I territori che contano sull’acqua del Po domandano collaborazione – Norman Gobbi: “Ce n’è poca per tutti, anche noi senza riserve”
L’Italia è alle prese con un’emergenza siccità praticamente senza precedenti. La situazione è drammatica soprattutto lungo il Po, sceso, come il Lago Maggiore, a livelli mai visti negli ultimi 70 anni. Meucci Berselli, segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume, ai microfoni della RSI si è rivolto alla Confederazione, chiedendo “agli amici svizzeri di sostenere con un principio di cooperazione e sussidiarietà attraverso i laghi e gli invasi alpini il livello del Lago Maggiore, che in questo momento ha un riempimento che sfiora il 20%”. Se dovesse abbassarsi ancora, poiché i deflussi sono necessari per i prelievi – aggiunge – “va in crisi il lago stesso e tutto l’arco del Po che è sotteso al Ticino”.
La richiesta di aiuto è stata tematizzata proprio oggi, martedì, in un incontro della Regio Insubrica, durante il quale l’assessore della Regione Lombardia Massimo Sertori ha discusso con il consigliere di Stato ticinese Norman Gobbi per cercare di ottenere un rilascio maggiore di acqua attraverso la chiusa di Miorina, sul Verbano vicino a Sesto Calende.
“La discussione è stata incentrata in generale sull’approvvigionamento idrico”, ha spiegato lo stesso Norman Gobbi alla RSI, “non solo per quanto riguarda l’agricoltura, ma anche in merito all’acqua potabile e per la produzione idroelettrica, centrale per l’arco alpino”. “Siamo tutti nella stessa situazione – continua Gobbi –, tutti siamo davvero con poca acqua. Il problema esiste, e non è solo ticinese”.
“Aspettative alte, ma manca acqua sulle montagne”
Le aspettative di chi ha partecipato all’incontro “erano molto alte”, spiega il consigliere di Stato, aggiungendo tuttavia che “basta guardare sulle montagne per capire dove è il problema”, riferendosi alle scarse precipitazioni degli ultimi mesi che non hanno permesso il formarsi delle necessarie riserve idriche. “Le loro aspettative di poter rilasciare più acqua turbinando nelle centrali idroelettriche non è possibile, anche perché queste operano secondo il fabbisogno. Inoltre, non ci sono grandi riserve nelle nostre dighe, bisognerà quindi trovare soluzioni più a valle poiché non ci sono riserve sulle nostre montagne”.
In futuro si potrà tenere il lago più alto in primavera per accumulare maggiori riserve? “È una discussione eterna – risponde Norman Gobbi –. Abbiamo discusso spesso del lago troppo alto che provocava problemi al turismo, quest’anno il problema è inverso: abbiamo quindi chiesto, finora non ci è mai stata riconosciuta questa possibilità, di poter partecipare a una gestione comune del Lago Maggiore”.
Lago più alto? Se ne dibatte da tempo
La gestione del livello dei laghi, sulla quale si dibatte da tempo, è comunque di competenza federale. Proprio oggi, l’Ufficio federale dell’ambiente ha confermato alla RSI che l’intento resta quello di trovare un accordo soddisfacente sia per la Svizzera sia per l’Italia. Il rischio innalzando il livello del lago è quello di perdere metri di spiagge; proprio per questo è in corso una sperimentazione che si concluderà nel 2026 e che permetterà di capire gli effetti di un effettivo innalzamento del livello del Lago Maggiore. L’idea è di innalzarlo appunto in primavera, per accumulare più acqua per far fronte a eventuali problemi di siccità in estate. Sempre che la meteo faccia la sua parte.
Da www.ticinonews.ch