La nuova legge approvata dal Parlamento è un deciso passo avanti
Nella sua seduta di lunedì il Gran Consiglio ha approvato la nuova legge cantonale sulle attività private di investigazione e di sorveglianza. “Si tratta di una revisione totale della precedente legge, precisa il Consigliere di Stato Norman Gobbi. Questa legge definisce le modalità per concedere le autorizzazioni sia alle agenzie private di sicurezza sia ai loro collaboratori, nonché agli investigatori privati. Le agenzie hanno assunto un ruolo sempre più marcato nel campo della sicurezza e in particolare del controllo per quei compiti definiti “minori”, ma di grande importanza per assecondare il lavoro delle polizie comunali e della polizia cantonale. Queste agenzie non si sostituiscono alle forze dell’ordine pubbliche. Assolvono compiti nuovi, necessari in una società che cambia e che ben difficilmente potremmo affidare solo e sempre alla polizia”.
Ma perché c’era bisogno di una revisione totale di questa legge? “La legislazione precedente risaliva agli anni Settanta. In questi quasi cinquant’anni di acqua sotto i ponti ne è passata molta. Inoltre a seguito del caso Argo1 in cui era emersa una criticità con una di queste agenzie (appunto l’agenzia ARGO) la speciale commissione parlamentare di inchiesta aveva raccomandato cambiamenti nella vecchia legge. Detto, fatto: nel giro di pochi mesi il mio Dipartimento ha preparato questa revisione, approvata dal Consiglio di Stato l’anno scorso. Ora è arrivato anche il sì del Parlamento. Sono soddisfatto del risultato”, afferma il Presidente del Governo Norman Gobbi.
Quali sono le principali novità? “La riforma – specifica Gobbi – mira a rafforzare la formazione degli agenti e dei responsabili delle agenzie, a rendere maggiormente efficace il regime autorizzativo e ad aggiornare l’elenco delle attività che necessitano del nullaosta del Cantone. Si tratta di adeguare le disposizioni alla situazione odierna, che in Ticino registra un centinaio di agenzie, contro la ventina circa degli anni Settanta, prevedendo una formazione di base specifica a dipendenza del ruolo e una formazione continua a moduli. Un passo avanti per un settore che rientra nella rete per rendere più sicura la nostra società” conclude il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.