‘Stimati 43 milioni per il Ticino’

‘Stimati 43 milioni per il Ticino’

Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 19 novembre 2020 de La Regione

Nella tarda mattinata di ieri gli auspici comunicati alla stampa da Norman Gobbi e Marina Carobbio, presidenti rispettivamente di Consiglio di Stato e Deputazione ticinese alle Camere federali: più fondi per i casi di rigore, cioè al sostegno di quelle piccole imprese ancora in difficoltà dopo aver già subito pesanti perdite economiche durante la prima ondata pandemica, e l’adeguamento della Legge Covid per la creazione di una base legale che permetta di comminare multe nei casi in cui viene riscontrato il mancato rispetto delle misure di protezione. Nel giro di due ore l’annuncio del Consiglio federale (cfr. pagina 2).

È stata una coincidenza la risposta giunta da Berna a stretto giro di posta, per carità. Ma sicuramente gradita. «Innanzitutto devo dire che nella procedura di consultazione sui casi di rigore, come Canton Ticino abbiamo partecipato attivamente, sollevando criticità da un lato sull’importo e dall’altro sul meccanismo di funzionamento dello strumento», esordisce interpellato dalla ‘Regione’ per un commento il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta. Ieri, prosegue, «abbiamo ottenuto una prima risposta che è sicuramente positiva: quella riguardo l’aspetto finanziario. Il miliardo di franchi che è stato annunciato, cumulato tra Cantoni e Confederazione, rappresenta una dotazione sicuramente più interessante rispetto all’ipotesi iniziale di 400 milioni». E materialmente quanto verrà attribuito al Ticino? «Non abbiamo ancora delle comunicazioni ufficiali su quanto ci spetterà, ma indicativamente secondo i nostri primi calcoli, che andranno verificati soprattutto in merito alle regole di attribuzione, potrebbe esserci un importo di 43 milioni da suddividere tra Cantone e Confederazione. Ma ripeto, col beneficio d’inventario: sono prime stime». Ben più dei 17 milioni inizialmente previsti.

Sulla seconda criticità rilevata dal Consiglio di Stato, quella del meccanismo di funzionamento, «speriamo che la procedura sia rigorosa perché si tratta di soldi pubblici ed è necessario avere i giusti controlli, ma pure che allo stesso tempo non diventi troppo macchinosa perché complicherebbe il tutto. Su questo ora non possiamo pronunciarci. Quello che è importante rilevare è che parliamo di casi di rigore, non sarà un intervento ad annaffiatoio ma molto mirato in quei settori e quelle aziende che hanno subito in maniera pesante questa pandemia e potrà assumere diverse forme di intervento. La Confederazione parla di sostegni che possono passare dal credito fino al fondo perso, andrà valutato una volta che l’ordinanza sarà pubblicata».

Anche la novità in merito all’estensione delle indennità di lavoro ridotto «è una notizia positiva», rileva Vitta. Perché il lavoro ridotto «è uno di quegli strumenti che è stato più efficace negli interventi in questi mesi. Si pensi che nel solo Canton Ticino da quando è stato applicato fino all’inizio di settembre sono stati distribuiti oltre 600 milioni di franchi». Un’efficacia comprovata, quindi, e che ha aiutato «a mantenere stabile il tasso di disoccupazione in questi mesi ed evitare una sua esplosione».

A unirsi alle buone notizie è anche, per il direttore del Dfe, «il segnale di apertura, a determinate condizioni, a riattivare i crediti Covid. Bisogna dire che hanno aiutato molto in questa fase. Basti ricordare che a inizio novembre abbiamo registrato un calo di fallimenti rispetto all’inizio di novembre dell’anno scorso: nel 2019 erano 1’055, nel 2020 sono scesi a 844. Sicuramente anche frutto di questa liquidità messa nel mercato. Tutti questi strumenti ci hanno permesso di mantenere stabile questa situazione, malgrado sia difficile». C’era il timore diffuso nel vedere i reali effetti della crisi, sia sui redditi sia sull’occupazione, una volta confrontati con la fine degli aiuti. Queste decisioni in arrivo da Berna spostano in là questo momento, dando magari più tempo per (ri)organizzarsi? «Sicuramente – risponde Vitta – l’anno 2021 sarà impegnativo per chi opera a livello economico, a dipendenza dei settori in cui si è attivi. Lo Stato è intervenuto e sta intervenendo per limitare i danni di questa situazione, ma al momento che ci sarà una ripresa economica saranno solo le aziende e i settori più strutturati e solidi che avranno una prospettiva. Chi aveva già difficoltà le ha viste amplificate dalla pandemia, e non tutti riusciranno a passarla in maniera indenne. Altri avranno nuovi slanci. Come tutte le crisi, ce lo insegna la storia, anche questa purtroppo lascerà situazioni negative in ambito economico». E, conclude Vitta, «non dipenderà solo dall’andamento cantonale. Se pensiamo che abbiamo circa il 50 per cento del nostro Prodotto interno lordo che è generato dalle esportazioni bisognerà vedere come si muove il mondo a livello economico».

Anche il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, dopo gli auspici mattutini, è soddisfatto di quanto emerso da Berna. Da noi raggiunto annota come «il fatto che venga riconosciuto un credito superiore rispetto a quanto inizialmente previsto per i casi di rigore, proprio perché tutti i Cantoni hanno evidenziato questa necessità, ci soddisfa perché viene dato seguito anche alle richieste del Ticino. Ma è pure la dimostrazione che se i Cantoni lavorano in maniera concertata il Consiglio federale ci ascolta, ed è importante questo gioco di squadra anche attraverso le singole conferenze dei direttori cantonali». In merito alle multe, come direttore del Dipartimento istituzioni Gobbi spiega che «ora si può farle, ma l’obiettivo non è sanzionare. Però se i comportamenti non si conformano e c’è una mancanza palese del rispetto delle norme e delle regole alla base del comportamento che ha permesso di correggere la curva dei contagi, e di farla pian pianino abbassare, significa che ogni tanto bisogna anche multare: ma solo come

soprattutto nei confronti di coloro che sono, tra virgolette, più riottosi nel recepire indirizzi e raccomandazioni delle autorità».

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Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 19 novembre 2020 del Corriere del Ticino

Multe celeri, pressing del Ticino su Berna

Le sanzioni disciplinari per chi non rispetta le disposizioni anti-COVID e gli aiuti finanziari per i casi di rigore saranno i temi centrali per la Deputazione in occasione dell’imminente sessione del Parlamento Il Consiglio federale ha intanto innalzato i fondi destinati alle aziende ticinesi, che arriveranno così a 43 milioni

Non manca molto alla sessione invernale delle Camere federali che verrà aperta il 30 novembre. Tema centrale dei dibattiti parlamentari sarà la revisione della Legge COVID in considerazione anche della seconda ondata della pandemia. «I temi all’ordine del giorno non possono fare astrazione dalla situazione sanitaria in corso», ha detto ieri a Bellinzona la presidente della Deputazione ticinese Marina Carobbio Guscetti nel corso dell’usuale conferenza stampa che si tiene prima dell’inizio della sessione, in concerto con il Consiglio di Stato. Gli scambi tra i deputati ticinesi a Berna e i consiglieri di Stato, ha spiegato il presidente del Governo Norman Gobbi, si sono incentrati su due aspetti della revisione dell’ordinanza: gli aiuti finanziari per i cosiddetti casi di rigore e la possibilità di infliggere multe disciplinari anche in caso di situazione particolare e non solo straordinaria.

Contravvenzioni più rapide
Per quel che riguarda le multe disciplinari, il tema è stato presentato sulle pagine del nostro giornale proprio la scorsa settimana. In sostanza, con il passaggio dalla situazione straordinaria, invocata dal Canton Ticino in marzo, a quella ordinaria cui si è tornati in giugno, per la polizia è venuta a mancare la possibilità di sanzionare istantaneamente chi non si attiene alle regole (per esempio multare chi non indossa la mascherina o si raggruppa in assembramenti superiori alle cinque persone proprio come si fa con chi non indossa il casco o non mette la cintura), mentre percorrendo la via «ordinaria» i tempi procedurali sono ben più lunghi. La proposta, ha confermato Carobbio Guscetti, è stata sposata dalla deputazione e verrà portata avanti a Berna a nome del Ticino.

Modifica accordata dal Governo
Nel pomeriggio di ieri anche il Consiglio federale è tornato sul tema proponendo una modifica della Legge sulle multe disciplinari. «Le contravvenzioni di lieve entità della legge sulle epidemie, come le violazioni dell’obbligo di portare la mascherina, devono poter essere punite con una semplice multa disciplinare. Abbiamo bisogno di disciplina», ha detto Ueli Maurer ribadendo che l’obiettivo è quello di ridurre il numero di infezioni. «Si può essere critici, ma indossare la mascherina, in alcune occasioni, è un obbligo».

Più soldi dalla Confederazione
Tornando ai casi di rigore (vedi box a lato), la proposta di modifica, di cui ha parlato anche il Consiglio federale poco dopo la conferenza stampa ticinese, prevede di incrementare gli aiuti finanziari per i casi di rigore fino a un importo complessivo di 1 miliardo di franchi e di aumentare la quota della Confederazione a circa due terzi. L’importo da devolvere da parte di Berna era precedentemente stato fissato a 200 milioni da dividere tra i Cantoni, ai quali questi ultimi avrebbero aggiunto una somma uguale: per il Ticino, questo avrebbe portato ad aiuti per circa 17 milioni di franchi (8,5 da Berna e altrettanti da Bellinzona). L’ammontare è però ritenuto oggi insufficiente sia dal Cantone, sia anche dalla Commissione dell’economia e dei tributi del Nazionale che proprio martedì si è espressa in merito, e anche dal Consiglio federale che, come detto, ha annunciato di aumentare l’importo a 1 miliardo di franchi. L’Esecutivo federale aveva infatti già ammesso che la cifra era stata calcolata sulla base dei fabbisogni così come apparivano prima della seconda ondata. La quota totale destinata al Ticino sarà quindi di 43 milioni. Lo scopo della revisione della Legge, hanno spiegato entrambi i relatori, è ottenere più mezzi e criteri di selezione più precisi. «Molte piccole realtà – ha proseguito Carobbio Guscetti -, pur avendo necessità di essere aiutate, sono inoltre preoccupate di non poter rendere questi prestiti, verrà quindi anche discussa la possibilità di istituire sovvenzioni a fondo perso».

Dai conti alle pigioni
Tra gli altri temi di cui si discuterà a Berna, ha terminato la deputata socialista, figurano il Preventivo e il Consuntivo, che verranno eccezionalmente trattati nella stessa sessione. La Deputazione, infine, vorrebbe anche discutere di una legge a livello federale che tratti le pigioni commerciali.