“soddisfatto delle porte aperte a Lodrino”
Serietà nell’affrontare il proprio impegno professionale, consapevoli dell’importanza di un lavoro che aiuta tutti i cittadini ticinesi in uno degli ambito più importanti: la sicurezza delle persone e dei beni privati e pubblici. Ma anche cortesia, con la quale occorre rivolversi al cittadino-utente. Senza dimenticare abilità, fiuto, tenacia, preparazione fisica, rispetto delle regole e… buon senso, che non deve mai mancare. Così vuole essere il Corpo della Polizia cantonale e così si è presentato sabato scorso al campo d’aviazione di Lodrino per una giornata di porte aperte. I ticinesi hanno dimostrato di “voler bene” alla “loro” Polizia, partecipando numerosi a questo evento (si stima la presenza di non meno di 6mila persone), interagendo volentieri con gli agenti. Un bene che ha aperto il cuore del comandante Matteo Cocchi, visibilmente felice per l’esito della manifestazione. Per il capo del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi una dimostrazione di fiducia e di affetto delle cittadine e dei cittadini nei confronti del lavoro quotidiano del Corpo della Polizia cantonale. È la miglior risposta alle critiche che spesso vengono montate ad arte contro l’operato degli agenti, anche per colpire chi politicamente ha la responsabilità della nostra sicurezza. “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”, scriveva Dante. E guardare avanti significa ogni giorno per la Polizia cantonale mantenere una elevata capacità di intervento per contrastare il crimine, per assicurare l’ordine, per proteggerci, in ultima analisi.
Tante le famiglie giunte a Lodrino, con bambini e ragazzi (ma anche tanti adulti) incantati dalle dimostrazioni pratiche effettuate dai Reparti d’Intervento Speciali (RIS). Dimostrazioni che hanno toccato tutte le specializzazioni della Cantonale e che hanno potuto far capire il grande lavoro che sta dietro le quinte per essere pronti a effettuare gli interventi al fronte, quando le situazioni si presentano.
Indovinatissima l’asta organizzata dal Dipartimento delle istituzioni per vendere i vecchi radar fissi ormai non più in uso. Un modo per sorridere su un aspetto sempre caldo per chi incorre in una infrazione dei limiti di velocità, attirando comunque l’attenzione sul tema della prevenzione e mettendo a disposizione un po’ di denaro (nella fattispecie i 9 apparecchi radar sono stati battuti per un ammontare complessivo di 3’350 franchi) per la campagna “Strade Sicure” del Dipartimento. “Ma è stato anche un modo alla fin fine – sottolinea il consigliere di Stato Norman Gobbi – per rispondere al desiderio del Nano della taglia sui radar”.