Il direttore Laffranchini: stiamo facendo salti mortali per trovare degli spazi. Andreotti, Divisione giustizia: detenuti collocati anche in altri cantoni
È di nuovo emergenza sovraffollamento nelle prigioni ticinesi. «Martedì per esempio – sostiene il direttore delle strutture detentive cantonali Stefano Laffranchini – non c’erano più posti disponibili né alla Farera né alla Stampa». Cioè nel Carcere giudiziario, riservato agli imputati in attesa di giudizio dei quali la Procura ha disposto la detenzione preventiva con l’avallo del giudice dei provvedimenti coercitivi, e nel Carcere penale dove vengono rinchiuse le persone condannate a una pena da scontare dietro le sbarre.
‘Si vive praticamente alla giornata’
«È dall’inizio di quest’anno che registriamo un’occupazione elevata delle due strutture – riprende Laffranchini –. Se ci limitiamo alla Farera, che ha una capienza massima di ottantotto posti, parliamo di una media giornaliera di ottanta detenuti. Un numero tutto sommato ancora gestibile. È però da tre mesi, e soprattutto da qualche settimana, che stiamo facendo i salti mortali per individuare degli spazi sfruttabili. Insomma, si vive praticamente alla giornata, tra scarcerazioni, incarcerazioni e soluzioni per così dire volanti. È però anche successo che si sia dovuto tenere qualche imputato nelle celle di polizia di Mendrisio più del solito nell’attesa di riavere un posto a disposizione nel Carcere giudiziario». Gli agenti di custodia, tiene a puntualizzare il direttore delle Carceri cantonali, «stanno facendo il possibile e l’impossibile, con un impegno davvero encomiabile». Il sovraffollamento è da ricondurre, spiega Laffranchini, «alla concomitanza di grosse inchieste del Ministero pubblico che hanno comportato degli arresti e a un incremento dei fermi di richiedenti asilo, tra cui dei minorenni o sedicenti tali, per reati, ad esempio, contro il patrimonio».
‘Personale messo a dura prova’
La situazione riguardante l’occupazione delle prigioni “è molto critica e constatiamo che si sta protraendo nel tempo, mettendo a dura prova in particolare il personale delle strutture carcerarie nonché il Servizio medico carcerario e l’Ufficio dell’assistenza riabilitativa”, ha scritto l’altro ieri la direttrice, in seno al Dipartimento istituzioni, della Divisione giustizia Frida Andreotti alle diverse autorità interessate, fra cui la magistratura penale e la commissione del Gran Consiglio preposta alla sorveglianza sulle condizioni detentive in Ticino. Ha pure fornito le cifre relative a mercoledì. Carcere giudiziario La Farera: “85 posti occupati su 88 (compresi 3 minori accertati e 3 presunti minori e 20 donne): disponibilità di 2 posti per uomini e 1 posto per donna”. Carcere penale La Stampa: “completo”. Carcere aperto Lo Stampino: “21 posti su 45 disponibili”. In questo periodo “il numero di minori (o presunti tali) incarcerati ha anche raggiunto ben 9 unità, con tutte le implicazioni del caso nel loro collocamento alla Farera”. Il direttore e tutto il personale, ha scritto ancora Andreotti, “si stanno adoperando per ricercare tutte le possibili soluzioni interne tra comparti, occupando ogni possibile spazio disponibile a fronte di una situazione logistica che ha già raggiunto i suoi limiti massimi, ritenendo altresì il numero degli agenti di custodia a disposizione, tarato su un’occupazione ben inferiore a quella attuale”.
‘Contatti anche con la magistratura e il Concordato latino’
La ‘Regione’ ha interpellato la responsabile della Divisione giustizia per sapere come il Dipartimento istituzioni stia affrontando questo nuovo sovraffollamento della Farera e del Carcere penale. «La Divisione – spiega Frida Andreotti – sta operando a fianco della Direzione delle strutture carcerarie per trovare delle misure puntuali. Sta inoltre interagendo con i partner del Concordato latino sulla detenzione penale per gli adulti per poter collocare altri detenuti fuori del Ticino, considerando tuttavia che anche altri Cantoni sono confrontati con un livello di occupazione elevato. A oggi, in seguito all’emergenza, quattro detenuti sono stati accolti in carceri del Concordato latino, e altri potrebbero seguire. La Divisione sta inoltre intensificando il dialogo con le autorità giudiziarie interessate, allo scopo – nel pieno rispetto delle rispettive competenze – di alleviare la pressione sulle Strutture carcerarie cantonali. Negli ultimi mesi abbiamo peraltro constatato un importante incremento dell’uso delle misure sostitutive all’arresto da parte del Ministero pubblico e il costante utilizzo della sorveglianza elettronica tramite braccialetto in caso di condanna a pene detentive di breve durata. In questo contesto che mette sotto pressione tutto il personale attivo nel settore esecuzione pene, tengo a rimarcare il grande impegno e professionalità di tutti per gestire nel migliore dei modi la situazione».
In una prospettiva a medio termine a quali soluzioni si sta lavorando per evitare il sovraffollamento? «Attualmente – annota la direttrice della Divisione giustizia – nel Carcere giudiziario La Farera sono collocate sia in regime di carcere preventivo che in anticipata esecuzione pena, rispettivamente esecuzione pena, 20 detenute di sesso femminile, e 12 richiedenti asilo, il che rappresenta un terzo dell’occupazione totale. Per quanto concerne le detenute, la prossima apertura di una sezione femminile alla Stampa permetterà – rileva Andreotti – di ridurre l’occupazione della Farera. Per i richiedenti asilo, il Dipartimento per il tramite del direttore Norman Gobbi ha tematizzato la questione con il Comitato dei direttori dei dipartimenti di giustizia e polizia, allo scopo di suddividere meglio l’onere delle misure coercitive alternative, previste dal Codice di procedura penale, tra Confederazione e Cantoni».
Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 24 novembre 2023 de La Regione