Pronti a entrare in vigore la legge e il regolamento sulla collaborazione tra la Cantonale e le Comunali Norman Gobbi: «Con questa riorganizzazione, tutti dovranno contribuire al finanziamento dei costi»
I tasselli stanno andando al loro posto e va prendendo sempre più piede la riorganizzazione delle polizie comunali su base regionale. Prossima tappa: il 1. settembre 2012, data in cui il Consiglio di Stato ha deciso l’entrata in vigore della Legge sulla collaborazione tra polizia cantonale e polizie comunali (LCPol). Allo stesso tempo, il Governo ha dato via libera in questi giorni al Regolamento di applicazione in cui si specificano le modalità di collaborazione tra i diversi corpi, definendo i dettagli della composizione delle otto regioni di polizia (cfr. la scheda) in cui sarà suddiviso il territorio (ogni regione avrà un Comune polo la cui polizia si occuperà di coordinare i corpi strutturati del comprensorio svolgendo un ruolo di coordinamento nei confronti della Polizia cantonale).
Il punto della situazione è stato fatto giovedì a Palazzo delle Orsoline a Bellinzona durante un incontro con la stampa a cui hanno preso parte i rappresentanti delle autorità chiamate a gestire in prima linea la riforma. «Il punto cardine della nuova legge – ha sottolineato il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi – è determinato dal fatto che tutti saranno chiamati a contribuire al finanziamento dei costi di sicurezza per l’assolvimento dei compiti di polizia». «E ciò ha aggiunto – tenendo conto che esistono ancora dei Comuni che non vogliono aderire ad alcun corpo di polizia delegando i compiti alla sola Cantonale». Da settembre, come detto, le cose cambieranno. Spetterà adesso alle autorità dei Comuni privi di una polizia definire con i Comuni polo o con quelli che dispongono di un Corpo strutturato l’entità delle prestazioni finanziarie per i servizi.
Le basi di calcolo del fabbisogno di polizia saranno specificate in una direttiva dipartimentale che terrà conto di aspetti territoriali, socio-economici e di eventuali fattori di rischio o di maggiore necessità di servizi di polizia (la presenza di un postribolo, di un centro asilanti, di un’arteria della circolazione e quant’altro).
Coordinamento e compiti
«Il dialogo e la collaborazione con le polizie comunali al fronte già funziona», ha rilevato il comandante della Cantonale Matteo Cocchi . «Ora però il discorso si amplia e il sistema cambierà in maniera radicale». La legge prevede un termine di tre anni entro il quale i Comuni dovranno dotarsi di un corpo di polizia strutturato (con un minimo di 6 agenti: 5 più il capoposto) o sottoscrivere una convenzione. «Abbiamo stilato una tabella di marcia – ha aggiunto Cocchi – per arrivare a comprendere entro tre anni se il sistema funziona o se occorreranno dei correttivi».
Il regolamento di applicazione definisce poi quelli che saranno i compiti principali (di prossimità) che le polizie comunali dovranno assolvere: deleghe automatiche (in campi come le circolazione stradale, l’ordine pubblico, contravvenzioni alla legge sugli stupefacenti, attività amministrative, eccetera) e compiti conferibili su delega del Consiglio di Stato (d’intesa con le autorità di perseguimento penale). «Si tratta di una sfida impegnativa per tutti – ha concluso il comandante della Comunale di Lugano Roberto Torrente – dovremo via via sviluppare una strategia a livello regionale che ci consentirà di migliorare il dispositivo di sicurezza su tutto il territorio».
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GIOVANNI MARICONDA