Per Norman Gobbi positive le misure messe in campo
“La violenza domestica è un fenomeno preoccupante, strutturale e trasversale a tutta la società. Non può più essere confinato all’interno delle quattro mura domestiche, ma deve interrogarci tutti, per le conseguenze negative che ha sull’intera società”. Il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi è stato molto chiaro nel suo intervento durante la presentazione del bilancio dell’attività interdipartimentale alla lotta contro la violenza domestica e per il lancio della Giornata cantonale contro la violenza domestica – svoltasi ieri a Bellinzona – e delle azioni che sono in programma sino al 10 dicembre nell’ambito della campagna “16 giorni di attivismo contro la violenza domestica. “Per il Consiglio di Stato si tratta di un tema prioritario e in tal senso ci siamo mossi, presentando il Piano d’azione cantonale nel 2021 e il suo aggiornamento nel ’22. Adesso è tempo di fare un bilancio su quanto messo in campo. Un bilancio sostanzialmente positivo, nella misura in cui tutte le iniziative oggi sono coordinate tra loro. Non si lavora più “a silos”, dove ognuno fa il suo, senza però creare una rete. La collaborazione su questo fronte, come su altri, è essenziale. E così Dipartimento delle istituzioni, DSS e DECS promuovono attività tra loro coordinate. Nello stesso tempo i Comuni (in particolare le città, ma non solo), le associazioni e vari enti, insomma quella che si definisce “la società civile”, fanno fiorire una serie di iniziative, attraverso le quali il fenomeno viene trattato sotto più aspetti”, afferma il Consigliere di Stato Norman Gobbi.
Si è capito che se ognuno fa la sua parte nell’ambito di un Piano d’azione cantonale – che non limita le iniziative, ma anzi le promuove e le sollecita – i risultati ci sono. “In un mondo in cui l’uso della violenza è aumentato assistiamo in Ticino a una stabilizzazione degli atti di violenza domestica. Violenza che non viene esercitata sola dall’uomo verso la donna (spesso la compagna, l’amica o la moglie) come si è soliti pensare, ma nella misura del 25% anche dalla donna verso l’uomo. Un dato che ha sorpreso, ma non più di tanto se si seguono i comunicati della Polizia cantonale e le notizie sui giornali”, sottolinea Gobbi.
“L’obiettivo è quello di sconfiggere questo tipo di violenza. Ambizioso, lo riconosco. Per fare questo abbiamo bisogno di un profondo cambiamento culturale, grazie al quale non dovrebbe più esserci sopraffazione di genere, ma il riconoscimento di una pari dignità delle persone al di là del loro sesso. Un processo di cambiamento culturale che nasce all’interno della famiglia, nella scuola, in tutte le istituzioni. Più facile a dirsi che a farsi? No, se ognuno di noi fa la sua parte e prende coscienza che la violenza fisica e/o psicologica non è il rimedio per superare e risolvere un conflitto, di qualsiasi tipo esso sia. Anzi, la violenza genera ulteriore violenza! Riconosco che per alcune culture la strada sarà più dura, ma anche su questo ci dobbiamo lavorare”, conclude il Consigliere di Stato, Norman Gobbi.
Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 26 novembre 2023 de Il Mattino della Domenica