«Siamo in un Paese libero, non evacuiamo con la forza»

«Siamo in un Paese libero, non evacuiamo con la forza»

Cavergno. È qui che si congiungono Lavizzara e Bavona, le due valli devastate nella notte tra il 29 e il 30 giugno da un nubifragio. Ed è qui che i media incontrano Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle Istituzioni. «L’esercito – conferma – resterà in Alta Vallemaggia fino almeno al 21 luglio. È stato deciso dopo la richiesta del Cantone. La protezione civile sarà invece presente attivamente almeno fino alla fine di agosto».

«Doppiamente solidali» – «Una delle persone disperse è un sergente di uno dei miei battaglioni – dice Maurizio Dattrino, comandante della regione territoriale 3 –. Per questo siamo doppiamente solidali verso quello che è accaduto. Siamo subito stati chiamati in causa per evacuare persone, per dare una mano nella ricerca dei dispersi e per contribuire alla posa di un ponte provvisorio al posto di quello crollato a Cevio (Visletto). Purtroppo lo stesso weekend anche il Vallese è stato colpito dal maltempo. Per cui l’esercito ha dovuto ponderare come dividere le forze».
Cosa fanno i militari al momento – Attualmente diversi militari sono attivi nella costruzione di un guado nella zona in cui sarà posato il nuovo ponte. Altri sono impegnati nelle operazioni di sgombero al Piano di Peccia. Altri ancora aiuteranno nel creare un accesso alla Valle Bavona, in particolare nei pressi di Fontana.
Tempistica dilatata – «Il ponte provvisorio di Cevio – riprende Dattrino – dovrà reggere per almeno un anno e mezzo. Forse due. Quindi si stanno effettuando tutti i test necessari a livello di sicurezza. La tempistica? Si è dilatata. Quello che resta del ponte vecchio è inutilizzabile, il ponte provvisorio sorgerà in una nuova posizione. Le condizioni meteorologiche ci condizionano e ci rallentano. Ad esempio nella giornata di domani, venerdì, non si potrà fare molto».
Allerta di grado 4: che si fa? – Proprio per domani, venerdì, Meteo Svizzera ha diramato un allerta di grado 4. Saranno evacuate ancora le persone delle zone a rischio? Ryan Pedevilla, capo della Sezione del militare e della protezione della popolazione ticinese, assicura: «Si riattiva in maniera ridotta il dispositivo messo in atto nello scorso weekend». «Siamo in un Paese libero – aggiunge Gobbi –. Non evacuiamo con la forza. Chi vuole resta a casa sua e se ne assume la responsabilità».
Da Tio.ch