Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 7 maggio 2018 del Corriere del Ticino
La necessità di informare più efficacemente la popolazione sul ruolo delle forze armate, il sostegno ad una maggiore presenza della componente femminile nell’esercito nonché la risoluta opposizione ad un servizio civile inteso come «libera opzione» per i reclutanti. Sono solo alcuni dei temi discussi nel corso dell’assemblea della Società ticinese degli ufficiali (STU), riunita negli scorsi giorni al Teatro sociale a Bellinzona. Ad aprire l’incontro, uno sguardo sull’attività dello scorso anno segnato – come ha evidenziato il presidente della STU Marco Lucchini – dallo scioglimento della brigata fanteria di montagna 9 e dall’elezione del socio maggiore Ignazio Cassis in Consiglio federale. L’attenzione dell’assemblea si è poi spostata sui temi di stretta attualità. In particolare, il presidente della Società svizzera degli ufficiali Stefan Holenstein ha ribadito la necessità di «implementare l’ultima riforma dell’esercito, passando poi all’ammodernamento dell’armamento tramite l’acquisto del nuovo aereo da combattimento e il rafforzamento della difesa antiaerea», precisa una nota della società. Ma non solo. Nel suo intervento, Holenstein ha poi «stigmatizzato la “debolezza scandalosa” manifestata dal mondo politico sul servizio civile, che invece di essere quell’alternativa necessaria ma limitata per i casi di reale conflitto di coscienza è diventato una sorta di “opzione libera” che sottrae effettivi alle forze armate, rischiando di sguarnire importanti settori». Presente ai lavori, anche il direttore delle Istituzioni Norman Gobbi che ha sottolineato «l’importanza della presenza militare in Ticino». Una presenta che è stata definita «sostanziale» dal consigliere di Stato che ha infine rimarcato «la necessità di mantenere alto il livello di preparazione per far fronte, con un efficace “gioco di squadra” fra militari e forze cantonali alle nuove minacce alla sicurezza».