con attenzione i bisogni e dando più riscontro alle esigenze attraverso una pianificazione del personale decentralizzata. Una misura molto apprezzata è stata quella di dare a tutti la possibilità di contribuire in modo istituzionale al miglioramento del lavoro, coinvolgendo il personale in un rapporto sempre più bidirezionale. L’ambiente positivo all’interno delle strutture carcerarie è stato infine possibile anche grazie al continuo dialogo con i rappresentanti sindacali, diventati dei partner imprescindibili.
Dei nuovi stimoli professionali
Ci sono però altri aspetti che hanno permesso di agevolare e valorizzare i collaboratori. Sono state moltiplicate le possibilità di carriera all’interno delle strutture carcerarie, istituendo parallelamente un percorso di formazione pratico e teorico per gli aspiranti quadri. La riorganizzazione è pure servita per ampliare le possibilità di impiego del personale, tramite nuovi servizi quali il trasporto dei detenuti e soprattutto delle nuove specializzazioni come nel caso del gruppo d’intervento in caso di problemi e di quello per la ricerca di stupefacenti. Sono inoltre stati demandati nuovi compiti alla centrale operativa. I collaboratori possono oggi interpretare il loro ruolo in maniera più dinamica, cogliendo queste nuove opportunità, rispettivamente approfittando delle formazioni interne per individuare nuovi stimoli. La maggiore flessibilità è senza dubbio apprezzata e contribuisce a fidelizzare le persone poiché ognuno ha la possibilità di trovare la giusta collocazione professionale. D’altra parte, le accresciute esigenze in termini di sicurezza hanno implicato maggior lavoro per il personale, che ha comunque risposto con innegabile responsabilità e con un invidiabile attaccamento alla professione.
In questi anni mi sono impegnato a creare delle condizioni di lavoro interessanti all’interno del mio Dipartimento, adeguando il personale per distribuire meglio il carico di lavoro e fornendo più strumenti. Sono convinto che questa scelta abbia permesso di ridurre il tasso di assenteismo e nel contempo abbia contribuito a migliorare la soddisfazione professionale dei miei collaboratori rendendoli più efficaci nelle risposte alla popolazione.