Ucraina: Norman Gobbi presenta una consultazione lanciata da Berna
È passato un anno e mezzo dall’inizio della guerra in Ucraina, legata all’invasione delle truppe russe (24 febbraio 2022). Dopo solo tre settimane il Consiglio federale ha attivato lo statuto di protezione “S” per le persone provenienti dall’Ucraina (11 marzo 2022). Uno statuto che ha permesso a circa 70mila ucraini (dato attuale) di raggiungere la Svizzera, senza dover presentare una domanda d’asilo e ottenendo un aiuto e un’assistenza quasi totale. “ Oggi è giunto il momento di pensare anche a togliere questo statuto”, afferma il Consigliere di Stato Norman Gobbi. “ In questo senso il Consiglio federale ha promosso una consultazione sul documento “Piano d’attuazione per la revoca dello statuto di protezione S”. I Cantoni dovranno rispondere a questa consultazione e il Ticino farà la sua parte. Quando potrà essere messo in pratica questo piano è ancora tutto da vedere. Questo dipende dalla durata della guerra e dallo sviluppo della situazione a livello interno e a livello internazionale. Per intanto ci si limita a definire le misure da introdurre per revocare lo statuto S attraverso un piano di intervento che toccherà direttamente i Cantoni, visto che la competenza operativa è sulle loro spalle”.
Lo statuto S, e i “privilegi” che tale permesso concede a chi ne beneficia, hanno suscitato parecchi malumori tra la gente. “ Anche a giusta ragione, ma si trattava a quel momento di dare una rispostaimmediata ai bisogni di una popolazione colpita da una guerra. È statala prima volta che la Svizzera ha applicato questo speciale permessod’entrata, voluto all’inizio del nuovo millennio sulla scorta delle esperienze maturate negli anni Novanta a causa dei flussi migratori provenienti dall’ex Jugoslavia. Mi auguro che al termine di questa esperienza con gli ucraini venga avviata una profonda analisi su quanto avvenuto così da apportare i necessari aggiustamenti; per correggere soprattutto alcune forme di aiuto che possono facilmente sfociare in abusi se non convenientemente monitorate. L’altro mio auspicio è che in Svizzera in modo autonomo – e quanto prima – si faccia una discussione sulla sospensione dello statuto S, senza aspettare le decisioni dell’Unione europea. La libertà per il Consiglio federale di prendere una decisione in piena autonomia, tenendo comunque presente tutti i fattori, deve far leva anche e soprattutto sulla convinzione che pochi Paesi al mondo hanno accolto cittadini ucraini con un sostegno dello Stato così elevato”, conclude il Direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi.
Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 16 luglio 2023 de Il Mattino della domenica