Nel fine settimana apriranno molte piste ticinesi – Incontro fra autorità e gestori degli impianti
Mauro Pini: «Ci sentiamo appoggiati in tutto e per tutto dal Cantone, ora chiedo agli utenti di rispettare le regole»
Cantone e responsabili degli impianti sciistici si sono riuniti per fare chiarezza a poche ore dall’apertura di molti comprensori. Una bella notizia per tutti gli amanti degli sport invernali, certo, ma che non deve essere letta come un lasciapassare per la libertà totale e sfrenata. Bisognerà seguire le regole, perché altrimenti si andrà incontro a un doppio danno: da un lato di immagine (le foto delle funivie strapiene e delle persone ammassate in coda a Zermatt e Verbier hanno fatto il giro dell’Europa), dall’altro – banalmente – economico. Infatti, se si verificassero troppe situazioni da «curt bandida» le autorità non avrebbero altra scelta: chiudere tutti gli impianti ticinesi. Hai voglia poi a riaprirli. Serve disciplina, quindi, perché sgarrando si rischia di colpire tutti.
Molta incertezza
Dipartimento delle istituzioni e responsabili delle stazioni sciistiche si sono incontrati mercoledì. Sono stati valutati i piani di protezione voluti dal Consiglio federale, sono state fatte richieste da un lato come dall’altro, per trovare un punto di incontro per l’ottenimento della necessaria autorizzazione. «Un incontro molto importante» il commento di Mauro Pini, direttore di Valbianca SA. «C’è molta insicurezza fra i gestori, soprattutto alla luce delle polemiche scoppiate nelle scorse settimane. Per fortuna fra le singole stazioni sciistiche e il Cantone si è creata una buonissima intesa. Le autorità hanno formulato delle richieste puntuali, valutando nel contempo i nostri piani di protezione. Ci sentiamo appoggiati in tutto e per tutto. Ovviamente saremo noi gestori i responsabili: dovremo far sì che tutto funzioni alla perfezione, che non ci siano intoppi. Altrimenti, spiace dirlo, ci andranno di mezzo tutti». Ecco che quindi si torna al concetto della responsabilità individuale. Uno dei concetti cardine per frenare gli effetti della pandemia. «Bisogna assolutamente far passare il messaggio che non si tratta di un gioco» prosegue Pini, rivolgendosi agli sciatori. «Tutti possono sbagliare, certo, ma bisogna remare nella stessa direzione. Ne va della possibilità stessa di continuare a sciare in Ticino questo inverno. È stato fatto un lavoro immenso da parte dei gestori per rendere possibile tutto questo. Ebbene, non gettiamo tutto alle ortiche». Per rendere la situazione più gestibile e meno pericolosa in quanto ad assembramenti, i comprensori ticinesi hanno studiato delle soluzioni pratiche – che verranno verificate dalle autorità – che permetteranno di sciare in sicurezza. Quasi tutta la ristorazione sarà «off limits», e quindi chiusa. Ci saranno apposite segnaletiche nei pressi degli impianti di risalita, mentre numerose stazioni hanno scelto di aprire le piste solamente agli abbonati stagionali. «Il Cantone ci ha effettivamente consigliato una partenza soft» rileva ancora Pini. «Ciò permetterà a tutti, clienti e personale, di abituarsi alle nuove misure». Presenti sulla neve anche dei collaboratori che avranno il compito di far rispettare le regole. «Non saranno dei poliziotti, ma avranno il compito di sensibilizzare e informare gli utenti» garantisce Pini. Da parte sua, Luca Filippini, segretario generale del Dipartimento delle istituzioni e presidente del Gruppo di lavoro Grandi manifestazioni, fa sapere che «nel corso dell’incontro il Presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi ha spiegato cosa deve fare ogni singola stazione sciistica per poter aprire prima del 22 dicembre». In questo senso sarà necessaria un’autorizzazione cantonale. La richiesta andrà presentata oggi, corredata dal piano di protezione che si intende adottare. «Rispetto all’ordinanza del 4 dicembre non abbiamo richiesto misure supplementari», aggiunge Filippini.
Oggi, lo ricordiamo, il Consiglio federale farà chiarezza anche sui punti di ristoro.
(Immagine: www.bedrinadalpe.ch)