Norman Gobbi sul blocco delle riammissioni di migranti deciso da Roma
Attualmente (i dati si riferiscono a giovedì scorso) sono circa 300 le persone in Svizzera che secondo l’accordo di Dublino dovrebbero essere ritrasferiti in Italia. “Si tratta di quelle persone che hanno presentato la loro domanda d’asilo in Italia e che successivamente sono entrate in Svizzera. Costoro, secondo appunto l’accordo di Dublino, devono proseguire il loro iter per ottenere l’eventuale asilo nel primo paese in cui hanno fatto richiesta. In Italia, dunque, e non in Svizzera. Da qui la necessità di ritornare in Italia. Se arrivano in Svizzera è perché in Italia hanno trovato difficoltà e dunque tentano di ottenere l’asilo da noi. Ma, come detto, gli accordi internazionali impongono il loro rientro”, afferma il Consigliere di Stato Norman Gobbi.
Su questo argomento il Direttore del Dipartimento delle istituzioni si esprime anche a pagina 6. “Qui vorrei sottolineare come la situazione non sia per il momento preoccupante. In Ticino abbiamo infatti solo 14 migranti che avrebbero dovuto essere riammessi dall’Italia. Il numero è destinato però ad aumentare, considerando che la data del 2 maggio fissata da Roma per mettere fine a questo blocco potrebbe essere prorogata. I tempi si allungherebbero e di conseguenza anche le persone che entrano in Svizzera potrebbero aumentare. In questo senso ho scritto alla Segretaria di Stato della migrazione, signora Christine Schraner Burgener, per capire che cosa intenda fare l’autorità federale competente, tenuto conto che purtroppo anche in questo caso i Cantoni non hanno ricevuto alcuna informazione preventiva, ma soprattutto proattiva. Solo in seguito al mio scritto ho potuto sapere che Berna si sta attivando assieme ad altri Stati membri dell’accordo di Schengen presso la commissione europea per chiedere in maniera congiunta all’Italia di ritornare a rispettare questi accordi e quindi di riaccogliere i migranti. Un passo giusto, che pone l’Italia di fronte alle proprie responsabilità e soprattutto al rispetto di accordi internazionali firmati da parte italiana. Allo stesso tempo però anche tutti gli altri Stati europei devono portare avanti quella politica coordinata di riassegnazione dei migranti, che consenta all’Italia di riuscire a sopportare l’arrivo sulle proprie coste dei profughi. Su quest’ultimo aspetto – afferma il Consigliere di Stato Norman Gobbi – l’azione della Svizzera potrebbe anche profilarsi maggiormente, cercando le migliori soluzioni tra gli Stati europei. Non far parte dell’Unione europea dovrebbe essere un vantaggio per fare da arbitri in una partita in cui tutti cercano di scaricare sugli altri l’assunzione di responsabilità. Vedremo, per concludere, quale sarà l’effetto delle pressioni presso la commissione europea”.
Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 16 aprile 2023 de Il Mattino