In consultazione la bozza del messaggio governativo
Potrebbe essere realtà fra due anni la “necessaria e urgente” Sezione femminile nel Penitenziario cantonale La Stampa. È quanto si legge nella bozza del messaggio governativo datata 10 marzo che chiede al Gran Consiglio lo stanziamento di un credito di 3 milioni e 32’730 franchi per la sua realizzazione e il suo funzionamento, nonché per l’adeguamento degli spazi da destinare a detenuti anziani e con disabilità fisica motoria. Nella prospettata Sezione femminile – comparto di cui il Ticino non dispone più dal 2006, quando si decise di chiuderlo in concomitanza con l’apertura del carcere giudiziario La Farera considerata la bassa presenza di detenute presso il Penitenziario cantonale – si prevede di realizzare un totale di 11 posti cella, di cui una appositamente concepita per permettere l’eventuale gestione di figli fino ai tre anni di età. A considerare la Sezione “necessaria e urgente” sono in molti, come riferito da ‘laRegione’ lo scorso giovedì 9 marzo: dalla Commissione del Gran Consiglio che vigila sulle condizioni di detenzione, al direttore delle Strutture carcerarie cantonali Stefano Laffranchini, alla direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti, fino al Dipartimento istituzioni e a tutto il Consiglio di Stato. Questo perché le detenute – il cui numero è in aumento – che restano presso il carcere giudiziario La Farera, “malgrado poste in carcerazione di sicurezza o in esecuzione pena anticipata, o che, altresì, già giudicate devono scontare una pena di breve durata o sono in attesa di essere trasferite in una struttura detentiva oltre Gottardo, si ritrovano in tal modo a dover sostenere un regime detentivo duro quanto non adeguato”, scrive il Consiglio di Stato. Attualmente, come spiegato giovedì da Laffranchini, alla Farera ci sono 16 detenute, di cui 8 potrebbero beneficiare del regime di esecuzione della pena. L’obiettivo futuro è dunque di accogliere in maniera adeguata le esigenze delle donne in regime detentivo chiuso nonché di limitare allo stretto indispensabile i collocamenti fuori cantone. L’investimento complessivo – sia a livello logistico che dal profilo informatico– volto alla realizzazione delle opere per accogliere le detenute è quantificato complessivamente in 1 milione e 250mila franchi. È invece di 1 milione e 782’730 franchi l’impatto a gestione corrente dei costi per il personale aggiuntivo necessario alla gestione della Sezione femminile. Il governo evidenzia che la creazione di tale Sezione consentirà di ridurre gli attuali costi riferiti ai collocamenti delle detenute al di fuori del cantone per l’esecuzione della rispettiva pena detentiva. Oltre all’aumento della popolazione carceraria femminile, le Strutture carcerarie cantonali hanno registrato negli ultimi anni anche la tendenza all’aumento di persone in detenzione di età avanzata, segnatamente oltre i 60 anni. Per questo si prevedono adeguamenti logistici ed ergonomici per detenuti anziani e detenuti con disabilità fisiche e motorie.
La bozza di messaggio, spiega a ‘laRegione’ la direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti è stata posta in consultazione ed è stata trasmessa ai servizi centrali dell’Amministrazione cantonale, quindi alle Finanze, alla Logistica e Risorse umane, all’Ufficio dei giudici dei provvedimenti coercitivi, al Tribunale penale cantonale e al settore esecuzione delle pene e delle misure. Ma anche, per informazione, alla commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’ e a quella preposta a vigilare sulle condizioni detentive in Ticino. I tempi sono stretti. «Come già indicato – afferma Andreotti – intendo sottoporre il progetto di messaggio al Consiglio di Stato, per la sua approvazione, nella seduta del 29 marzo». Non sarebbe stato meglio attendere la realizzazione del nuovo carcere penale per soddisfare tutte le esigenze legate alle differenti tipologie di persone detenute? «La costruzione del nuovo penitenziario, che è la soluzione su cui dovremolavorare visto che La Stampa ha più di cinquant’anni, richiederà comunque molti anni, più di quelli che si prospettano con questa bozza di messaggio – evidenzia la responsabile della Divisione giustizia –. Noi abbiamo invece bisogno oggi di soluzioni logistiche. Per le detenute, per i detenuti anziani e per i detenuti con disabilità fisica e motoria».
Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 13 marzo 2023 de La Regione
****
https://www.rsi.ch/play/tv/redirect/detail/16087396
Servizio all’interno dell’edizione di domenica 12 marzo 2023 de Il Quotidiano
****
Da www.rsi.ch/news